Un amore di cereale: il bulgur

Il bulgur è costituito da frumento integrale sottoposto ad un particolare processo di lavorazione: i chicchi di frumento vengono prima cotti al vapore e quindi fatti seccare, per essere poi macinati e ridotti in piccoli pezzetti.   • Regolarizza l’organismo:L’appartenenza del bulgur alla famiglia del frumento lo rende un ottimo veicolo di fibre, utili a svolgere un’azione rilevante sull’attività intestinale e nutrire la flora batterica strettamente connessa con il cervello e tutto il corpo; • Ricco di sali minerali: nei chicchi sono presenti in buona quantità sali minerali come fosforo e potassio e la vitamina B, particolarmente utile in caso di carenza di ferro e di anemia; • Elevato potere saziante e ricco di proteine; • Facilmente digeribile, quindi adatto a tutte le età (compreso lo svezzamento)   Il bulgur ha una cottura molto rapida (come il cous cous) e si presta sia per ricette fredde, come insalatone, che per piatti caldi come verdure ripiene, crocchette e zuppe.   Ecco una ricetta affascinate e profumata!   Dott. Michela Kuan

Vegan Chef Contest per le scuole: le ricette vincitrici

La prima edizione del nostro Vegan Chef Contest  ha il suo vincitore. Il concorso di ricette 100% vegetali lanciato l’autunno scorso, indirizzato agli istituti alberghieri ed enogastronomici italiani, infatti, ha visto la vittoria della classe 2ᵃ L Alberghiero dell’Istituto di Istruzione Superiore “Antonello” di Messina con la ricetta “Wild”, raviolone ripieno di ricotta di soia ed erbe alimurgiche dei Monti Peloritani, schizzi di vellutata di piselli e salsa allo zafferano, gelèe di aceto balsamico e fiori di borragine selvatica. La classe riceverà in premio una sessione teorico-pratica di cucina vegan con lo chef Martino Beria, membro della giuria che ha selezionato le proposte sulla base di criteri di originalità, appartenenza al territorio, abbinamenti, qualità nutrizionale, impiattamento. Al secondo posto la classe 5ᵃ D Enogastronomia dell’IPSSAR “De Cecco” di Pescara, con la ricetta “Respiriamo l’aria della primavera”, e al terzo la classe 5ᵃ E Enogastronomia dell’Istituto Apicella dell’IPSSAR Alberghiero di Molfetta, con la ricetta “Risotto al Viola di Polignano su crema di piselli gialli, cipolla rossa in agrodolce e chips di carota viola essiccate”. Tutte e tre le classi riceveranno, inoltre, una selezione di testi sulla cucina e sulla scelta vegan, editi da Sonda sponsor del concorso. 24 gli istituti e le scuole alberghiere ed enogastronomiche italiane che hanno partecipato al Contest, anche con più ricette e classi per ciascuna: una percentuale rilevante di tutti gli istituti alberghieri italiani. Dalla Sicilia alla Lombardia il Vegan Chef Contest ha coinvolto docenti e alunni di cucina con un alto livello di qualità, fornendo l’occasione di sviluppare percorsi didattici che hanno valorizzato la cucina vegetale, ma anche le tradizioni e i prodotti locali, il mix tra antico e moderno e la capacità di presentazione dei piatti. “Siamo molto soddisfatti dell’ampia risposta al concorso, primo nel suo genere in Italia, che aveva l’obiettivo di fornire una concreta possibilità formativa per i futuri cuochi nell’ambito della cucina vegan. – dichiara Giacomo Bottinelli, responsabile Area A Scuola con LAV – I docenti hanno colto perfettamente questo spirito, nell’ottica di una gastronomia di alta qualità che tuteli gli animali, riduca l’impatto ambientale e sia raffinata e gustosa”. “Vegani  e vegetariani in Italia sono l’8% della popolazione, secondo i dati Eurispes 2016, una percentuale in continua crescita, che rappresenta un bacino d’utenza importante al quale la ristorazione e l’industria alimentare prestano sempre maggiore attenzione”, aggiunge Paola Segurini, responsabile LAV Area Scelta Vegan. “Il Vegan Chef Contest puntava a far comprendere in modo approfondito agli studenti e agli insegnanti questo tipo di scelta della clientela e il risultato è stato pienamente raggiunto. – prosegue Paola Segurini – Ringraziamo tutte le scuole che hanno partecipato, invitando quelle che non sono state selezionate tra le vincitrici a ritentare il prossimo anno scolastico 2016/2017 partecipando alla nuova edizione del concorso”. Qui le ricette e a presto, con la premiazione e poi, alla prossima edizione! E avanti con la cucina Vegan, vera sfida del futuro!

Avanti con forza nei diritti dei Vegan

Procede il nostro cammino di tutela dei diritti delle famiglie e dei singoli che scelgono di optare per un menu vegan nella refezione pubblica, in questo caso scolastica. Ecco una conferma del Ministero della Salute. Non è necessaria alcuna certificazione medica per poter far accedere un bambino a un menu alternativo come quello senza ingredienti animali nella ristorazione scolastica. Basta, come per tutti gli altri bambini, di una dichiarazione dei genitori. E dopo una prima Nota alle Regioni inviata dal Ministero qualche giorno fa affinché vengano rispettate le Linee Guida Ministero-Regioni-Comuni in vigore dal 2010, “nei prossimi giorni ne faremo ancora più determinate e puntuali”. Lo ha detto ieri in Commissione Affari Sociali alla Camera il Sottosegretario Vito De Filippo (pagina 158 dei Resoconti Camera) in risposta all’interrogazione presentata dall’On. Beatrice Brignone (Possibile). Qui il nostro comunicato stampa odierno. paola segurini

Cacao crudo, ah beh!

Viaggiare significa anche assaggiare mondi nuovi e dal Nord Europa porto a casa il ricordo di morbidi brownie che hanno scaldato le fredde mattine avvolgendomi col profumo del cacao e delle mandorle. Una ricetta velocissima e sana che non usa zuccheri industriali e farine raffinate, ma si basa su ingredienti genuini – tra cui il cacao crudo, un vero nutraceutico - che nascono dalla natura senza essere trasformati artificialmente per diventare bombe infiammanti e ingrassanti. La primavera spesso mette sonnolenza e torpore, con questi dolcetti sarete subito tonici senza però appesantirvi con merende o colazioni che vi rubano tutte le energie per poter essere digeriti come nel caso di bioches e cornetti al bar. Ecco la ricetta, provare per credere!   Dott. Michela Kuan

La forma delle fragole

La forma delle fragole ricorda quella di un cuore e in effetti aiutano a proteggere il nostro cuore dai fattori di rischio di numerose malattie cardiovascolari, big killer oggi nel mondo. I principi nutritivi contenuti in questi frutti aumentano, infatti, i livelli di colesterolo buono nel sangue, l’HDL, e abbassano la pressione sanguigna. C’è più di una ragione per inserire le fragole nella nostra dieta primaverile in quanto sono ricche di vitamine, fibre e di polifenoli, potenti antiossidanti. All’alto contenuto di sostanze nutrienti buone per l’organismo, corrisponde un basso apporto calorico, zero grassi, zero sodio e zero colesterolo. La fragola è ricca di vitamina C (una porzione ne contiene quanto un’arancia), manganese (importante come antinfiammatorio e antinvecchiamento) e potassio e figura nella top 20 dei frutti con più antiossidanti, anche se la fragola non è propriamente un frutto,  bensì un falso frutto, ovvero un frutto aggregato, ingrossamento di un’infiorescenza. Consumate come dessert con una goccia di limone sono un ottimo sostituto dietetico del dolce che non necessita di zuccheri aggiunti. Invece, per chi vuole cimentarsi in un dolce strepitoso, è qui!   Dott. Michela Kuan

La mensa vegan è un diritto

Le famiglie dei bambini vegani pagano la ristorazione scolastica tanto quanto quelle dei bambini non vegani. Il Ministero della Salute con Regioni e Comuni hanno stabilito da sei anni la fornitura di pasti alternativi e nessuna certificazione medica per alimentarsi senza ingredienti di origine animale. Ma, secondo una ricerca della LAV, nonostante la crescita della domanda, molte Amministrazioni locali come Roma non prevedono ancora cibi dedicati ai vegani limitandosi a dare contorni o, seppure dispensati, cercano in alcuni casi di scoraggiarne l’utilizzo come fa la Regione Emilia Romagna (che non ha modificato le sue Linee Guida pur essendo precedenti a quelle nazionali) o richiedono, in maniera discriminatoria, certificati medici per una scelta che medica non è, come fanno Comuni comeTorino Parma Bologna e Rimini  o addirittura pretendono un consenso informato di scarico di responsabilità come fa il Comune di Ferrara. Per questo la LAV, forte anche di una pronuncia del TAR di Bolzano che nel maggio 2015 ha costretto il Comune di Merano a riammettere al nido una bambina la cui mamma si era rifiutata di accreditare la propria scelta etica vegana con un certificato medico, ha chiesto con una lettera al Ministro della Salute Lorenzin di inviare una Nota chiarificatrice a Regioni e Comuni in applicazione delle “Linee di Indirizzo Nazionale per la Ristorazione Scolastica” che sono state siglate anche dagli Enti locali nella Conferenza Unificata del 29 aprile 2010, e pubblicate nella Gazzetta Ufficiale dell’11 giugno successivo, che a pagina 22 recitano testualmente: “Vanno assicurate anche adeguate sostituzioni di alimenti correlate a ragioni etico-religiose o culturali. Tali sostituzioni non richiedono certificazione medica, ma la semplice richiesta dei genitori”. La richiesta è supportata da un’interrogazione parlamentare di cui la deputata Beatrice Brignone si è fatta promotrice, nella quale si citano anche due casi positivi, quelli di Milano e La Spezia che, in ottemperanza alle Linee Guida nazionali, riconoscono i pasti vegani e senza alcuna dichiarazione medica.

A Pasqua cambiamo musica!

Ogni anno la stessa storia. Ogni anno, all’avvicinarsi della Pasqua, comincia a scorrere un fremito di preoccupazione, una vena di empatia che pare ingrossarsi sensibilmente  in questa stagione. Serpeggia un resistente filo d’amore e  ansia per una specie di animali (anzi due) e un’età. Sono gli agnelli e capretti destinati alla tavola festiva. Cuccioli come tanti altri che le persone mangiano durante tutto l’anno e che – purtroppo - non riscuotono un simile interesse diffuso. Ma, se una goccia può scalfire la roccia e se l’importante è denunciare e parlarne, ecco che non possiamo essere sordi al richiamo delle voci-bambine che chiedono aiuto. Aiutare, sensibilizzare, si ma come? Presidi seriosi e silenziosi, scene quasi ‘pulp’ sono ormai ricorrenti in questo periodo nelle piazze di tante città. E noi abbiamo voluto cambiare, rivoluzionare il modo di attirare l’attenzione, senza perdere di vista il messaggio. Anzi lanciando un’esortazione bella forte e riconoscibile, ma luminosa, movimentata,  tempo di musica e con passo di ballo.               “LET IT BEEE - Anche gli agnelli si meritano un futuro oltre la Pasqua” è lo slogan con cui sabato 19 e domenica 20 marzo i volontari e simpatizzanti LAV hanno organizzato flash mob danzanti, realizzato con la collaborazione di ballerini, scuole di ballo e performer amatoriali, per attirare l’attenzione dei cittadini con vivacità e colore,  L’immagine simbolo dell’evento, una mamma insieme ai suoi due agnellini felici su un prato verde e il messaggio che richiama contemporaneamente il verso delle pecorelle e il titolo della notissima canzone dei Beatles, Let It Be appunto, richiama e rafforza il nostro messaggio a lasciare che gli animali vivano una vita lunga e felice, lontano dai nostri piatti. LET IT BEEE è l’invito che ha attraversato oltre 14 città suggerendo di scegliere una Pasqua priva di crudeltà, piena di buone ricette vegan e di agnelli felici, liberi di continuare a belare accanto alle mamme. Un messaggio positivo trasmesso dai ballerini in contrapposizione all’orrore,l’uccisione degli animali, che non può e non deve trovare la sua giustificazione nella tradizione. La LAV vuole contribuire all’abbandono di questa usanza feroce, perché l’alternativa a questo sacrificio ripetuto e a tutte le abitudini alimentari basate sulla morte di esseri viventi esiste già ed è quello di cambiare menu. Scopri il Menu di Pasqua realizzato dallo chef Martino Beria per la LAV!   Paola Segurini Responsabile Area Scelta Vegan  

L’acqua che non ci sarà

Nella Giornata Mondiale dell’Acqua, istituita dall’ONU nella data del 22 marzo, l’alimentazione Veg si conferma tra le soluzioni più efficaci, semplicemente praticabili e alla portata di tutti, per la conservazione delle risorse idriche, per l’equo accesso a beni primari come acqua e cibo, e per contrastare i cambiamenti climatici. Le Nazioni Unite  riportano che entro il 2050 l'agricoltura dovrà produrre il 60% di cibo in più a livello globale e il 100% in più nei paesi del Sud del mondo. Un aspetto, quello delle risorse alimentari, indissolubilmente legato al problema dei cambiamenti climatici. Nel 2015 è stato superato il limite di 1°C di riscaldamento medio globale rispetto al periodo preindustriale e il 2016 si avvia ad essere l’anno più caldo di sempre ed anche il più secco. Quest'inverno in Italia è stato registrato un aumento di 1.76°C nelle temperature medie, relative ai tre mesi appena trascorsi. Le precipitazioni sono state inferiori alla media, con un deficit totale pari al -22%. Le evidenze, sotto gli occhi di tutti, ci dicono che stiamo già assistendo agli effetti devastanti del cambiamento climatico causato dalle attività umane, tra le quali l’allevamento, specie quello intensivo, gioca un ruolo determinante. Per limitare il danno e per conservare risorse che permettano la sopravvivenza delle nuove generazioni dobbiamo agire ora e invertire la rotta. La produzione di carne comporta un consumo di acqua 7 volte maggiore* rispetto alla produzione di un pari quantitativo di proteine vegetali (esempio: soia contro carne bovina). Su questa base, la LAV calcola che basta il consumo medio di carne di 85 persone, per prosciugare in un solo giorno i 300mila litri di acqua contenuti nella Fontana di Trevi. Con la stessa quantità di acqua si stima che si possano produrre proteine vegetali per sfamare ben 637 persone in un giorno. Solo un netto cambio di direzione delle scelte alimentari può fare la differenza a favore delle risorse idriche globali, nonché sotto il profilo etico e salutare  gesti come chiudere il rubinetto mentre ci si lava i denti o si fa la doccia, benché importanti, non saranno mai risolutivi, dal momento che gli allevamenti stanno prosciugando il Pianeta, per far fronte alla produzione di carne e latticini. *Stima LAV paola segurini

La Pasqua non è solo rinascita

Accade tutto l’anno, ma tra una e due settimane  prima di Natale e di Pasqua, sulle autostrade si incrociano ancora più spesso i TIR per il trasporto di animali. Alcuni di essi, a prima vista  sembrano vuoti. Guardando bene si intravedono invece delle minuscole orecchie e paia di occhi che guardano terrorizzati all’esterno. Sono gli agnelli. A un mese di vita gli agnellini strappati dalla madre, vengono caricati su un camion. Metà di essi loro da Paesi dell'Est Europa. Gli animali viaggiano  in condizioni precarie, spesso senza cibo e acqua e sono privati della possibilità di muoversi, poiché sono quasi ammassati e costretti in spazi minuscoli per lunghissime tratte, che non prevedono soste. Arrivati ai macelli, i piccoli ovini e caprini attendono il loro turno, vedono i compagni morire, li sentono gridare di terrore e sono immersi nel pungente odore del sangue Quando giunge il loro momento vengono immobilizzati, appesi per una zampa e uccisi. Ci vogliono tre minuti perché il sangue defluisca completamente dal loro corpo. Per fortuna è aumentata, almeno rispetto al consumo di agnelli e capretti, la consapevolezza che, ha una forte componente empatica. Ne è una prova il drastico calo dei consumi della carne proveniente da questi animali: se nel corso del 2010 gli agnelli e i capretti macellati in Italia erano stati 4.834.473, nel 2015 ne sono stati macellati 2.353.817 (Fonte: Istat): ben il 51% in meno in sei anni. Ancora troppi, però, gli agnelli e i capretti che vengono uccisi nel periodo pasquale. Empatia e compassione nei confronti degli animali, invece, concorderebbero con il sentimento religioso della Pasqua, ne è la prova l’episodio della vita di San Francesco d’Assisi (Vita Prima) – modello ispiratore dell’attuale Pontefice – che lo vede barattare il suo mantello con due agnellini, piuttosto che permettere al pastore di condurre le bestiole al mercato per essere abbattute e mangiate Il nostro Menu di Pasqua, a cura dello Chef Martino Beria, aiuta a cambiare prospettiva, e a guardare le festività con gli occhi di chi ha a cuore tutto il creato. paola segurini

Intolleranti al glutine e Vegan?

Come in tutta la popolazione, l’intolleranza al glutine è diffusa anche tra chi sceglie di abbracciare la scelta vegan. Il modo di affrontare questa ‘caratteristica’ con carica positiva e salutare esiste. Ce lo spiega Felicia Sguazzi, food-blogger di ‘Le Delizie di Feli’ esperta anche in questa tematica. ---- Quale è il tuo primo consiglio Felicia?                                       La scoperta di questa intolleranza potrebbe far intimorire molti vegani, il segreto è  vivere le limitazioni come stimoli e non deprimersi  a causa dall'eventualità di limitare la nostra scelta. Andiamo a far la spesa e osserviamo con maggior attenzione gli ingredienti fino ad ora ignorati, scopriremo tanti alimenti nuovi e gustosi. E poi? Come spesso accade nel quotidiano, le nostre preferenze alimentari sono limitate, ci orientiamo su ingredienti sicuri e testati. Abbiamo la certezza che se cuciniamo le polpette di sempre, saranno gustate,  che se prepariamo un bel piatto di pasta con tante verdure i nostri figli lo apprezzeranno, che se trasformiamo la serata del sabato nel Pizza Day conquisteremo tutta la famiglia. E' necessario entrare nell’ordine di idee che alcuni alimenti vanno eliminati, ma dobbiamo sfruttare questa azione come un’opportunità di inserirne di nuovi, altrettanto buoni e appaganti. E tu come hai fatto? Ho eliminato il glutine dalla mia dieta molto tempo fa, ammetto, all'inizio la tentazione di assaggiare il pane appena sfornato o la pizza è stata difficile da superare. Spesso assaggiavo e mi sussurravo: un solo pezzetto.... ma poi il pezzetto si trasformava in un trancio e i problemi iniziavano. Basta assaggi... con determinazione ho resistito alla tentazione e il tempo mi ha aiutata. La tentazione si spegne, il nostro corpo si abitua e non vive più la privazione come un sacrificio. Continuo a cucinare per la famiglia, sforno pane, pizze, focacce, il profumo mi inebria e mi basta. Ma, oltre a queste prelibatezze,  porto in tavola anche pane, pizze, focacce senza glutine, prodotti che sforno per soddisfare le esigenze di tutta la famiglia. Ecco, magicamente il Pizza Day è tornato, la domenica sera ci concediamo piadine, focacce o pizza.  In tutto questo il segreto è quindi nell’atteggiamento mentale, nella ricerca di informazioni e nella voglia di sperimentare, giusto? Sì. Io sono stata fortunata e sono riuscita a vivere le restrizioni come stimoli per scoprire nuovi alimenti, ho sfruttato l'occasione,  ho iniziato a sperimentare, impastare, dosare e i risultati non si sono fatti attendere molto. Ora il mercato offre una vasta scelta di prodotti pensati e studiati per chi ha intolleranze, con un poco di  pazienza riusciamo tutti ad individuare i più adatti alle nostre esigenze ed inoltre abbiamo un grande strumento di informazione e condivisione: il web. Accendiamo il computer e navighiamo, troveremo tanti blog, gruppi, forum e tantissime persone con il nostro stesso problema, troveremo informazioni di base, stimoli, idee, ma soprattutto la possibilità di confrontarci. Il web nasconde anche molte insidie, consideriamo tutte le informazioni come informazioni di base, sarà poi il nostro giudizio, il parere del medico o altre ricerche a fornirci conferme. Grazie per ora Felicia, la prossima volta ci butteremo sul pratico, vero? Sì, non vedo l’ora! (1. Continua) __ Qui una ricetta di Felicia, ovviamente senza glutine.   paola segurini    

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