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Senza crudeltà
La Pasqua è un momento di particolare crudeltà nei confronti degli animali.
Sono infatti centinaia di migliaia gli agnelli e capretti uccisi ogni anno per celebrare quella che dovrebbe essere la festa della vita.
E se invece di ucciderli li lasciassimo vivere?
“Lascialo vivere” è l’appello che i volontari LAV in tutta Italia rivolgeranno ai cittadini, con flash mob organizzati per sabato 28 e domenica 29 marzo. Il muso di uno degli agnelli salvati dall’Associazione sarà il simbolo di queste manifestazioni.
L’alternativa a questo sacrificio ripetuto ogni primavera esiste, è facile da adottare e molto più coerente con il festeggiamento della rinascita pasquale di quanto lo sia un piatto di carne di agnello o capretto: il menù pasquale della LAV senza ingredienti di origine animale.
Festeggia senza crudeltà! Qui la galleria fotografica degli eventi
Conigli liberi e coniglietti di Pasqua
La Pasqua è simbolo dell’arrivo della primavera che riempie di fiori e profumi i pallidi prati.
Si risveglia la vita: volano le prime farfalle e compaiono sugli alberi i pigolanti nidi.
Purtroppo, però, questo inno alla vita viene offuscato da barbariche macellazioni dove migliaia di animali vengono stabulati, riempiti di ormoni e antibiotici e uccisi per finire sulle tavole degli italiani ancorati a inutili “tradizioni”.
E’ raro, ormai, vedere all’alba le lepri saltare nei prati, ma questa è l’immagine che il bambino, che portiamo dentro, ancora sogna.
Allora per insegnare ai nostri cari il rispetto della vita (compresa la nostra visto che tenendo lontani grassi saturi e diavolerie iniettate/fatte mangiare agli animali da allevamento ci guadagniamo in salute!) decoriamo la nostra tavola con simpatici biscotti a base di farine integrali e zuccheri non raffinati; il modo più bello per regalare un sorriso ai nostri cari e una speranza per chi vive nel silenzio delle gabbie.
Basta un piccolo gesto per cambiare il futuro: qui la ricetta
Dott. Michela Kuan
Perché un ambientalista dovrebbe essere vegan?
Da vegano, c’è chi l’ha calcolato, potrei sgassare con un puzzolente Suv tutto il giorno, tutti i giorni, per tutta la vita. E causare, in questa maniera, meno aiuto all’innalzamento della temperatura terrestre, rispetto all’italiano medio. Che mangia 83 chili di carne, 25 di pesce e crostacei, oltre 220 uova, 55 litri di latte animale, ogni anno.
Non ho un Suv, anzi mi sposto in bicicletta elettrica fra i sette Colli, e quando proprio non posso farne a meno, circolo con un auto a metano. Sono stato vegetariano per ventitre anni, ho fatto la scelta vegana negli ultimi dodici. Prima? Un “italiano medio”, con un impatto ambientale e sugli animali, nella media. Quella media che sta portando allo sfacelo il Pianeta. La nostra salute, quella degli ecosistemi, che continua a condannare a morte gli animali in numeri che vanno oltre ogni più fervida immaginazione. Fra vecchie crudeltà e nuove tecniche lava-coscienza come il bio.
Perché il punto rimane chi o cosa continuiamo a consumare. Così, dovrebbe essere naturale per un ambientalista, più che naturale, essere vegano. Anzi dovrebbe ormai essere una condizione per poter continuare a definirsi così. Anche perché, e non è poco, dovremmo sempre tenere a mente una frase di Gandhi. “Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo”. Non contenti, noi, di fare solo testimonianza. E volendo incidere non solo sui nostri personali consumi quotidiani ma con le grandi scelte economiche.
Qualche dato? Il Rapporto FAO “Livestock’s long shadow” già nel 2006 ha indicato negli allevamenti la produzione del 18% di anidride carbonica, metano e ossido di azoto, valore revisionato successivamente dagli stessi autori fino al 50%. La deforestazione è intimamente collegata alla creazione di nuovi pascoli per l’industria degli hamburger “mordi e fuggi” in tutti i sensi. Il 26% delle terre libere dai ghiacci sulla Terra è occupato dalla produzione animale, il 33% dei terreni agricoli è occupato dalla coltivazione del foraggio per gli animali zootecnici, un terzo dei cereali raccolti sono impiegati negli allevamenti mentre già il 20% dei pascoli sono degradati e sterili per via dell’eccessivo sfruttamento, a riprova che estensivo o intensivo non cambia la sostanza, negli anni, dei risultati negativi. Di animali-macchine che consumano e fanno consumare, molto di più di quanto producano, vista anche la resa della trasformazione vegetale-animale (Il 90% della soia prodotta nel mondo viene destinata all’alimentazione animale, non ai vegani….) che porterebbe sul lastrico qualsiasi impresa davvero economica e non sovrassistita come avviene in Italia e nel resto d’Europa per l’industria dei prodotti animali. C’è poi chi ha calcolato che, se volessimo garantire carne e latte a tutti gli esseri umani sulla Terra, ai livelli dei nostri consumi nel Nord del Mondo, avremmo bisogni di altri quattro o cinque Pianeti Terra. Che al momento, non risultano disponibili….
Ma, si dirà, allora consumiamo prodotti a chilometri zero. Sì, giusto, ma se questi sono carne o latte, tutto il risparmiato in trasporti sarà ampiamente ripagato, in negativo, dall’allevamento stesso.
Sostituire un chilo di carne a settimana, nulla, fa risparmiare trecento volte di più, in termini ambientali, della sostituzione di una lampadina da 60 watt. Un piatto di proteine vegetali impatta sui gas serra fino a 30 volte in meno rispetto ad uno di proteina animali. Non basta? Lo studio australiano del 2010 “The future of animal farming” ha analizzato la carbon footprint e l’uso di energia dell’intero ciclo di produzione della carne rossa in due anni, concludendo che le attività di allevamento in quel Paese sono responsabili per circa il 70% delle emissioni di CO2 equivalenti del settore agricolo e dell’11% di tutte le emissioni di CO2 a livello nazionale.
Negli Stati Uniti d’America il 70% degli antibiotici prodotti (13.100 tonnellate l’anno) viene usato per gli animali d’allevamento per prevenire e curare, come un tossicodipendente, il sistema di produzione che causa e facilita la propagazione di continue crisi sanitarie.
La produzione di un chilo di carne bovina richiede un’occupazione di suolo 15 volte superiore alla produzione di un chilo di cereali e 70 volte superiore alla produzione di un chilo di ortaggi.
Nel nostro piccolo invece, sostituendo un chilo di carne di manzo con proteine vegetali in una settimana (una!) risparmiamo 15.500 litri d’acqua, non mangiando un hamburger salviamo cinque metri quadrati di foresta.
Il nostro vero e concreto “Protocollo di Kyoto” può e deve iniziare dalla nostra tavola.
Amici ambientalisti, la ricetta c’è, cambiate menu anche voi! Ormai è anche facile oltre che più gustoso. Anche per le forchette più esigenti.
Gianluca Felicetti
Presidente LAV
Intervento pubblicato nel dossier "Vegan is better" a cura di Lorenzo Lombardi su "La Nuova Ecologia" di marzo 2015
Deliziose foglie
La bietola è spuntata da poco nei campi e le prime foglie sono una vera delizia per creare piatti saporiti e veloci, inoltre è una verdura molto digeribile, ricca di sali minerali e vitamine utili per la crescita dell’organismo. Ha proprietà rinfrescanti e diuretiche, per questo è indicata nei casi di cistite e di malattie renali in quanto facilita l’eliminazione delle sostanze tossiche e dei grassi in eccesso presenti nell'organismo. Stimola inoltre la produzione dei succhi gastrici e della bile, aiutando la digestione. Le fibre contenute nella bietola aiutano la motilità intestinale e quindi sono un ottimo rimedio naturale in caso di stitichezza. Proteggono dalle malattie tumorali e sono anti-anemiche per la presenza di acido folico e ferro.
Nella ricetta che vi consiglio, a queste incredibili proprietà si aggiungono quelle della patata (soprattutto se consumata con la buccia, dopo averla attentamente lavata), infatti questo tubero contiene gli alcaloidi caconina e solanina, che hanno la proprietà di bloccare la crescita di diversi tipi di cellule cancerogene, incluse quelle del tumore al colon, allo stomaco, al fegato e all’utero.
La ricetta è qui
Edamame chi?
Da qualche anno hanno fatto comparsa nei bancali del supermercato un nuovo tipo di fagioli, verdi e morbidi, spesso venduti ancora nel bacello: l’edamame. Si tratta di soia ancora acerba che viene lessata intera con un contenuto, rispetto ai fagioli di soia maturi, dell’86% di proteine vegetali in più, ovvero il 36% del totale. Oltre al concentrato di proteine, queste fave forniscono fibra, vitamine e minerali. Contiene, inoltre, un particolare tipo di sostanze bioattive, gli isoflavoni, fitormoni che possono contribuire nel ridurre il rischio di cancro alla prostata e al seno, nonché la probabilità di insorgenza di malattie cardiache dal momento che abbassano la pressione arteriosa. Sono utili anche nei regimi dietetici apportando regolarità intestinale e aumento del senso di sazietà.
Si possono mangiare come antipasto, sgranocchiare davanti a un film o come merenda durante la giornata. Il modo più semplice è sbollentarli o cuocerli al vapore e saltare i fagioli in padella con un pizzico di sale o aromatizzarli con una miscela di zenzero e aglio (vedi foto). Per ricette più gustose, possono essere aggiunti ad insalate dal gusto esotico.
Qui una ricetta
Dott. Michela Kuan
Lasciamoli vivere
Manca circa un mese a Pasqua, ma vogliamo cominciare la nostra sensibilizzazione in favore di una Festa coerente e piena di vita. I sacrifici animali sono cose di millenni fa e oggi dobbiamo dare un esempio costruttivo, consapevole e buono. Per tutti.
Solo per Pasqua, in Italia, si macellano circa 700.000 tra agnelli e capretti. E ogni anno 6 milioni tra ovini e caprini.
Per noi tutti gli animali sono uguali. Gli agnelli e i capretti non sono meno uguali degli altri, ma sono diventati un po' il simbolo della crudeltà legata alle tradizioni religiose o/e familiari.
Perciò vogliamo suggerire l'alternativa, che c'è eccome!
Ecco alcuni dei menu pasquali suggeriti dalla LAV negli scorsi anni.
Cominciate a studiare!
Menu 1
Menu 2
Menu 3
Il bulgur questo sconosciuto
Il Bulgur è un alimento di origine orientale ricavato da una miscela di frumento integrale e grano duro germogliato. Tale miscela subisce un processo di cottura al vapore, essiccazione e frammentazione, il cui risultato è simile al cous cous.
Si tratta di un alimento ricco di fibre, vitamine (principalmente vitamine del gruppo B) e minerali (fosforo e potassio).
Il bulgur, inoltre, è povero di grassi, fornisce un basso apporto calorico e dà un buon senso di sazietà.
La presenza di fibre lo rende facilmente digeribile, particolarmente adatto ai casi di scarsa motilità intestinale.
La tecnica di cottura migliore per conservare i micronutrienti è quella del risotto, quindi con la regolare e moderata aggiunta di brodo per circa 15 minuti. Basterà, poi, aggiungere un pugno di noci, pinoli e legumi per avere un piatto equilibrato.
Una ricetta con crema di ceci, bieta e noci, clicca qui
Dott. Michela Kuan
Una polverina gialla specialissima
Il curry è una delle miscele di spezie originaria dell’India, dove è tutt’ora conosciuto con il nome originario di masala, nella sua versione classica ci sono il cumino e la curcuma (che dà al curry il suo particolare colore giallo ocra) oltre a cannella, chiodi di garofano, coriandolo, fieno greco, noce moscata, pepe nero, peperoncino e zenzero.
Questo mix di spezie racchiude numerose proprietà benefiche ed è altamente versatile, si adatta a moltissime ricette, dalle creme da servire come antipasto, oppure aggiunto al riso, il cous cous, e verdure.
In particolare, ha azione protettiva verso l’insorgenza di tumori, grazie alla curcumina, oltre a bloccare la sintesi delle molecole che sono coinvolte nell’infiammazione e contribuisce a dilatare i vasi sanguigni contrastando il colesterolo.
Il curry è utile anche per lo stomaco, perché aumenta il livello dei succhi gastrici e la presenza du cumino aiuta a risolvere i problemi intestinali come meteorismo e gonfiore addominale.
I chiodi di garofano, anch’essi contenuti in questa miscela di erbe, svolgono un’azione antibatterica, molto importante per regolarizzare la flora intestinale e per contrastare le infezioni del cavo orale.
Il curry ha, inoltre, potenzialità dimagranti soprattutto per il peperoncino, lo zenzero, il pepe e la cannella che agiscono attivando il metabolismo, la circolazione e togliendo il senso di fame
Per una ricetta al curry clicca qui
Dott. Michela Kuan
Genitori vegan: intervista doppia
Sulle differenze tra uomo e donna sono stati gettati fiumi d’inchiostro. Differenze biologiche e psicologiche, stando per esempio a Freud, che tracciava la sua linea di demarcazione fra mascolinità e femminilità, e differenze socio-culturali, secondo i più recenti gender studies.
L’uomo è più irascibile della donna? La donna è più emotiva e intuitiva dell’uomo? A lei piace chiacchierare, mentre lui preferisce un eloquio asciutto e diretto? In che modo la “visuale periferica” femminile e la “visuale a tunnel” maschile influenzano le scelte e le relazioni con il mondo esterno?
Fra molti luoghi comuni e verità scientifiche (o presunte tali), noi di “Mamme Veg” (https://www.facebook.com/LAVmammeveg) abbiamo deciso di fare un esperimento, chiedendo a una coppia di genitori vegani, Giacomo Bottinelli - Resposabile Nazionale Settore Educazione e Consigliere Direttivo della nostra Associazione - e la sua compagna Noemi, papà e mamma di una splendida bambina di tre anni, vegana anche lei dalla nascita, di rispondere ad alcune nostre domande.
Offrire lo spunto per una riflessione più ampia, creando il campo per un confronto fra genitori, è quanto ci auguriamo di fare.
E tu che genitore veg sei?
Arianna Fioravanti (Settore Educazione LAV ROMA)
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Perché sei diventata/o vegana/o?
NOEMI: Non c’è un vero perché o un giorno o un’esperienza in particolare. È come se lo fossi sempre stata. Dentro di me ho sempre percepito questa scelta come la cosa più naturale di questo mondo.
GIACOMO: Per motivi etici. Ritengo che si debba rispettare la vita ed evitare la sofferenza degli altri.
Prima di conoscere il/la tuo/a compagno/a eri vegana/o?
NOEMI: Prima di conoscere Giacomo ero già vegetariana tendente al vegano.
GIACOMO: Sì, ero già vegano da anni.
Se il tuo partner tornasse a una dieta onnivora, cosa faresti?
NOEMI: La scelta vegana è talmente radicata in Giacomo, come lo è per me, che se dovesse tornare ad essere onnivoro ne sarei veramente preoccupata. L’unica cosa che farei, sarebbe quella di stargli vicino e cercare di capire cosa lo ha spinto ad un tale cambiamento.
GIACOMO: Ne sarei molto turbato. La scelta vegana è qualcosa di profondo, non una moda. Tornare indietro significherebbe che non è più la persona che oggi conosco.
Chi ha deciso che la bambina sarebbe stata alimentata senza cibi animali?
NOEMI: Entrambi.
GIACOMO: Entrambi.
Sei stata/o osteggiata/o dal mondo esterno? Da chi in particolare?
NOEMI: Da piccola ho sempre rifiutato cibi animali e l’unica persona che ha avuto da ridire è stata mia madre. Da un po’ di anni non c’è più, ma so per certo che avrebbe accettato e capito la mia scelta.
GIACOMO: Fortunatamente non abbiamo trovato ostacoli. Tutti dalla famiglia al pediatra (onnivori) sono stati sereni nei confronti della nostra scelta.
Come reagisci se qualcuno critica la tua scelta?
NOEMI: Mi capita raramente. Chi critica mi ha sempre fatto sorridere, quindi reagisco sorridendo e annuendo.
GIACOMO: Mi fa rabbia pensare che ci sia ancora tanta ignoranza ed egoismo.
Dubbi, paure, ansie per la salute della bambina?
NOEMI: Mai avute!
GIACOMO: Mai niente di tutto questo. Fin dall’inizio sapevamo come bilanciare la dieta e anche i medici che abbiamo consultato ci hanno tranquillizzati.
(se ci sono) Cosa fai nei momenti di incertezza?
NOEMI: Se c’è una cosa della quale sono pienamente convinta nella mia vita è la scelta vegana.
GIACOMO: Nessuna incertezza.
Chi dei due si occupa della spesa?
NOEMI: Fare la spesa è anche un momento di condivisione familiare, quindi spesso si va tutti insieme.
GIACOMO: Entrambi.
Chi dei due si occupa della cucina?
NOEMI: Sia io che lui. La cucina di Giacomo però è irresistibile.
GIACOMO: In particolare io. Mi piace molto.
Chi dei due si occupa di far mangiare la bambina?
NOEMI: Entrambi come su molte altre cose, ci alterniamo spesso in maniera naturale.
GIACOMO: Entrambi, ma più lei.
La bambina mostra di gradire i piatti che le vengono preparati?
NOEMI: Come tutti anche lei ha le sue preferenze, ma la maggior parte delle volte gradisce.
GIACOMO: Decisamente.
Se la bambina rifiuta un piatto, come reagisci?
NOEMI: Tranquillamente, provando a capire cosa non va.
GIACOMO: È una bambina. Capita che rifiuti un piatto…
Se la bambina mostrasse interesse per la carne, come reagiresti?
NOEMI: Vorrei che mia figlia fosse libera di fare le sue scelte, del resto lei è una persona completamente diversa da me.
GIACOMO: Ha tre anni e le stiamo pian piano spiegando il perché della nostra scelta. Se vorrà consapevolmente mangiare carne potrà farlo. Importante è che sappia che si tratta di animali. Molti bambini purtroppo non arrivano a questa consapevolezza e si abituano a cibi dei quali in realtà non conoscono l’origine e il retroterra di sofferenza.
Un aggettivo per descrivere tuo/a marito/moglie.
NOEMI: Prezioso.
GIACOMO: Meravigliosa!
Dà un consiglio al tuo partner.
NOEMI: È veramente difficile.
GIACOMO: Rimani come sei!
Cosa prevedi per l’alimentazione del futuro?
NOEMI: Sempre più persone prendono consapevolezza della scelta vegana, siamo sempre meno soli, o forse non lo siamo mai stati. Da persona positiva che sono, credo che tra non molto la scelta vegana non venga percepita più come qualcosa di alternativo, ma come la via più semplice alla soluzione di tanti problemi che affliggono l’umanità.
GIACOMO: Spero sinceramente in un futuro vegan. È l’unica via di salvezza per gli animali umani e non umani.
Dolci sorprese
San Valentino è alle porte ed è la giusta occasione per concedersi qualche coccola e sorprendere il proprio compagno/a con una piccola sorpresa sicuramente gradita!
Un’idea davvero facile da realizzare, che lascia ampio spazio alla fantasia, è creare dei tartufi di cioccolato con diversi ripieni da mettere in contenitori eventualmente decorati con disegni, nastri e applicazioni adesive (vasi di vetro, bottiglie, scatole..), casomai nascosti sotto al cuscino.
Dal punto di vista nutrizionale abbiamo già decantato le incredibili proprietà del cioccolato, quindi per creare dei cioccolatini con il giusto apporto di elementi, basterà inserire frutta secca e ovviamente scegliere cioccolato extra-fondente.
Dott. Michela Kuan
CIOCCOLATINI AFRODISIACI
160 g di cioccolato fondente spezzettato
50 ml di latte di mandorla
3 pizzichi di peperoncino, 3 di cannella e3 di zenzero in polvere
un cucchiaino di Brandy
15 g di zenzero candito tritato
Mandorle a scaglie
Sciogliere il cioccolato con il latte di mandorla, aggiungere i restanti ingredienti, creare le palline e passarle nelle mandorle a scaglie
TARTUFI ESOTICI
250g di latte di cocco
600g di cioccolato fondente
50g di cocco rapè
scorza di limone
1 bacello di vaniglia
1 foglia di alloro.
Tritare grossolanamente la cioccolata. In un pentolino portare ad ebollizione il latte di cocco aromatizzato con qualche scorzetta di limone (a fette), il bacello di vaniglia inciso a metà e la foglia di alloro. Spegnere e filtrare il latte di cocco con un colino per eliminare i residui. In un pentolino sciogliere il cioccolato insieme al latte di cocco fino ad ottenere una ganache al cioccolato uniforme e brillante, mescolando di continuo. Disporre la crema in una teglia ampia e stenderla in modo da ottenere uno strato sottile di cioccolata, quindi riporre in frigo per due ore. Una volta tolta dal frigo aiutandosi con il cucchiaio creare le palline con la crema ormai solida e rotolarle sul cocco rapè far raffreddare in frigo.
BON BON AL CAFFE’, PISTACCHI E ARANCIA
200 gr cioccolato fondente
80 ml di latte di soia
1-2 cucchiai di caffè solubile
1-2 cucchiai di marmellata di arance amare
granella di pistacchi
Fondere il cioccolato in un pentolino con il latte (tenerne un cucchiaio da parte dove sciogliere il caffè e aggiungerlo alla crema di cioccolato), aggiungere anche la marmellata e mettere in frigorifero a raffreddare, creare le palline e passarle nella granella di pistacchi
PRALINE ALLE NOCI
7 fichi secchi
10 noci
70 g di cioccolato extra fondente
Un cucchiaio di latte di soia
Tritare le noci con i fichi e impastare con il cioccolato sciolto a bagnomaria con il latte, creare delle palline, farle raffreddare e passare nel cacao
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