Cime di Rapa: ipocaloriche e sazianti

  Chi non ha sentito parlare delle famose orecchiette alle cime di rapa? Inconfondibili dal gusto amarognolo e piccante, sono ricche di antiossidanti e preziosi nutrienti. Le cime di rapa infatti contengono molto calcio, fosforo e potassio, ma anche vitamine C, A e B2 e molte proteine. Inoltre, sono ricche di clorofilla, un potente antifatica, utile nel caso di stress e di stanchezza.   Per cucinare scegliete sempre solamente le cime di rapa fresche, con delle foglie tenere e di un colore verde acceso e senza delle parti gialle. Sbollentatele solamente nel cestello per qualche minuto, in modo da conservare tutte le proprietà nutritive e conditele con dell’olio extravergine d’oliva e del limone, oppure fatele saltare in padella insieme con qualche spicchio d’aglio e un pizzico di peperoncino.   Attorno alla fine del ‘500, negli archivi della chiesa di San Nicola di Bari fu ritrovato un documento con il quale un padre donava il panificio alla figlia e nell’atto notarile si poteva leggere che la cosa più importante lasciata in dote matrimoniale era l’abilità della figlia a preparare le “recchietedde”. Se volete cimentarvi in un piatto completo e lussuoso, ecco la ricetta per le orecchiette fatte in casa con cime di rapa, pomodorini e mandorle   Dott. Michela Kuan

I numeri parlano di nuovo

All'inizio di gennaio  è uscito, in versione completa dopo l'anteprima digitale dello scorso settembre, 'Consumi e distribuzione. Assetti, dinamiche, previsioni', il Rapporto Coop 2015, redatto dall'Ufficio Studi di Ancc-Coop (Associazione Nazionale Cooperative di Consumatori) con la collaborazione scientifica di Ref. Ricerche, il supporto d'analisi di Nielsen e i contributi originali di GFK, Demos, Doxa, Nomisma e Ufficio Studi Mediobanca.   Si tratta di una pubblicazione articolata e interessante, profonda nella sua visione d'insieme delle tendenze degli italiani rispetto ai consumi e, se non fosse per il continuo utilizzo del termine rinuncia, che caratterizza la pagina dedicata agli stili alimentari (pag.158), potremmo essere contenti e speranzosi rispetto ad un cambiamento sensibile e misurabile nei comportamenti dei nostri conterranei. Definire  rinuncia una scelta consapevole e alternativa richiama sempre una volontà 'terminologica' negativa, quasi di sapore religioso, a mio parere, come se fosse un desiderio di mortificazione del piacere della gola. Non è certo così! L'alimentazione sta cambiando, in virtù della scoperta di nuovi sapori e di motivazioni etiche che guidano cambiamenti, prese di coscienza gioiose e per niente piagnucolanti. Ma in fondo le etichette contano poco, l'importanza sono i numeri. E allora bene! Il corposo resoconto riguardante il 2015 ci dice che ..In Italia una persona su dieci è vegetariana (ovvero non mangia carne o pesce), mentre una su cinquanta è vegana (vale a dire rifiuta tutti i cibi di origine animale, compresi i loro derivati). Siamo i primi in Europa in questa particolare classifica (dopo di noi la Germania dove l’8% della popolazione è vegetariano), seppur lontani da quanto si registra nei Paesi in cui il cibo ha una forte caratterizzazione religiosa (in India, ad esempio, più di un individuo su tre non mangia carne.* Si specifica inoltre che, secondo una recente indagine Gfk Eurisko, i vegani vivono soprattutto nel Nord-Ovest (36%), abitano in grandi città (13%), occupano posizioni dirigenziali (25%) e sono una donnae(58%), tra i 45 e i 54 anni (28%), solitamente in possesso di una laurea (17%). La classifica dei generi di largo consumo, considerati rispetto alla crescita o al calo della loro diffusione, conferma l'orientamento verso cibi diversi, in particolare verso la soia e i prodotti a base di questo legume** (vedi immagine). Di grande interesse la sezione Il costo ambientale dell’alimentazione (pag.218)  in cui si analizza l'impatto sul clima delle scelte a tavola.    Avanti cosi! A tutto veg, alla faccia della rinuncia.   paola segurini

Il macellaio erbivoro

Il titolo del pezzo è esso stesso una provocazione. Ma non un’invenzione. Si tratta solo della traduzione letterale del nome The Herbivorous Butcher,  che contraddistingue la prima “macelleria vegana" che aprirà negli Stati Uniti, il 23 gennaio prossimo.   L'idea è partita da Aubry e Kale Walch, fratello e sorella, che per anni hanno provato e riprovato a rendere sempre più appetibili le alternative della carne in cucina e con grandissimi sforzi e tante determinazione sono diventati i proprietari di The Herbivorous Butcher.  I due ragazzi americani non sono soli al mondo, lo sappiamo benissimo. Non possiamo non nominare il diffusissimo (basta guardare la mappa dei negozi)  e pluripremiato The Vegetarian Butcher,  olandese, che ha tra i suoi prodotti molte imitazioni vegane della carne e molti piatti. Da un negozio nel 2010, il macellaio vegetariano oggi ha 2600 punti vendita in 13 paesi. Né ci permettiamo di trascurare BeyondMeat,  azienda di San Francisco che produce  alimenti interamente vegetali che riproducono  sapore e consistenza quelli animali.  Che dire?  Il mondo dei vegani si divide tra l’apprezzamento per questi alimenti imitativi della versione animale del piatto (o del pezzo di carne) e il più profondo disprezzo per questo voler riprodurre qualcosa che di per se evoca morte e sfruttamento. La risposta, a mio parere, sta nel mezzo. Ognuno è libero di avvicinarsi e adottare (si spera) uno stile di vita cruelty free come meglio crede.   L’importante è il risultato, vale a dire il numero di animali salvati dal loro destino, oggi incredibilmente crudele. paola segurini

Detox! Detox!

Dopo un periodo di abbuffate natalizie, qualche aperitivo di troppo, dolci e dispense piene di cose pronte, dedichiamo almeno un giorno ai nostri organi (soprattutto reni e fegato che lanciano un chiaro SOS) per togliere quel senso di gonfiore e drenare via le tossine. Oltre a incrementare il consumo di frutta e verdura fresca, casomai inserendo qualche centrifuga o sgranocchiare un bel finocchio come merenda, è importante avvicinare alimenti depurativi come aglio, pompelmo, rucola, cavoli, cicoria abbinati a buone dosi di limone e tè verde.   Cibo principe, nell’azione detox, è il carciofo che contiene anche fibre, calcio, fosforo, magnesio, ferro e potassio; ha inoltre proprietà diuretiche, contro il colesterolo, diabete, ipertensione, cellulite e disintossicanti. Ottimi consumati crudi in insalata, possono essere la base per ricette spettacolari e ricche di sapore nella loro semplicità.   Ecco una ricetta semplice ma gustosa!   Dott. Michela Kuan  

Dolce Befana, eccoti qua!

Arriva l’Epifania che tutte le feste porta via! Concediamoci, però, l’ultima colazione in casa in compagnia dei nostri cari cucinando qualcosa di buono e sano senza che questa (ennesima) festa diventi un tripudio di dolciumi confezionati, caramelle dai colori inquietanti e pezzi di carbone a base di raffinatissimo zucchero. Una vecchia tradizione è quella di inserire nella focaccia del mattino una piccola monetina porta fortuna per vedere chi la troverà, un gioco semplice che animerà la vostra tavola.   Ecco la ricetta per una morbida e golosa ciambella che contiene frutta secca (spesso avanzata dalle ceste natalizie), un buon trucco per sgomberare la dispensa e apportare la corretta dose di proteine per bilanciare gli zuccheri naturali degli altri ingredienti.   Qui la ricetta. Felice 2016   Dott. Michela Kuan

2016: un altro anno dei Vegani

2015: usciti dal nostro angolo, finalmente tra la ‘pazza folla’. Ecco, questa frase riassume un anno che ha visto il moltiplicarsi della conoscenza del significato del termine vegan, la diffusione sempre crescente dei cibi pronti e senza ingredienti animali (nella grande distribuzione e nella piccola), il proliferare di ricettari, tutti ricchi e bellissimi, l’aumento delle opzioni vegan nella ristorazione, il diffondersi della possibilità di fare colazione al bar o in pasticceria, grazie all’ormai spesso presente latte vegetale e ai cornetti cruelty free. E poi i festival, le kermesse estive e tutte le manifestazioni in cui si è parlato, mangiato, informato. E’ stato l’inizio della rottura dei pregiudizi? E’ il momento dell’apertura mentale e della consapevolezza? Speriamo vivamente di sì. Noi abbiamo operato con convinzione e intensità perché lo sia. In particolare, ci siamo impegnati con i nostri eventi a Milano, poco prima della conclusione di EXPO2015, in prossimità del World Vegan Day, per sensibilizzare su alcuni aspetti delle motivazioni della scelta vegan. Il potente monologo ‘La Carne è Debole’ (29 e 30 ottobre) del bravissimo Giuseppe Lanino, è stato la testa di ponte che portato in scena la durezza e l’impatto poliedrico degli allevamenti sugli animali, sull’ambiente e sulla nostra salute. La prima Biblioteca Vivente sul tema Vegan* (31 ottobre) ha rappresentato un passo innovativo e coinvolgente verso la rottura dei pregiudizi su chi ha deciso di essere empatico con tutti gli esseri senzienti. Attraverso l’interazione con i Libri Umani (che ringraziamo ancora per la disponibilità a mettersi in gioco), le persone hanno potuto conoscere le storie, le ragioni, i principi, ma soprattutto l’entusiasmo e la carica positiva di diversi tipi di Vegani. Ognuno con il suo individualissimo percorso, che l’ha condotto a trovarsi lì, quel giorno di ottobre al mercato di Porta Genova, a spiegare, testimoniare e interagire. E a tentare di scalfire – tramite la conoscenza diretta -  i pregiudizi cognitivi, vale a dire le deviazioni del processo del pensiero che portano a distorsioni, a un giudizio inesatto o a un comportamento illogico. Come quello degli animalisti o degli ambientalisti che mangiano carne e derivati animali, pur professando un generico ‘amore’ per gli animali e/o per l’ambiente. Il nostro lavoro è tutto volto a favorire - in chi ha una tendenza all’empatia con gli altri esseri - quello che Melanie Joy, psicologa e ideatrice del termine ‘carnismo’, nel suo ultimo video, definisce come fondamentale e importante cambio di paradigma: vedere la carne non come un alimento ma come un brandello di animale morto, ucciso per noi. Per poter acquisire questo nuovo sguardo, spiega Joy, dobbiamo uscire dalla nebbia condizionante in cui la società ci ha immerso. Quella nebbia che – in modo schizofrenico - giustifica il cibarsi di vitello,  ma non di cane o maiale o cavallo o coniglio, a seconda della cultura, quella che giustifica il mangiar animali come normale, naturale, necessario. E, addensata dalla forza dell’istituzionalizzazione di questa pratica e dalla tradizione, la nebbia offusca la strada alla consapevolezza e mantiene forti le dissonanze cognitive. Noi sappiamo che la carne è un animale morto, che carne significa vita in prigione e sofferenza, che la carne non può essere procurata senza ricorrere alla violenza, che ogni minuto nel mondo vengono uccisi 124.000 animali, dice la studiosa americana. Ma la maggior parte della gente non vuole saperlo, perché appunto, è condizionata dall’ideologia dominante, da comportamenti che le sono familiari, comodi. La consapevolezza, insiste Joy, è la luce che splende nella foschia e libera il naturale splendore della nostra empatia. La consapevolezza è la maggiore minaccia al carnismo, perché ci permette di effettuare scelte che riflettono i nostri veri sentimenti, invece che ciò che ci hanno propinato, condizionandoci: la storia insegna che la consapevolezza (frutto di informazione e libere scelte) apre la porta alle trasformazioni sociali. E, per tornare al titolo di questo pezzo, il movimento vegan è uno dei movimenti di giustizia sociale che sta crescendo più in fretta, oggi. Che bella cosa. Che grande emozione! Continuiamo così! Noi in LAV ce la mettiamo tutta. Il 2016 sarà un altro anno bellissimo, è anche l'Anno dei Legumi (FAO). Auguri e Ad Maiora!                                                   paola segurini *nella foto, il logo della Biblioteca Vivente Vegan, elaborato da ABCittà  

Auguri e tante lenticchie!

Protagoniste della tavola di capodanno, le lenticchie da sempre sono un alimento ben augurante, ma invece di fare la solita pentolata di legumi che rimane immancabilmente intonsa in un angolo, un’idea originale è creare un polpettone aromatizzandolo con erbe e noci servito in una crosta croccante.   Questi legumi hanno moltissime proprietà nutrizionali, tra cui la buona percentuale di ferro e l’elevato contenuto di fibre; inoltre, esse contribuiscono al corretto e regolare funzionamento dell'intestino e al controllo dei livelli di zuccheri e di colesterolo nel sangue.   Nel piatto che vi consiglio, la presenza delle lenticchie, unita alle noci e alle farine integrali, equilibra il piatto apportando il corretto introito di proteine e carboidrati a lento rilascio. Un piatto unico che può essere accompagnato da un’insalatina fresca e una gradevole salsa di frutta lasciando stupiti (e non in coma glicemico o per la pesantezza dei piatti) i nostri amici e parenti durante il cenone di Capodanno.   Ecco la ricetta e auguri a tutti!      

L’industria della carne teme l'accordo di Parigi

L’accordo globale sul clima, frutto delle lunghe giornate di discussione e confronto della COP 21, è stato redatto il 12 dicembre scorso, qui il testo definitivo.  Primo passo di una finalmente diffusa consapevolezza della gravità e dell’ineluttabilità – a scanso di provvedimenti urgenti – dei cambiamenti climatici, vede e l’impegno a contenere l’aumento delle temperature ben al di sotto dei + 2°C e più vicini a +1,5°C rispetto ai livelli per-industriali. Il documento  rappresenta  il punto di partenza dal quale gli Stati dovranno fabbricare strategie volte a evitare conseguenze inconvertibili. E fin qui ci siamo. La mancanza di sanzioni per gli Stati non virtuosi, il fatto che l’accordo sia un insieme di raccomandazioni agli Stati (alla cui discrezione ci si affida)  e la non evidenziazione – ma già si sapeva,  considerate la forza  e diffusione delle lobby legate alla produzione e al consumo di alimenti di origine animale – nel conto totale  delle emissioni di Gas Serra dell’elevatissimo contributo degli allevamenti e del loro indotto ci lasciano  piuttosto inquieti e delusi. Ma non siamo gli unici. Pur nella sua mitezza, il patto ha creato preoccupazione nel comparto globale della zootecnia. Ne dà notizia il sito Global Meat News, pubblicando un impensierito articolo che analizza le possibili conseguenza sul settore dell’intesa parigina. In particolare, il più alto rappresentante dell’International Meat Secretariat  afferma che i rappresentanti nazionali dell’industria zootecnica devono stringere legami stretti, tramite lobbying,  con i loro governi, per assicurarsi che il comparto non si trovi ad affrontare obiettivi non realistici. L’agricoltura, nella sua accezione di sistema produttivo alimentare, è stato l’unico settore ad essere menzionato in modo specifico nell’accordo finale di Parigi.  Nell’Articolo 2 del testo concordato, gli Stati hanno sottolineato l’importanza, come strategia di combattimento contro i cambiamenti climatici, dell’impegno  “sull’aumento della capacità di adattarsi agli impatti avversi del cambiamento climatico e sulla promozione di una resilienza climatica (°) e sullo sviluppo di basse emissioni di Gas Serra, in un modo che non minacci la produzione di cibo”.  [Art.2,(b)] Quest’ultima parte è il concetto che, riporta il Global Meat News, secondo  il Dr. Jonathan Scurlock -  principale consulente su energia e rinnovabili del National Farmers Union britannico  -  i produttori di carne  debbono sottolineare ai loro governi, se questi cercano di introdurre misure che rendano la loro industria non redditizia. Alexandre Meybeck, consulente principale della FAO in tema di agricoltura, ambiente e cambiamenti climatici,  sottolinea invece che il settore zootecnico potrà trovarsi a cercare approcci innovativi:  “parte dell’Accordo di Parigi comprende un riconoscimento della necessità di adottare stili di vita più sostenibili e di una produzione più sostenibile. Ci saranno probabilmente dei cambiamenti progressivi nei modelli di consumo e ciò può condurre all’apprezzamento dei prodotti dal valore aggiunto”. Quali saranno i ‘prodotti’ a valore aggiunto? Nell’articolo si parla anche di bovini geneticamente modificati per emettere minori quantità di metano… Non vogliamo, per ora, saperlo. Ci basta sapere che l’industria zootecnica è preoccupata a livello internazionale, anche da questo accordo pur non così stringente sul suo campo d’azione. Paola Segurini ______ (°) La resilienza climatica è la ricerca di riduzione del rischio e dei danni derivanti dagli impatti negativi (presenti e futuri) dei cambiamenti climatici in una maniera che sia efficace dal punto di vista socio-economico,  e richiede l’elaborazione di strategie nazionali e regionali di adattamento ai cambiamenti climatici, che portino allo sviluppo di piani d’azione efficaci.    

La ricchezza del lievito alimentare

Il lievito alimentare è un alimento ricco di proteine, fibre, ferro, aminoacidi essenziali e di vitamine del gruppo B. Integrare l’alimentazione con questo cibo “attivo” è importante, soprattutto alle porte delle feste durante le quali daremo qualche strattone ai nostri organi. Inoltre, è adatto per migliorare l’aspetto della pelle, delle unghie e dei capelli che in inverno, per il riscaldamento e la mancanza di sole, diventano spesso opachi e sfibrati. Il lievito a scaglie non è adatto per fare il pane o da utilizzare nei dolci, ma si può mettere a crudo direttamente su insalatone o verdure o aggiungerlo a preparazioni come torte salate o sformati. I celiaci possono trovarlo anche in una composizione priva di glutine, ma per esserne sicuri bisogna controllare l’etichetta.   TORTINO CROCCANTE DI QUINOA DAL CUORE CREMOSO Ingredienti 300g di quinoa 500g di cavolfiore 2 porri 4 cucchiai di farina di ceci 1 cucchiaio di lievito alimentare in scaglie Sale integrale, pepe e olio EVO q.b. Preparazione In un pentolino con acqua salata fate bollire la quinoa per 10/15’ dopo averla ben sciacquata in un colino. A parte rosolate il cavolfiore e il porro ridotti a pezzetti con un filo d’olio, pepe, sale e se vi piace del peperoncino. Non appena gli ingredienti sono pronti mescolateli e tritateli grossolanamente aggiungendo la farina di ceci e il lievito. Versate in una teglia da forno il composto, irrorate con olio e cuocete per 30’ fino a quando non risulta dorato. Visto che siamo sotto natale, per un’idea in più usare forme diverse per lo stampo come alberi e stelle e decorare con rametti di rosmarino, salvia o altre piante aromatiche e salse, oppure fare delle tortine da usare come finger food creando colorati hamburger.   Dott. Michela Kuan  

A Parigi per salvare il clima

È iniziata il primo dicembre a Parigi la conferenza sul clima Cop21, presenti 147 capi di Stato e di Governo. Due settimane di incontri,  negoziati, eventi e dibattiti in una lotta contro il tempo per arginare il cambiamento climatico provocato dall'inquinamento dell'uomo. E delle sue scelte alimentari, aggiungiamo noi. In un recente studio, infatti, l’autorevole Chatnam House annovera la necessità di colmare il diffuso divario di consapevolezza rispetto al rapporto tra allevamenti e cambiamento climatico, tra i punti fondamentali per far comprendere all’opinione pubblica - e ai governanti - l’importanza dell’impatto che l’allevamento di animali a scopo alimentate ha sul clima.  La maggior parte delle persone infatti non vede il nesso tra alimentazione e clima.  O perlomeno non sembra (o non vuole)  vederlo, in virtù di priorità individuali che non dovrebbero essere caratteristiche di una società matura e veramente civile. Ecco, la nostra partecipazione alla Marcia per il Clima del 29 novembre è stata un modo per evidenziare con forza,  informando e coinvolgendo i passanti, il collegamento tra le scelte a tavola e il futuro del Pianeta, che è nostro dovere morale preservare, con tutti i suoi abitanti, animali inclusi.  Vogliamo favorire il cambiamento verso un mondo migliore, facendo quanto possibile per allontanare il baratro che abbiamo davanti, perché questo è il nostro ruolo. Il clima lo cambiamo noi, nessuno escluso.  Nel lungo e chiassoso corteo che si è portato il 29 dicembre da Campo de’ Fiori ai Fori Imperiali, percorrendo Corso Vittorio e Via delle Botteghe Oscure, abbiamo creato il nostro spezzone colorato, vivace e soprattutto Buono. Buono con l’ambiente e la città, perché era aperto da un Quad a pedalata assistita - alimentato dallo speciale pannello solare che funge da tettuccio – vestito con i colori e gli slogan della nostra campagna ‘Cambiamenu’. Buono con i partecipanti e i passanti, perché i nostri volontari  - oltre a portare cartelli informativi sui danni degli allevamenti - hanno distribuito 3000 snack dolci vegani  (grazie a ProBios) di cioccolato e mais, golosissimi e apprezzati da tutti, a dimostrazione che cambiare menu e fare scelte positive per il nostro futuro non è poi così difficile, al contrario, oggi è davvero facile.  Cambiare menu e orientarsi verso la scelta vegan è possibile e pressoché obbligatorio. E un accordo davvero credibile, che limiti il riscaldamento globale a meno di 2°C - la soglia oltre la quale i grandi effetti come lo scioglimento della calotta polare, incrementeranno ancor più il global warming, rendendolo incontrollabile -  non può e non deve prescindere dal tenere in considerazione il ruolo delle abitudini alimentari, della richiesta di carne, latte e uova e,  di conseguenza, degli allevamenti con il loro nefasto impatto sul clima. Speriamo che a Parigi se ne rendano conto… Paola Segurini Responsabile Settore Veg e Cambiamenu La gallery delle foto è qui. 

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