Un maialino, cosa vuole che sia..

[di Gianluca Felicetti, Presidente LAV]   Cosa vuole che sia, Luciana Litizzetto, l’aver portato per qualche minuto su un carretto con tanto di erba finta, sotto i riflettori e per di più fra gli applausi, un maialino in trasmissione.   Cosa che vuole che sia, rispetto ai 13 milioni di suini uccisi ogni anno solo in Italia, 35.616 al giorno compresa anche la domenica di “Che tempo che fa”, 75 macellati nei tre minuti tre di esposizione dell’animale alla risatina italiota che lei e i suoi autori hanno offerto l’altra sera.   Cosa vuole che sia, tanto più che lei lo ha fatto uscire dandolo alla signora svedese “che ha la faccia da vegetariana”.   Cosa vuole che sia, la RAI avrà pagato l’affitto dell’animale a qualche fornitore con i miei soldi di abbonato per legge, avrà pagato anche la presenza di un veterinario fra le quinte che sicuramente avrà certificato l’assenza di maltrattamento “così gli animalisti non potranno rompere”. Poi l’avranno riportato al suo destino di diventare, più ancora di domenica, un prodotto. Da consumare.   Cosa vuole che sia, Luciana Litizzetto, per lei che amplifica tante battaglie umane, aver voluto deridere un essere vivente, perché ha la colpa di incarnare la colpa di un sistema elettorale bocciato dalla Corte Costituzionale, nominato così, peraltro, da un deputato noto per il suo zoo privato e per l’esaltazione della caccia.   I dati Auditel avranno mostrato a lei e a Fabio Fazio (che con il successo ha dimenticato il suo cane per il quale ha scritto delle belle pagine) se in termini quantitativi d’ascolto, la presenza del maialino ha fatto il “picco” come si dice in gergo.  Chissà che soddisfazione. Noi invece vorremmo capire se l’immobilismo del maialino era dato dalla reazione di stress e paura o a causa di qualche sostanza. A cosa fosse dovuto quel comportamento innaturale così palese a tutti, non accettabile tanto quanto la scelta di fare audience con un animale vivo in studio.   Il maialino scuro, lei ha detto in trasmissione, era “incazzato nero”. Non solo lui.    

Internazionale su il vero prezzo della carne

Raramente esce su un settimanale, o su un altro mezzo comunicativo, un'inchiesta così completa sul 'prezzo della carne'. La rivista Internazionale ha pubblicato, sul suo numenro 1025, in edicola la settimana tra l'8 e il 14 novembre, un panorama esaustivo e, ai nostri occhi, raggelante del settore produttivo della carne di maiale in Germania. L'analisi non trascura nessun aspetto,- dall'etico al sociale, dall'ambiente alla salute - dello spaventoso meccanismo fordiano che porta all'allevamento di 28 milioni di suini l'anno (in Italia nel 2012 erano 8,5 milioni), con un incremento del numero di aziende 'allevatrici' passato da 264.000 nel 1993 a 28.000 nel 2013. Alla diminuzione degli allevamenti corrisponde un aumento da horror del numero di individui imprigionati: nel 1993 erano 101 per struttura, oggi sono 985 per ogni ciclo di vita. E le loro condizioni di vita sempre peggiori e improntate alla redditività. Un maialino deve crescere, per esempio, di 850 grammi al giorno, e quadruplicare il proprio peso in 4 mesi. Liquami, nitriti, antibiotici, condizioni di lavoro improponibili se non per persone disperate.  Dati, descrizioni e opinioni di esperti: l'articolo è una fonte d'informazione preziosa su ciò che gira, e come gira, intorno all'animale del quale non si butta, ahimé, via niente, e sul dominio del denaro e della mancanza di scrupoli rispetto alla salute dei cittadini, oltre che degli altri esseri senzienti. E in Italia? Anche da noi non va bene, non abbiamo neanche completato il recepimento della normativa europea in merito di benessere 'minimissimo' dei suini. P.S.

Una mensa all'avanguardia, passo avanti in USA

Il Physicians Committee for Responsible Medicine, a cui fa capo anche Neal Barnard, di cui abbiamo di recente presentato ‘Super Cibi per la mente’, ha riconosciuto la Public School 244, a New York, come prima scuola pubblica degli Usa a servire solo pasti vegetariani. L’esperimento, iniziato a gennaio, ha dato ottimi risultati, in un Paese dove il consumo di carne comincia a colazione. Ci auguriamo sia un passo avanti, verso pasti totalmente vegetali! ‘I nostri allievi, stanno più attenti e ottengono risultati migliori da quando la mensa è diventata vegetariana:  chi vuole pasti ‘tradizionali’ se li deve portare da casa, ma il 90% dei ragazzi sceglie i pasti proposti dalla scuola’ dichiarano i responsabili dell’istituto. I ragazzini frequentano anche lezioni di nutrizione, durante i quali imparano le motivazioni delle scelte alimentari più sane.  Per saperne di più, leggi l'articolo (in inglese). paola segurini

Tofu a scuola con lo Chef Pietro Leeman

Importante novità per i bambini di Milano: allo chef Pietro Leeman è stato affidato il compito di preparare una serie di piatti senza latte, uova, pesce, carne, per i circa 80 mila bambini delle mense scolastiche della città. La prova è fissta il primo ottobre, su iniziativa di Milano Ristorazione. Se i bambini gradiranno, l'iniziativa sarà riproposta in altre date. Per l'occasione è stato scelto Pietro Leeman: il più celebre chef di cucina vegetariana, insignito già nel 1996 di una stella della Guida Michelin. Un "luminare" del gusto al quale la LAV nel 2009 ha affidato il compito di preparare un menu vegan, per la prima volta, al Ristorante della Camera dei Deputati. L'iniziativa, che ha riscosso curiorità e apprezzamento, è stata svolta nell'ambito delle attività promosse dalla LAV per garantire il diritto alla scelta vegetariana nelle mense scolastiche e in tutti i luoghi di ristoro pubblici, convenzionati e privati. Con Pietro Leemann i bambini non potranno che "leccarsi le dita" perché si può mangiare vegan e con gusto! Questa esperienza può avvicinare le nuove generazioni ad avere una maggiore consapevolezza del cibo e dei suoi benefici, per la salute nostra e dell'ambiente. L’alimentazione vegetariana è una scelta etica e salutare che incontra il favore di un numero sempre più ampio di persone: in Italia si stima che circa il 5-6% della popolazione prediliga lo stile alimentare vegetariano, a giudicare anche dalla crescente offerta di prodotti veg (alimenti a base di seitan, tofu, farro o soia, ecc.) anche nella grande distribuzione. Garantire la scelta vegetariana significa svolgere un’efficace attività di prevenzione di numerose gravi patologie, da quelle cardiovascolari a numerosi tipi di cancro, con significativi benefici per la popolazione, ma anche in termini di spesa sanitaria pubblica; inoltre è indispensabile per andare incontro alle esigenze di una società sempre più variegata e in un Paese a forte attrazione turistica come l’Italia. I tempi sono maturi perché questo diritto sia garantito per legge ad ogni cittadino, senza alcuna discriminazione; basti pensare che proprio il Comune di Roma è stato pioniere in questo campo: da più di 10 anni la scelta vegetariana è garantita nelle mense delle scuole dell’obbligo della Capitale. Assicurare la scelta vegetariana significa anche valorizzare molta parte della tradizione gastronomica italiana, da sempre ricca di sani e gustosi piatti vegetariani ad esempio a base di legumi, soddisfare una domanda crescente e sostenere un settore economico di straordinaria importanza. Significa bandire dalle nostre tavole molta violenza verso miliardi di animali e avere un’attenzione concreta verso l’ambiente. Ufficio Stampa LAV

Frankenburger: la soluzione è già qui

Perché investire risorse e fondi nella ricerca di un’imitazione dell’hamburger?Per una rivoluzione alimentare o per un nuovo business milionario? Per reagire alla sempre crescente richiesta di carne proveniente dai Paesi di nuova ricchezza? Per rispondere all’allarme "riscaldamento globale" e alla mancanza di terra per allevare gli animali?"   Le domande sono molte ma la risposta è una: la rivoluzione alimentare la possiamo iniziare già oggie non fra almeno dieci anni quando forse l'hamburger artificiale sarà in commercio, a cominciare dalla nostra tavola quotidiana, perché basta volerlo, orientando e aprendo il nostro sguardo verso la ricchezza e la varietà di alimenti alternativi alla carne che ci offre la natura. Legumi, cereali, ortaggi, frutta e verdura sono la vera rivoluzione alimentare, genuina e non artificiale, e il passaggio ad uno stile di vita veg è la sola risposta valida – eticamente, nutrizionalmente ed ecologicamente - a tutte le domande che investono la salute personale e quella del Pianeta.   

'Oltre la carne' c'è di più ed è molto meglio!

BeyondMeat - che ha tra i suoi sponsor anche Bill Gates e i co-fondatori di Twitter - è un progetto gastronomico vegan che sta facendo grandi progressi nel percorso di cambiamento ‘etico’ delle abitudini alimentari degli Stati Uniti. Ma noi siamo di qua dell'oceano. Pare però che  - con il progetto LikeMeat - il vecchio continente avrà presto un propria nuova alternativa alla carne. Sviluppato da tre istituti europei, il piano mira a creare  un prodotto versatile e gustoso, che possa sostituire le fibre muscolari di animali nella cucina di chi proprio vuole ‘sentire’ un’identica consistenza sotto ai denti, ma anche facilitare la vita a chi desidera cambiare menu in famiglia. Facile da preparare, composto da grano piselli, soia e legumi, mescolati con acqua, LikeMeat si presenta come un ampliamento comodo e saporito della già enorme varietà di cibi che offre la cucina a base di soli vegetali. Attendiamo con curiosità i passi avanti del progetto, che prospetta un’enorme riduzione anche di costi ambientali, oltre che etici. Per saperne di più clicca qui

Margherita Hack: una donna davvero 'avanti'

Una toscanaccia doc, una donna libera e coraggiosa - di quelle che hanno fatto la storia dei diritti animali e della scelta veg - come Margherita Hack, ci ha salutato qualche giorno fa. Astrofisica di prim'ordine,  ha difeso i fondamentali della societa civile e responsabile, l'ha fatto con forza, determinazione e semplicità. Il suo sorriso dolce, che abbiamo visto in tante interviste televisive, nascondeva una vita piena di sfide, di asticelle posizionate sempre più in alto (era stata anche campionessa di atletica, appunto) di amore per la vita, per la Materia, per gli animali. Ci piace ricordarla con uno dei suoi mici in braccio e che difende la scelta veg a spada tratta, come solo quel genere di persone sanno fare, con una naturalezza inattaccabile, con una verve d'altri tempi. Era Socia Onoraria della LAV: la nostra associazione ne onorerà la memoria, non dimenticando la sua lezione ma - al contrario - portandola avanti con impegno e orgoglio! ps

Ricette Vegan: L'Erbolario è con noi

L’azienda di Lodi, dopo aver sostenuto il nostro MercoledìVeg a gennaio, con un pranzo vegan per  tutti i suoi, numerosi, collaboratori, ha deciso di proseguire la campagna di sensibilizzazione. Ogni Mercoledì pubblicherà sul sito aziendale una ricetta veg a cura di Alice Agnelli, foodblogger di grande passione. Troverete la proposta qui e anche sulla nostra pagina Facebook.

Dalla Svezia una proposta fiscale sulla carne

Utilizzare lo strumento fiscale per ridurre l’impatto ambientale dalla produzione di carne, incentivando la produzione vegetale, con maggiori benefici per l’ambiente e per la salute? E’ una proposta intrigante del Consiglio svedese per l’Agricoltura, nell’ambito dei lavori della Commissione Agricoltura della Ue. Gli scandinavi suggeriscono una tassa per disincentivare il consumo della carne e ridurne quindi il fragoroso mpatto ambientale, favorendo anche la tutela della salute dei consumatori.   Alcuni dati per non dimenticare. Nel mondo si allevano circa 1 miliardo e 300 milioni di bovini, 2 miliardi e 700 milioni di ovini e caprini, 1 miliardo di suini, 12 miliardi di polli e galline e altro pollame. In alcuni paesi ‘emergenti’, come il Brasile o l’India, il consumo è cresciuto e continua a crescere, mentre in Europa si registra un calo dell’1%. In testa ai consumi la Francia seguita dall’Italia dove dagli anni 60 ad oggi i consumi sono costantemente aumentati (+180%) fino al 2011 per poi calare bruscamente passando dai 95kg pro capite annui agli 88 kg. Ogni anno in Italia vengono  circa 4.700.000 bovini di cui la metà italiani e la metà importati. Nord, Centro e Sudamerica producono il 43% di tutta la carne bovina del mondo. L'Europa occidentale il 17%, la Russia il 18%. Nessun alimento ha un ‘costo ambientale’ così elevato come quello della carne: per produrre un chilo di manzo servono oltre 15 mila litri d’acqua e, secondo la FAO, gli allevamenti pesano per il 18% sul totale delle emissioni di gas serra.  

McDonald's e gli ospedali

Gli americani cominciano a capire come i fastfood possano essere una delle cause di patologie gravi. Sembra strano che siano così in ritardo? Considerato che la fidelizzazione al pagliaccio inizia fin dalla più tenera età, il progresso potrebbe essere che alcuni ospedali (sì in USA il McDonald è presente anche nei luoghi di cura) anche pediatrici come il Lurie Children’s Hospital di Chicago non rinnovano il contratto d'affitto alla catena di ristoranti. Arrivare a capire che il BigMac fa a pugni con la salute, è un passo avanti. E il contrasto tra il lavoro dei sanitari, che lottano per rimuovere le placche di colesterolo dal sistema circolatorio dei divoratori di svizzere dove lo lasciamo? Misteri del mondo delle lobbies. L'importante è che qui in Italia i bambini non entrino nel loop del tristo Ronald.Perché una volta entrati, il rischio che ci restino a lungo, identificando l'Happy Meal con un cibo consolatorio che li riporta all'infanzia, è reale. Meditate genitori, meditate!  

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