Bimbi vegan: non di tutta l'erba un fascio

Il caso della bimba cosiddetta “vegan” di Ventimiglia riportato dai media ieri, non può essere utilizzato per denigrare, facendo “di tutta l’erba un fascio”, una scelta alimentare che, se correttamente praticata e ben bilanciata, ha solo benefici, come confermato ormai dai maggiori istituti scientifici internazionali. La storia della piccola Chiara rappresenta comunque un caso limite, oltre che raro, in rapporto all’altissima percentuale di bambini onnivori obesi (9,8%) e in sovrappeso (20,9%) - di cui di cui l’Italia è leader in negativo a livello europeo - con le relative patologie connesse ed elevati costi per il Servizio Sanitario Nazionale, per i quali però nessuno grida allo scandalo. E’ evidente che, affidandosi alla guida di professionisti qualificati e preparati, l’alimentazione vegana non ha controindicazioni per nessuna fascia d’età. Ma in tema di scelta veg esistono, anche tra i professionisti, molta disinformazione e preconcetti diffusi.  Per colmare un gap formativo che, se riempito, sarebbe di fondamentale aiuto per le famiglie che optano per un’alimentazione vegan, la LAV rivolge un appello al Ministro della Salute, al Ministro dell’Università, ai Rettori delle Facoltà di Medicina, ai Direttori delle Scuole di Specializzazione in Pediatria, alle Società Scientifiche di Pediatria e ai competenti Ordini Professionali affinché aumentino le opportunità di formazione e informazione a favore di questo genere di alimentazione, all’interno della programmazione dei loro Istituti. Qui il nostro comunicato integrale paola segurini    

Non è l'ora del latte

Il latte non è indispensabile. La LAV ha battuto il Ministero delle politiche agricole che, con la sua recente campagna #oradellatte faceva disinformazione affermando il contrario, e ha ottenuto l’intervento dell’Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria che farà cambiare le pagine del sito pubblicitario pagato con soldi pubblici della campagna #oradellatte, con testimonial lo chef Carlo Cracco, il nutrizionista Giorgio Calabrese e la giornalista Cristina Parodi. La campagna aveva definito "fondamentale" questo alimento "in tutte le fasi della vita degli individui", affermando fra l’altro che "per una corretta alimentazione quotidiana" è "indispensabile per il nostro organismo, sia per quanto riguarda la fase dello sviluppo che nell'età adulta". L’organismo di regolamentazione pubblicitaria ha infatti scritto, sulla base della documentata denuncia anche scientifica trasmessa dall’associazione animalista che: “l’apporto proteico e di nutrienti fornito dal latte può essere sostituito senza inconvenienti da altri cibi non di origine animale”. "Siamo scandalizzati che il Ministro delle politiche agricole e alimentari Martina dia ben 120 milioni di euro di aiuti per un sistema zootecnico già fortemente sostenuto da contributi pubblici, incapace di reggersi solo sulle proprie gambe e che prende il latte alle altre specie animali, sottraendolo ai loro piccoli fatti nascere a forza - afferma Gianluca Felicetti, Presidente LAV - Il termine indispensabile era stato già censurato come ingannevole negli anni scorsi dall'Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria su nostra istanza contro Mellin e Consorzi di produttori di carni che intendevano accreditare il messaggio che è impossibile vivere senza alimentarsi con proteine animali, e questo è contraddetto dalla vita di milioni di vegani e di intolleranti al lattosio in tutto il mondo e in tutte le epoche. Lo sapevano e lo sanno tutti, ora per forza anche il Ministero delle politiche agricole e alimentari che non deve più discriminare con un’IVA da beni di lusso gli agricoltori che producono i latte di origine vegetale sempre più preferiti anche dagli italiani. Al Ministero delle politiche agricole e alimentari chiediamo di farsi portavoce di tutti gli interessi, con obiettività".  

Ambiente e alimentazione

il 5 giugno è stata la Giornata dell’Ambiente, la nostra associazione ha invitato tutti a riflettere sulle conseguenze delle abitudini a tavola, con particolare riferimento a: la distruttiva realtà degli allevamenti (inquinamento, erosione di terre, consumo d’acqua) l’impatto devastatore della pesca industriale e non la deforestazione volta a creare pascoli o per piantare monocolture destinate a far “lievitare” in modo rapido gli animali “da carne” la carenza d’acqua, spesso anche avvelenata dai liquami degli infiniti capannoni-stalla la desertificazione delle terre, rese sterili dal sovrappascolo altri mille effetti sull’ambiente del consumo di carne, latte e uova. Occorre passare dalle parole ai fatti e mettere in atto, subito  -  tanto a livello istituzionale quanto a livello individuale - azioni virtuose e utili a preservare davvero l’ambiente, che ogni giorno subisce attacchi gravissimi per lo più a causa di un sistema produttivo basato sulla carne: e tutto questo benché la carne non sia affatto un elemento indispensabile al nostro sostentamento”. Lo scorso il 22 aprile, Giornata della Terra,  171 paesi hanno firmato gli accordi di Parigi  sul clima, così facendo hanno concordato sull’obbiettivo a lungo termine di regimentare il danno umano al clima, mantenendo il riscaldamento globale al di sotto dei 2°C. L’impegno ratificato è senza dubbio un passo avanti verso la consapevolezza della nostra responsabilità nella distruzione e nel salvataggio della Terra. Troppo spesso, tuttavia,  ci si dimentica di quanto ingente sia il contributo del singolo e soprattutto delle sue scelte alimentari nella distruzione del Pianeta. Al giorno d’oggi, fortunatamente, esiste un numero sufficiente di studi sull’effetto che può avere il cambio di alimentazione in termini di impatto sull’ambiente e, di conseguenza, sul futuro del Pianeta, da permettere agli scienziati di pubblicarne una revisione sistematica.* L’analisi di 14 ricerche autorevoli, che esaminano le emissioni di gas serra e l’utilizzo del terreno per  un totale di 49 scenari di scelte alimentari, mette in evidenza come passare ad una scelta vegan sia la soluzione di maggiore efficacia per tutelare l’ambiente. Adottandola, si possono ridurre le emissioni di un quantitativo che va dal 25% al 55%, rispetto al massimo del 35% a cui possono condurre altri cambi di dieta, tra cui l’opzione per una alimentazione vegetariana, o la riduzione del consumo di carne rossa. Tutto sta nella scelta individuale, nella decisione di essere veri ambientalisti, e i veri ambientalisti sono vegan. A tutto vantaggio anche della salute personale.   * Journal of Cleaner Production, Volume 91, 15 March 2015, Pages 1–11 Environmental impact of dietary change: a systematic review,  E. Hallström, , A. Carlsson-Kanyama, P. Börjesson  

Sapori indiani: il coriandolo

Il dahl è un piatto indiano che riunisce importanti nutrienti, come le lenticchie,  e spezie quali la curcuma, lo zenzero e il coriandolo.  Le caratteristiche di quest'ultima pianta sono molto interessanti: i suoi frutti sono simili a granelli di pepe e hanno capacità digestive, anticolesterolo e sgonfianti, è utile inoltre per combattere anemia ed emicranie.   Le foglie, simili al prezzemolo, possono ornare insalate, verdure saltate e zuppe donando un profumo esotico e un tocco di colore ai piatti. Imparare a usare le spezie è un trucco per usare meno sale e assumere importanti micro-nutrienti come vitamine, ferro, selenio, zinco, potassio e fibre.   La ricetta del dahl indiano, plurisecolare e diffusa in tutta l’Asia, racchiude equilibrio e salute, ottimo abbinato a riso integrale o consumato come zuppa, diluendolo durante la cottura. Eccola qui. Buon appetito!   Dott. Michela Kuan

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