La Marcia deve continuare a tavola

Da vegano, c’è chi l’ha calcolato, potrei sgassare con un puzzolente Suv tutto il giorno, tutti i giorni, per tutta la vita. E causare, in questa maniera, meno aiuto all’innalzamento della temperatura terrestre, rispetto all’italiano medio. Che mangia 83 chili di carne, 25 di pesce e crostacei, oltre 220 uova, 55 litri di latte animale, ogni anno. Magari a chilometro zero. Ma che pesano di più sulle spalle della Terra rispetto ai miei vegetali. Non ho un Suv, anzi mi sposto da quindici anni in bicicletta a pedalata assistita fra i sette Colli di Roma, e quando proprio non posso farne a meno, circolo con il treno e ogni tanto con un auto a metano. Sono stato vegetariano per ventitre anni, ho fatto la scelta vegana negli ultimi dodici. Prima? Un “italiano medio”, con un impatto ambientale e sugli animali, nella media. Quella media che sta portando allo sfacelo il Pianeta... La nostra salute, quella degli ecosistemi, quella dei popoli del Sud del mondo depredati delle loro proteine vegetali per far ingrassare le bistecche made in Italy o in Germany, quella che continua a condannare a morte gli animali in numeri che vanno oltre ogni più fervida immaginazione. Fra vecchie crudeltà e nuove tecniche lava-coscienza come il bio. Perché il punto rimane chi o cosa continuiamo a consumare. Così, dovrebbe essere naturale per un ambientalista, più che naturale, essere vegano. Anzi dovrebbe ormai essere una condizione per poter continuare a definirsi così. Anche perché, e non è poco, dovremmo sempre tenere a mente una frase di Gandhi. “Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo”. Non contenti, noi, di fare solo testimonianza. E volendo incidere non solo sui nostri personali consumi quotidiani ma con le grandi scelte economiche. Così domenica 29 novembre, in contemporanea a tante altre città del mondo, si marcerà anche a Roma per dire ai potenti della Terra, che si riuniranno dall’indomani a Parigi per il Vertice sul Clima, accordatevi per non far più salire la temperatura! E la marcia, alla quale parteciperanno sicuramente tante persone che si sentono ambientaliste, non può terminare con il concerto previsto ai Fori Imperiali. Deve continuare anche a tavola. Perché il clima lo cambia anche ognuno di noi. Con le sue scelte quotidiane che non sono solo quelle dell’automobile, del rubinetto dell’acqua sempre aperto o delle fonti energetiche rinnovabili.  Qualche dato? Il Rapporto FAO “Livestock’s long shadow” già nel 2006 ha indicato negli allevamenti la produzione del 18% di anidride carbonica, metano e ossido di azoto, valore revisionato successivamente dagli stessi autori fino al 50%. La deforestazione è intimamente collegata alla creazione di nuovi pascoli per l’industria degli hamburger “mordi e fuggi” in tutti i sensi. Il 26% delle terre libere dai ghiacci sulla Terra è occupato dalla produzione animale, il 33% dei terreni agricoli è occupato dalla coltivazione del foraggio per gli animali zootecnici, un terzo dei cereali raccolti sono impiegati negli allevamenti mentre già il 20% dei pascoli sono degradati e sterili per via dell’eccessivo sfruttamento, a riprova che estensivo o intensivo non cambia la sostanza, negli anni, dei risultati negativi. Di animali-macchine che consumano e fanno consumare, molto di più di quanto producano, vista anche la resa della trasformazione vegetale-animale (Il 90% della soia prodotta nel mondo viene destinata all’alimentazione animale, non ai vegani….) che porterebbe sul lastrico qualsiasi impresa davvero economica e non sovrassistita come avviene in Italia e nel resto d’Europa per l’industria dei prodotti animali. C’è poi chi ha calcolato che, se volessimo garantire carne e latte a tutti gli esseri umani sulla Terra, ai livelli dei nostri consumi nel Nord del Mondo, avremmo bisogni di altri quattro o cinque Pianeti Terra. Che al momento, non risultano disponibili…. Ma, si dirà, allora consumiamo prodotti a chilometri zero. Sì, giusto, ma se questi sono carne o latte, tutto il risparmiato in trasporti sarà ampiamente ripagato, in negativo, dall’allevamento stesso. Sostituire un chilo di carne a settimana, nulla, fa risparmiare trecento volte di più, in termini ambientali, della sostituzione di una lampadina da 60 watt. Un piatto di proteine vegetali impatta sui gas serra fino a 30 volte in meno rispetto ad uno di proteina animali.  Non basta? Lo studio australiano del 2010  “The future of animal farming” ha analizzato la carbon footprint e l’uso di energia dell’intero ciclo di produzione della carne rossa in due anni, concludendo che le attività di allevamento in quel Paese sono responsabili per circa il 70% delle emissioni di CO2 equivalenti del settore agricolo e dell’11% di tutte le emissioni di CO2 a livello nazionale. Negli Stati Uniti d’America il 70% degli antibiotici prodotti (13.100 tonnellate l’anno) viene usato per gli animali d’allevamento per prevenire e curare, come un tossicodipendente, il sistema di produzione che causa e facilita la propagazione di continue crisi sanitarie. La produzione di un chilo di carne bovina richiede un’occupazione di suolo 15 volte superiore alla produzione di un chilo di cereali e 70 volte superiore alla produzione di un chilo di ortaggi. Nel nostro piccolo invece, sostituendo un chilo di carne di manzo con proteine vegetali in una settimana (una!) risparmiamo 15.500 litri d’acqua, non mangiando un hamburger salviamo cinque metri quadrati di foresta. Il nostro vero e concreto “Protocollo di Kyoto”, e ora - speriamo – di Parigi con il Vertice #Cop21 - può e deve iniziare dalla nostra tavola. Amici ambientalisti, compagni vicini alla sofferenze degli umani del Sud del mondo, la ricetta c’è: cambiate menu anche voi! C’è più gusto, e coerenza, ad essere vegani.  Gianluca Felicetti Presidente LAV   Leggi anche qui

LAV in Marcia per il Clima

I cambiamenti climatici rappresentano un’emergenza globale e locale: in pericolo c’è il futuro del Pianeta, di intere popolazioni umane e non umane. La XXI Conferenza delle Parti (COP 21) della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC) si terrà a Parigi, dal  30 novembre al 12 dicembre, con l'obiettivo di concludere, per la prima volta in oltre 20 anni di mediazione da parte delle Nazioni Unite, un accordo vincolante e universale sul clima, accettato da tutte le Nazioni. La COP21  sarà un momento fondamentale, in cui si definirà  un nuovo piano di riduzione delle emissioni globali di gas serra. Le resistenze sono molte, i poteri forti e le lobby condizionano i Governi, perciò non è scontato l’esito positivo, equo ed efficace che permetta davvero di raggiungere l’obiettivo di mantenere il riscaldamento globale al di sotto dei 2°C. La società civile ha il dovere di far sentire la sua voce perché la Conferenza di Parigi apra un percorso concreto e condiviso da tutti i Paesi, nel quadro di una responsabilità comune e differenziata in rapporto al contributo storicamente dato alle emissioni di CO2. La LAV, con le tante e diversificate realtà aderenti alla Coalizione per il Clima parteciperà domenica  29 novembre alla Marcia Globale per il Clima, che si terrà a  Roma come in  tante altre capitali del pianeta. Il grande corteo partirà da Campo de Fiori  alle ore 14,00 per concludersi ai Fori Imperiali dove seguirà un concerto. La LAV prende parte e sostiene  a questa importante iniziativa per portare la voce degli animali nel dibattito sui cambiamenti climatici: troppo spesso ci si dimentica di quanto importante sia il contributo degli allevamenti all’inquinamento in genere e alle emissioni di gas serra in particolare.   Il sistema degli allevamenti è infatti responsabile:   ·        di una percentuale tra il 18% e il 51% (a seconda degli studi) delle emissioni di Gas Serra  imputabili alle attività umane   ·        del 65 % degli ossidi di azoto (dal letame) che hanno un potenziale climalterante 265 volte maggiore della CO2.   ·        del 37% del metano, in gran parte prodotto dal sistema digestivo dei ruminanti   ·        del 64 % dell’ammoniaca, che contribuisce significativamente alle piogge acide e all’eutrofizzazione.   Saremo presenti per rimarcare come sia necessario cambiare il modello di consumo alimentare abbandonando i prodotti di origine animale. Una simile scelta è fondamentale anche per contribuire a ridurre le emissioni di gas serra e per creare una nuova coscienza dando la possibilità a tutte le popolazioni di accedere al cibo salvaguardando il pianeta. Lo possono e devono fare i Governi alla Conferenza di Parigi, lo possiamo e dobbiamo fare tutti noi con le scelte quotidiane a casa nostra. Vieni anche tu alla Marcia per #cambiaremenu!   p. s.   Con noi Probios e Microbike Per saperne di più leggi qui

Cucinare rilassa

Queste giornate grigie fanno voglia di tornare alla sera al proprio nido per allontanare lo stress dei ritmi caotici che ci fanno rimbalzare tra mille impegni e liste infinite di cose da fare.     Plachiamo questa follia grazie a semplici e antichi gesti come impastare e cucinare lavorando ingredienti naturali come acqua e farina: il profumo del pane fatto in casa riempie le narici di “qualcosa di buono”, chiudendo nel cassetto, almeno fino al mattino seguente, i vorticosi pensieri.   Invece di prendere inutili e dannose pillole che sedano (ma solo apparentemente) o buttarsi davanti alla televisione, che in realtà eccita il cervello ulteriormente dandogli nuovi input, impariamo a ritagliarci i nostri spazi in compagnia delle persone più care o di un ottimo libro.   Oggi, vi propongo un fragrante strudel di verdure autunnali che può diventare un piatto unico accompagnato da verdure crude e croccanti o fungere da golosa merenda salata.   Dott. Michela Kuan

Arriva radio Veg.it

'Amo la radio perche' arriva dalla gente', diceva Eugenio Finardi. E va alla gente, diciamo noi. Ed ecco una radio che  è un luogo virtuale di incontro non solo per tutti coloro che hanno già fatto una scelta di vita veg,  ma anche per tutti gli ascoltatori e navigatori  che vogliono informarsi o avvicinarsi a questo nuovo stile di vita. Musica, informazione e motivazioni, questi gli ingredienti.  Per saperne di più, (per ora solo sul web) www.radioveg.it    p.s.

La zucca è uno scrigno

La zucca oltre ad essere bella, invitante e colorata, non è semplicemente buona da mangiare, ma ha molte proprietà nutritive, benefiche e terapeutiche.   Infatti, è ricca di carotenoidi e mucillagini - molto efficaci per il buon funzionamento dell’intestino, del sistema circolatorio e gli stati infiammatori - oltre a vitamina A, B e C, numerosi amminoacidi e diversi minerali (tra cui fosforo, il potassio, il ferro e il magnesio) e fibre che regolarizzano la digestione. I suoi semi contengono fitosteroli, melene e fitolecitina, mentre l’olio che vi si ricava è ricco di Omega 3 e vitamina E.   Inoltre numerosi studi clinici hanno dimostrato l’utilità di questo ortaggio per combattere il diabete, il sovrappeso (grazie all’elevatissimo contenuto in acqua, stimato intorno al 94,5%) e i disturbi del sistema urinario.   Ma c’è di più, è perfetta da utilizzare anche come cosmetico naturale anti-age, quindi largo alla zucca!! Eccovi una ricette piena di gusto..     Gnocchi di zucca con mandorle e salvia   350g di polpa di zucca 200g di patate  200g di farina integrale 20g di mandorle ridotte in farina Un pizzico di sale, noce moscata e pepe Olio  Un mazzetto di salvia   Cuocere la polpa della zucca in forno a 180° per 25’ circa. A parte lessare le patate e, una volta raffreddate, pelarle e schiacciarle insieme alla polpa della zucca, aggiungere nella ciotola la crema, la farina di mandorle, la noce moscata. Aggiungere, quindi, gradualmente la farina fino ad ottenere un impasto non appiccicoso ma morbido. Creare dei cilindri e tagliarli in piccoli pezzi uguali, farli scorrere sui rebbi della forchetta in modo da dare la tipica rigatura che cattura il sugo. Cuocerli in abbondante acqua salata, scolarli quando vengono a galla e tirarli in padella con olio, granella di mandorle, salvia e pepe.      Dott. Michela KUan

Il misterioso topinambur

Il topinambur, pur essendo un tubero, è un alimento perfetto per le diete poiché contiene per l’80% acqua oltre ad avere frutto-oligosaccaridi come l’inulina che gli conferiscono un potere calorico di molto inferiore rispetto a quello delle patate. Questo tubero, però, una volta cotto ne ha la stessa morbida e pastosa consistenza con un retrogusto di cuori di carciofo, un abbinamento irresistibile che lo rende protagonista delle nostre tavole per tutto l’inverno. Infatti, si possono fare ottimi sformati, torte salate, creme e vellutate o semplicemente mangiarlo crudo in insalata condito con maionese veg, capperi e senape.   I frutto-oligosaccaridi del topinambur fanno parte della cosiddetta fibra alimentare solubile che può essere solo parzialmente metabolizzata dalla microflora intestinale favorendo lo sviluppo dei batteri utili quali bifidobatteri e lattobacilli a scapito dei batteri potenzialmente patogeni.   A causa di questa particolare composizione nutritiva, il topinambur è indicato per ridurre i valori di colesterolo, regolarizzare l’attività intestinale, stabilizzare i valori del glucosio nel sangue (glicemia) e dell’acido urico.    Ecco una ricetta che lo valorizza al massimo.   Dott. Michela Kuan

Dopo EXPO si cambia menù

Quattro + uno eventi a Milano in occasione della fine di EXPO, per ribadire la nostra posizione critica sulla grande giostra di parole. Qui sopra, in video, il colorato, musicale e festoso flash mob, con il quale abbiamo festeggiato, domenica 1° novembre - nella luminosissima piazza Gae Aulenti - il World Vegan Day, all'insegna della bellezza di aver scelto di vivere in modo il più possibile cruelty free. Ricordiamoci che dopo EXPO inizia il futuro, quello vero, quello nostro, quello Vegan! paola segurini

Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.

Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all’uso dei cookie.

Accetta