I cinque punti dello Scusariano

Vegano, Vegetariano o Scusariano? L'orientamento verso un'alimentazione che rispetti a 360° gli animali, il Pianeta - da tutte le parti si moltiplicano allarmi sulla necessità di cambiare modo di nutrirsi per salvare la Terra e lasciarla almeno vivibile alle nuove generzioni -  e anche la nostra salute sembra un un percorso complicato e ostico. Ma siamo noi a renderlo così. Con le nostre Scuse. Siamo proprio degli Scusariani di natura. Ecco un piccolissimo elenco delle paure principali che attanagliano le persone quando pensano ad un pasto totalmente vegetale e le scuse che molti accampano con se stessi e con gli altri, in sostanza, lo Scusariano in pillole. 1. ‘Non mi sazierò, perché senza carne non si può, si rimane affamati e deboli’. 2. ‘Meglio mangiare ciò a cui sono abituato e nel modo a cui sono abituato, come lo fa la mamma.' 3. ‘I piatti veg sono noiosi, insapori. Solo erba…’ 4. ‘Questo/a qui cerca di cambiarmi.. Eh no eh!’ 5. ‘E se poi mi piace? E se divento anche io Veg? Oddio no, troppo complicato. Che strizza, meglio non provare neanche'' Scuse che non tengono. E per questo, fortunatamente, il numero di coloro che si avvicinano ad un’alimentazione senza crudeltà e sostenibile è sempre più elevato. Scusariano medita. Tutte le informazioni per vincere le scuse su www.cambiamenu.it

Un maialino, cosa vuole che sia..

[di Gianluca Felicetti, Presidente LAV]   Cosa vuole che sia, Luciana Litizzetto, l’aver portato per qualche minuto su un carretto con tanto di erba finta, sotto i riflettori e per di più fra gli applausi, un maialino in trasmissione.   Cosa che vuole che sia, rispetto ai 13 milioni di suini uccisi ogni anno solo in Italia, 35.616 al giorno compresa anche la domenica di “Che tempo che fa”, 75 macellati nei tre minuti tre di esposizione dell’animale alla risatina italiota che lei e i suoi autori hanno offerto l’altra sera.   Cosa vuole che sia, tanto più che lei lo ha fatto uscire dandolo alla signora svedese “che ha la faccia da vegetariana”.   Cosa vuole che sia, la RAI avrà pagato l’affitto dell’animale a qualche fornitore con i miei soldi di abbonato per legge, avrà pagato anche la presenza di un veterinario fra le quinte che sicuramente avrà certificato l’assenza di maltrattamento “così gli animalisti non potranno rompere”. Poi l’avranno riportato al suo destino di diventare, più ancora di domenica, un prodotto. Da consumare.   Cosa vuole che sia, Luciana Litizzetto, per lei che amplifica tante battaglie umane, aver voluto deridere un essere vivente, perché ha la colpa di incarnare la colpa di un sistema elettorale bocciato dalla Corte Costituzionale, nominato così, peraltro, da un deputato noto per il suo zoo privato e per l’esaltazione della caccia.   I dati Auditel avranno mostrato a lei e a Fabio Fazio (che con il successo ha dimenticato il suo cane per il quale ha scritto delle belle pagine) se in termini quantitativi d’ascolto, la presenza del maialino ha fatto il “picco” come si dice in gergo.  Chissà che soddisfazione. Noi invece vorremmo capire se l’immobilismo del maialino era dato dalla reazione di stress e paura o a causa di qualche sostanza. A cosa fosse dovuto quel comportamento innaturale così palese a tutti, non accettabile tanto quanto la scelta di fare audience con un animale vivo in studio.   Il maialino scuro, lei ha detto in trasmissione, era “incazzato nero”. Non solo lui.    

Su Internazionale: la compassione dei veg

L'inchiesta sul numero 1026 di Internazionale (qui in formato PDF), firmata dall'indiano Kapil Komireddi, è una lettura interessante e ricca, che ci presenta una panoramica storico-etica dei presupposti del non mangiare animali.  Il giornalista si sofferma anche su alcuni aspetti fondamentali della 'schizofrenia' dell'uomo contemporaneo e spiega: 'oggi nessuno ha bisogno di mangiare la carne, indossare una pelliccia o usare prodotti di origine animale per sopravvivere. Trattiamo in questo modo gli animali perché possiamo permettercelo'. I progressi tecnologici della nostra epoca “hanno confermato il dominio umano sul mondo naturale come non era mai accaduto finora. Gli esseri umani hanno sempre mostrato un’immensa capacità di distruzione, ma anche di moderazione e automiglioramento”. Pertanto, conclude Komireddi, dovremmo sforzarci di temperare il nostro dominio, nella speranza che, diventando sensibile alle sofferenze degli esseri su cui ha potere di vita e di morte, l’umanità possa sfuggire alla sua primordiale propensione alla violenza. Di grande valore, per capire come ragiona la maggior parte della società, l'articolata riflessione sulle celebrazioni (2004) del centenario della nascita del Nobel per la letteratura  Isaac Bashevis Singer e sulle sue inconfutabili interpretazioni su natura umana, Olocausto e animali. Buona lettura! p.s.      

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