Archivio articoli della categoria: FATTI NON PAROLE
Non è l'ora del latte
Il latte non è indispensabile. La LAV ha battuto il Ministero delle politiche agricole che, con la sua recente campagna #oradellatte faceva disinformazione affermando il contrario, e ha ottenuto l’intervento dell’Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria che farà cambiare le pagine del sito pubblicitario pagato con soldi pubblici della campagna #oradellatte, con testimonial lo chef Carlo Cracco, il nutrizionista Giorgio Calabrese e la giornalista Cristina Parodi. La campagna aveva definito "fondamentale" questo alimento "in tutte le fasi della vita degli individui", affermando fra l’altro che "per una corretta alimentazione quotidiana" è "indispensabile per il nostro organismo, sia per quanto riguarda la fase dello sviluppo che nell'età adulta".
L’organismo di regolamentazione pubblicitaria ha infatti scritto, sulla base della documentata denuncia anche scientifica trasmessa dall’associazione animalista che: “l’apporto proteico e di nutrienti fornito dal latte può essere sostituito senza inconvenienti da altri cibi non di origine animale”.
"Siamo scandalizzati che il Ministro delle politiche agricole e alimentari Martina dia ben 120 milioni di euro di aiuti per un sistema zootecnico già fortemente sostenuto da contributi pubblici, incapace di reggersi solo sulle proprie gambe e che prende il latte alle altre specie animali, sottraendolo ai loro piccoli fatti nascere a forza - afferma Gianluca Felicetti, Presidente LAV - Il termine indispensabile era stato già censurato come ingannevole negli anni scorsi dall'Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria su nostra istanza contro Mellin e Consorzi di produttori di carni che intendevano accreditare il messaggio che è impossibile vivere senza alimentarsi con proteine animali, e questo è contraddetto dalla vita di milioni di vegani e di intolleranti al lattosio in tutto il mondo e in tutte le epoche. Lo sapevano e lo sanno tutti, ora per forza anche il Ministero delle politiche agricole e alimentari che non deve più discriminare con un’IVA da beni di lusso gli agricoltori che producono i latte di origine vegetale sempre più preferiti anche dagli italiani. Al Ministero delle politiche agricole e alimentari chiediamo di farsi portavoce di tutti gli interessi, con obiettività".
Ambiente e alimentazione
il 5 giugno è stata la Giornata dell’Ambiente, la nostra associazione ha invitato tutti a riflettere sulle conseguenze delle abitudini a tavola, con particolare riferimento a:
la distruttiva realtà degli allevamenti (inquinamento, erosione di terre, consumo d’acqua)
l’impatto devastatore della pesca industriale e non
la deforestazione volta a creare pascoli o per piantare monocolture destinate a far “lievitare” in modo rapido gli animali “da carne”
la carenza d’acqua, spesso anche avvelenata dai liquami degli infiniti capannoni-stalla
la desertificazione delle terre, rese sterili dal sovrappascolo
altri mille effetti sull’ambiente del consumo di carne, latte e uova.
Occorre passare dalle parole ai fatti e mettere in atto, subito - tanto a livello istituzionale quanto a livello individuale - azioni virtuose e utili a preservare davvero l’ambiente, che ogni giorno subisce attacchi gravissimi per lo più a causa di un sistema produttivo basato sulla carne: e tutto questo benché la carne non sia affatto un elemento indispensabile al nostro sostentamento”.
Lo scorso il 22 aprile, Giornata della Terra, 171 paesi hanno firmato gli accordi di Parigi sul clima, così facendo hanno concordato sull’obbiettivo a lungo termine di regimentare il danno umano al clima, mantenendo il riscaldamento globale al di sotto dei 2°C.
L’impegno ratificato è senza dubbio un passo avanti verso la consapevolezza della nostra responsabilità nella distruzione e nel salvataggio della Terra.
Troppo spesso, tuttavia, ci si dimentica di quanto ingente sia il contributo del singolo e soprattutto delle sue scelte alimentari nella distruzione del Pianeta.
Al giorno d’oggi, fortunatamente, esiste un numero sufficiente di studi sull’effetto che può avere il cambio di alimentazione in termini di impatto sull’ambiente e, di conseguenza, sul futuro del Pianeta, da permettere agli scienziati di pubblicarne una revisione sistematica.*
L’analisi di 14 ricerche autorevoli, che esaminano le emissioni di gas serra e l’utilizzo del terreno per un totale di 49 scenari di scelte alimentari, mette in evidenza come passare ad una scelta vegan sia la soluzione di maggiore efficacia per tutelare l’ambiente. Adottandola, si possono ridurre le emissioni di un quantitativo che va dal 25% al 55%, rispetto al massimo del 35% a cui possono condurre altri cambi di dieta, tra cui l’opzione per una alimentazione vegetariana, o la riduzione del consumo di carne rossa.
Tutto sta nella scelta individuale, nella decisione di essere veri ambientalisti, e i veri ambientalisti sono vegan.
A tutto vantaggio anche della salute personale.
* Journal of Cleaner Production, Volume 91, 15 March 2015, Pages 1–11 Environmental impact of dietary change: a systematic review, E. Hallström, , A. Carlsson-Kanyama, P. Börjesson
Non è affatto l'ora del latte
Il latte è indispensabile? No, davvero. La LAV chiede l'intervento dell'Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria contro la campagna a favore del consumo del latte promossa in questi giorni dal Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali con testimonial come Carlo Cracco, Cristina Parodi e Giorgio Calabrese.
Sulle pagine del sito web “l’ora del latte", infatti, si definisce "fondamentale" questo alimento "in tutte le fasi della vita degli individui", affermando che "per una corretta alimentazione quotidiana" è "indispensabile per il nostro organismo, sia per quanto riguarda la fase dello sviluppo che nell'età adulta".
Il termine indispensabile è stato già censurato come ingannevole negli anni scorsi dall'Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria, su nostra istanza contro Mellin e Consorzi di produttori di carni che intendevano accreditare il messaggio che è impossibile vivere senza alimentarsi con proteine animali, e questo è contraddetto dalla vita di milioni di vegani e di intolleranti al lattosio in tutto il mondo e in tutte le epoche - afferma Gianluca Felicetti, Presidente LAV - Siamo l'unica specie di mammiferi che prende il latte alle altre specie animali, sottraendolo ai loro piccoli fatti nascere a forza. Siamo scandalizzati che il Ministero delle politiche agricole bruci ben 120 milioni di euro di aiuti per un sistema zootecnico dopato dai contributi pubblici, incapace di reggersi solo sulle proprie gambe. E' incredibile infine che ai numerosi tipi di latte vegetale sia applicata addirittura l'IVA al 22% come bene di lusso, contro quella al 4% del latte di origine animale: una discriminazione nei confronti degli agricoltori e una vessazione per una sempre più consistente parte dei consumatori".
Nota
Il latte non è indispensabile, perché? La risposta è presto data, la forniscono i numeri: per esempio negli Stati Uniti il 90% dei cittadini di origine asiatica, il 70% cento di quelli di origine africana e dei nativi americani, e il 50% degli ispanici sono intolleranti al lattosio, lo zucchero contenuto nel latte . Gli studi hanno dimostrato che una sostanziale riduzione della tolleranza al lattosio è comune tra chi ha origini arabe, ebraiche, italiane o greche.*
Rapportandolo a livello mondiale, si arriva al 75% della popolazione**. Già questo dimostra come il latte non si possa definire ‘indispensabile per il nostro organismo’.
E’ inoltre convinzione diffusa e ingannevole che il calcio contenuto nel latte sia indispensabile per la salute delle ossa. Numerosi studi, tra i quali l'Harvard Nurses' Health Study***, che ha seguito clinicamente oltre 75.000 donne per dodici anni, hanno evidenziato che il consumo di latte non protegge dal rischio di fratture, conseguenza dell’osteoporosi. Il latte, che comporta molti altri rischi derivati dell’eccessivo consumo di alimenti di origine animale, è una delle possibili fonti di calcio, ma non è l'unica, né la migliore: esistono infatti eccellenti fonti vegetali di questo elemento.
* Mishkin S. Dairy sensitivity, lactose malabsorption, and elimination diets in inflammatory bowel disease. Am J Clin Nutr. 1997;65:564-567.
** Hertzler SR, Huynh BCL, Savaiano DA. How much lactose is low lactose? J Am Dietetic Asso. 1996;96:243-246.
***Feskanich D, Willett WC, Stampfer MJ, Colditz GA Milk, dietary calcium, and bone fractures in women: a 12-year prospective study, Am J Public Health 1997 Jun;87(6):992-7.
A Roma la carne è debole..
La carne è debole, con le dichiarazioni dell'OMS, più che mai.
Noi lo rimarchiamo in un modo originale e potentissimo, con un monologo, scritto, diretto e interpretato da Giuseppe Lanino.
Dove? A Roma, all'Ex Mattatoio, un luogo simbolico!
Quando? Giovedì 19, venerdì 20 e sabato 21 maggio ore 20.30.
Per gli antichi greci il Teatro era il luogo del popolo. Allora perché non portarvi un problema che riguarda tutti?
La carne è debole è un critica ragionata, un appassionato percorso per scoprire da dove e perché si sia arrivati al terribile sfruttamento degli animali negli allevamenti.
La carne è debole sarà duro viaggio per coloro che ancora non si sono posti le giuste domande e una sorprendente presa di coscienza verso abitudini alimentari responsabili e sostenibili.
Tutti abbiamo mangiato e molti mangiano carne ma, se non si cambia direzione.. tutti patiremo le conseguenze di un’intollerabile ignoranza.
Vi aspettiamo!
Tempi duri per la carne
Tempi duri per la carne.
Tempi duri per il latte.
Tempi duri per gli allevamenti.
Tempi di cambiamento delle abitudini alimentari e della coscienza.
Vegani e simpatizzanti in aumento, ristorazione e grande distribuzione pronte a rispondere alle sempre crescenti richieste dei consumatori consapevoli e attenti.
Gli allevatori italiani sono costretti a scendere in piazza, organizzando, per il 5 maggio, una giornata di riscossa e reazione al cambiamento di stili di vita, che vedono diminuire il consumo di alimenti di origine animale in direzione della tutela della salute, del futuro del Pianeta e degli animali.
Ma riscossa contro chi? Contro i più autorevoli istituti scientifici in campo medico che mettono in guardia sui rischi associati al consumo di carne?
“I promotori del ‘Dossier Braciole’ e i ‘Tutor della Carne’ prendano atto che indietro non si torna e che l’alimentazione non è un semplice atto istintuale ma un atto culturale e dunque aperto alle possibilità etiche e di scelta. La scelta Veg non è una moda, ma un nuovo modo di vivere, necessario e imprescindibile, se vogliamo avere un futuro su questo Pianeta”.
Ecco il nostro comunicato stampa.
Paola Segurini
Addio alle carni?
L'American Institute for Cancer Research e il World Cancer Research Fund, esaminando 85 studi, effettuati su 17,5 milioni di adulti, hanno rilevato che a più probabilità di avere un cancro allo stomaco, si legge, chi assume tre porzioni di alcol al giorno, 50 grammi di carni lavorate o mangia cibi conservati con il sale, ce lo segnale l'ANSA, e noi non ci dimentichiamo l'OMS.
E noi continuiamo, forti del sostegno di tanti studi. Incuranti delle strumentalizzazioni. Anzi, diamo il nostro sostegno a Parma Etica Festival, e alla petizione spontanea per protestare contro un patrocinio negato, ad una manifestazione che guarda al futuro, di tutti.
paola segurini
La Terra la salvi tu: cambia menu!
Ogni anno il 22 aprile si celebra l’Earth Day, la Giornata mondiale della Terra.
Quest’anno, su iniziativa del Segretario Generale delle Nazioni Unite Ban Ki Moon, proprio il 22 aprile sarà il primo giorno utile per la ratifica, a New York, degli accordi sul clima raggiunti alla COP 21 di Parigi. Si tratta di una data estremamente simbolica, che segna una nuova e importantissima fase di impegno collettivo per salvare il Pianeta, tramite il nuovo piano di riduzione delle emissioni di gas serra, che dovrà superare le resistenze dei poteri forti e delle lobby che condizionano i Governi, per raggiungere l’obiettivo di mantenere il riscaldamento globale al di sotto dei 2°C entro il 2020, puntando all'obiettivo di 1,5 gradi.
L’impegno ratificato è senza dubbio un passo avanti verso la consapevolezza della nostra responsabilità, sia nella distruzione, che nel salvataggio della Terra troppo spesso, tuttavia, ci si dimentica di quanto fondamentale sia il contributo del singolo, e delle sue scelte alimentari nella conservazione del Pianeta. Il modo più efficace e immediato di pensare alla Terra e al suo futuro è un cambio di modello di consumo alimentare, che veda l’abbandono degli alimenti di origine animale e il passaggio ad un’alimentazione su base vegetale (vegan), che incide sull’ambiente complessivamente 7 volte meno di una onnivora, ed è salutare, gustosa e varia.
Il cambiamento è nell'aria. Le soluzioni esistono.
È tempo di agire. Il clima lo cambi tu. La Terra la salvi tu. E’ tempo di cambiare menu.
Vegan Chef Contest per le scuole: le ricette vincitrici
La prima edizione del nostro Vegan Chef Contest ha il suo vincitore. Il concorso di ricette 100% vegetali lanciato l’autunno scorso, indirizzato agli istituti alberghieri ed enogastronomici italiani, infatti, ha visto la vittoria della classe 2ᵃ L Alberghiero dell’Istituto di Istruzione Superiore “Antonello” di Messina con la ricetta “Wild”, raviolone ripieno di ricotta di soia ed erbe alimurgiche dei Monti Peloritani, schizzi di vellutata di piselli e salsa allo zafferano, gelèe di aceto balsamico e fiori di borragine selvatica.
La classe riceverà in premio una sessione teorico-pratica di cucina vegan con lo chef Martino Beria, membro della giuria che ha selezionato le proposte sulla base di criteri di originalità, appartenenza al territorio, abbinamenti, qualità nutrizionale, impiattamento.
Al secondo posto la classe 5ᵃ D Enogastronomia dell’IPSSAR “De Cecco” di Pescara, con la ricetta “Respiriamo l’aria della primavera”, e al terzo la classe 5ᵃ E Enogastronomia dell’Istituto Apicella dell’IPSSAR Alberghiero di Molfetta, con la ricetta “Risotto al Viola di Polignano su crema di piselli gialli, cipolla rossa in agrodolce e chips di carota viola essiccate”. Tutte e tre le classi riceveranno, inoltre, una selezione di testi sulla cucina e sulla scelta vegan, editi da Sonda sponsor del concorso.
24 gli istituti e le scuole alberghiere ed enogastronomiche italiane che hanno partecipato al Contest, anche con più ricette e classi per ciascuna: una percentuale rilevante di tutti gli istituti alberghieri italiani. Dalla Sicilia alla Lombardia il Vegan Chef Contest ha coinvolto docenti e alunni di cucina con un alto livello di qualità, fornendo l’occasione di sviluppare percorsi didattici che hanno valorizzato la cucina vegetale, ma anche le tradizioni e i prodotti locali, il mix tra antico e moderno e la capacità di presentazione dei piatti.
“Siamo molto soddisfatti dell’ampia risposta al concorso, primo nel suo genere in Italia, che aveva l’obiettivo di fornire una concreta possibilità formativa per i futuri cuochi nell’ambito della cucina vegan. – dichiara Giacomo Bottinelli, responsabile Area A Scuola con LAV – I docenti hanno colto perfettamente questo spirito, nell’ottica di una gastronomia di alta qualità che tuteli gli animali, riduca l’impatto ambientale e sia raffinata e gustosa”.
“Vegani e vegetariani in Italia sono l’8% della popolazione, secondo i dati Eurispes 2016, una percentuale in continua crescita, che rappresenta un bacino d’utenza importante al quale la ristorazione e l’industria alimentare prestano sempre maggiore attenzione”, aggiunge Paola Segurini, responsabile LAV Area Scelta Vegan.
“Il Vegan Chef Contest puntava a far comprendere in modo approfondito agli studenti e agli insegnanti questo tipo di scelta della clientela e il risultato è stato pienamente raggiunto. – prosegue Paola Segurini – Ringraziamo tutte le scuole che hanno partecipato, invitando quelle che non sono state selezionate tra le vincitrici a ritentare il prossimo anno scolastico 2016/2017 partecipando alla nuova edizione del concorso”.
Qui le ricette e a presto, con la premiazione e poi, alla prossima edizione!
E avanti con la cucina Vegan, vera sfida del futuro!
A Pasqua cambiamo musica!
Ogni anno la stessa storia. Ogni anno, all’avvicinarsi della Pasqua, comincia a scorrere un fremito di preoccupazione, una vena di empatia che pare ingrossarsi sensibilmente in questa stagione. Serpeggia un resistente filo d’amore e ansia per una specie di animali (anzi due) e un’età. Sono gli agnelli e capretti destinati alla tavola festiva. Cuccioli come tanti altri che le persone mangiano durante tutto l’anno e che – purtroppo - non riscuotono un simile interesse diffuso. Ma, se una goccia può scalfire la roccia e se l’importante è denunciare e parlarne, ecco che non possiamo essere sordi al richiamo delle voci-bambine che chiedono aiuto. Aiutare, sensibilizzare, si ma come? Presidi seriosi e silenziosi, scene quasi ‘pulp’ sono ormai ricorrenti in questo periodo nelle piazze di tante città. E noi abbiamo voluto cambiare, rivoluzionare il modo di attirare l’attenzione, senza perdere di vista il messaggio. Anzi lanciando un’esortazione bella forte e riconoscibile, ma luminosa, movimentata, tempo di musica e con passo di ballo.
“LET IT BEEE - Anche gli agnelli si meritano un futuro oltre la Pasqua” è lo slogan con cui sabato 19 e domenica 20 marzo i volontari e simpatizzanti LAV hanno organizzato flash mob danzanti, realizzato con la collaborazione di ballerini, scuole di ballo e performer amatoriali, per attirare l’attenzione dei cittadini con vivacità e colore,
L’immagine simbolo dell’evento, una mamma insieme ai suoi due agnellini felici su un prato verde e il messaggio che richiama contemporaneamente il verso delle pecorelle e il titolo della notissima canzone dei Beatles, Let It Be appunto, richiama e rafforza il nostro messaggio a lasciare che gli animali vivano una vita lunga e felice, lontano dai nostri piatti.
LET IT BEEE è l’invito che ha attraversato oltre 14 città suggerendo di scegliere una Pasqua priva di crudeltà, piena di buone ricette vegan e di agnelli felici, liberi di continuare a belare accanto alle mamme.
Un messaggio positivo trasmesso dai ballerini in contrapposizione all’orrore,l’uccisione degli animali, che non può e non deve trovare la sua giustificazione nella tradizione.
La LAV vuole contribuire all’abbandono di questa usanza feroce, perché l’alternativa a questo sacrificio ripetuto e a tutte le abitudini alimentari basate sulla morte di esseri viventi esiste già ed è quello di cambiare menu.
Scopri il Menu di Pasqua realizzato dallo chef Martino Beria per la LAV!
Paola Segurini
Responsabile Area Scelta Vegan
L’acqua che non ci sarà
Nella Giornata Mondiale dell’Acqua, istituita dall’ONU nella data del 22 marzo, l’alimentazione Veg si conferma tra le soluzioni più efficaci, semplicemente praticabili e alla portata di tutti, per la conservazione delle risorse idriche, per l’equo accesso a beni primari come acqua e cibo, e per contrastare i cambiamenti climatici.
Le Nazioni Unite riportano che entro il 2050 l'agricoltura dovrà produrre il 60% di cibo in più a livello globale e il 100% in più nei paesi del Sud del mondo. Un aspetto, quello delle risorse alimentari, indissolubilmente legato al problema dei cambiamenti climatici.
Nel 2015 è stato superato il limite di 1°C di riscaldamento medio globale rispetto al periodo preindustriale e il 2016 si avvia ad essere l’anno più caldo di sempre ed anche il più secco.
Quest'inverno in Italia è stato registrato un aumento di 1.76°C nelle temperature medie, relative ai tre mesi appena trascorsi.
Le precipitazioni sono state inferiori alla media, con un deficit totale pari al -22%. Le evidenze, sotto gli occhi di tutti, ci dicono che stiamo già assistendo agli effetti devastanti del cambiamento climatico causato dalle attività umane, tra le quali l’allevamento, specie quello intensivo, gioca un ruolo determinante.
Per limitare il danno e per conservare risorse che permettano la sopravvivenza delle nuove generazioni dobbiamo agire ora e invertire la rotta.
La produzione di carne comporta un consumo di acqua 7 volte maggiore* rispetto alla produzione di un pari quantitativo di proteine vegetali (esempio: soia contro carne bovina).
Su questa base, la LAV calcola che basta il consumo medio di carne di 85 persone, per prosciugare in un solo giorno i 300mila litri di acqua contenuti nella Fontana di Trevi. Con la stessa quantità di acqua si stima che si possano produrre proteine vegetali per sfamare ben 637 persone in un giorno.
Solo un netto cambio di direzione delle scelte alimentari può fare la differenza a favore delle risorse idriche globali, nonché sotto il profilo etico e salutare gesti come chiudere il rubinetto mentre ci si lava i denti o si fa la doccia, benché importanti, non saranno mai risolutivi, dal momento che gli allevamenti stanno prosciugando il Pianeta, per far fronte alla produzione di carne e latticini.
*Stima LAV
paola segurini
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