La paura che fanno i vegani, o perlomeno tutti coloro che – per le motivazioni più varie – riflettono sull’alimentazione e così facendo minano la 'tradizione'. Eh sì perché il progresso mentale e alimentare, il vedere oltre il prosciutto con cui tentano (per pigrizia o per ‘si è sempre fatto così’) di foderarci gli occhi fin da piccoli, sta dando i suoi frutti.

E così, anche lo spot di un famoso panettone, per tirare a far ciccia, è costretto a farsi beffe di chi sceglie altro e costringe (ohi ohi) a modificare linee di produzione ed ingredienti.

Ingredienti astrusi per un dolce, come il seitan e il tofu, servono alla Motta da trigger per attirare l’attenzione sul classico e ormai obsoleto panettone. Sì quello – industriale - con mille uova e cento burri, quello che ormai in molti si chiedono che cosa ci sia dentro.

Noi di certo non lo vorremmo col seitan (splendido e ineffabile quando si tratta di salati) o col tofu (elegante e antico, versatile e generoso con chi sa usarlo), il nostro dolce natalizio, ma sappiamo che è possibile trovarlo buono per il palato e con gli animali – perché non se ne usano ingredienti derivati dal loro sfruttamento  – e per la salute. E senza cercarlo lontano.

Sappiamo anche che non è un vezzo, né una moda, ma una presa di consapevolezza, un togliersi – sempre più diffuso – il prosciutto dagli occhi, fin da giovanissimi, che sta portando, volente o nolente, l’industria del ‘tradizionale’ ad adattarsi – anche la citazione nello spot ne è la prova – perché indietro non si torna. Buone dolcezze davvero dolci, perchè impastate senza crudeltà!

Paola Segurini