Cagliari: nuovo passo avanti nella tutela dei bimbi vegan

L'alimentazione 100%vegetale, seguita a partire dalla nascita, non pregiudica la crescita e non è biasimevole. Un pronunciamento del Tribunale di Cagliari ha decretato che, se correttamente applicata secondo le indicazioni nutrizionali degli specialisti, la scelta vegan è adatta ai bimbi.  Noi lo sapevamo. Lo dice la letteratura scientifica. L'Academy of Nutrition and Dietetics conferma da oltre 15 anni che "[...] le diete vegetariane correttamente pianificate, comprese le diete vegetariane totali o vegane, sono salutari, adeguate dal punto di vista nutrizionale e possono conferire benefici per la salute [...] e sono appropriate per individui in tutti gli stadi del ciclo vitale inclusa prima e seconda infanzia".  Tuttavia la vicenda che Vegolosi ci racconta qui viene ad essere un'ulteriore dimostrazione di come i professionisti della medicina pediatrica siano a volte frettolosi nell'attribuire sintomi generici alla scelta vegan che i genitori fanno per i loro figli. E sbagliano. E il Tribunale corregge la rotta, considerata l'evidenza. In sostanza siamo di fronte ad  un nuovo passo avanti nella tutela dei diritti dei vegani, ad una famiglia rasserenata, ad un bimbo che cresce ben. Un buon modo per iniziare luglio. Paola Segurini  

50 sfumature di viola..

Nelle sue mille sfumature che vanno dal viola al nero, la melanzana è un tipico ortaggio estivo che racchiude incredibili proprietà diuretiche e tanto gusto!   La melanzana, infatti, è molto ricca di acqua (elemento che costituisce circa il 93% della sua essenza) e per questo motivo stimola l’attività dei reni. Possiede anche una discreta percentuale di potassio, di vitamine A e C, di fosforo, di calcio, e di tannino, mentre ha una quantità irrisoria di grassi (0,1%) e contiene pochi zuccheri (2,6%). Inoltre, può vantare proprietà depurative ed è blandamente lassativa, oltre a regolarizzare e stimolare l’attività del fegato contribuendo ad aumentare la produzione e l’eliminazione della bile. Sembra che soprattutto nella buccia siano presenti sostanze che hanno effetti benefici sul pancreas e sull’intestino, oltre che funzionali per abbassare il livello di colesterolo nel sangue.   La melanzana possiede anche un altro pregio: è ricca di fibre (tra le quali domina la pectina) che sono ben tollerate dall'intestino e contribuiscono a facilitarne il funzionamento. Essendo pastose, si adattano a essere protagoniste di sformati, sughi, chips o ottime polpette come queste..   Dott. Michela Kuan

Carne lavorata in menu ospedali? No

Nei giorni scorsi l’AMA (American Medical Association), che riunisce 200.000 medici, ha finalmente diffuso una dichiarazione ufficiale con cui chiede agli ospedali di fornire pasti 100 % vegetali e di togliere dai menu le carni lavorate. La risoluzione è patrocinata anche dalla Medical Society of the District of Columbia e dall'American College of Cardiology. Si tratta di un passo importante per il mutamento della cultura alimentare, che nei luoghi deputati alla cura della salute non eccelle per salubrità. Neanche in Italia. L’importante organizzazione invita gli ospedali statunitensi  a tutelare la salute dei pazienti, del personale e dei visitatori, fornendo una varietà di alimenti sani, inclusi pasti 100% vegetali e pasti a basso contenuto di grassi, di sodio e di zuccheri aggiunti, in cui non compaiano carni lavorate e ci siano bevande salutari.  Numerosi studi scientifici dimostrano che l'alimentazione 100% vegetale può prevenire e persino curare le malattie cardiovascolari, il diabete e l'obesità. Noi lo sappiamo. La raccomandazione dell'AMA di togliere le carni lavorate dai menu risponde alle raccomandazioni dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, che nel 2015 ha definito le carni lavorate cancerogene per l’uomo. L'American Institute for Cancer Research e il World Cancer Research Fund, esaminando 85 studi, effettuati su 17,5 milioni di adulti, hanno rilevato infatti che ha più probabilità di avere un cancro allo stomaco chi assume tre porzioni di alcol al giorno, 50 grammi di carni lavorate o mangia cibi conservati con il sale. Si tratta appunto delle carni  trasformate ''attraverso processi di salatura, polimerizzazione fermentazione, affumicatura, o sottoposte ad altri processi per aumentare il sapore o migliorare la conservazione''.  La maggior parte di esse contiene maiale o manzo, ma possono anche contenere altri tipi di carni rosse,o prodotti derivati come il sangue. Esempi di carni lavorate includono gli hot dog, il prosciutto, le salsicce, la carne in scatola, le preparazioni e salse a base di carne. Pensiamoci  bene a questa presa di posizione dell’AMA, perché  più sono i medici e gli ospedali che sostengono la nocività delle carni (lavorate e non) e ne favoriscono la diminuzione più facile e vicino è il cambiamento. Per tutti. Anche da noi.   Paola Segurini

Vivi felice, mangia più frutta: le more di gelso

Uno studio australiano ha mostrato che le donne di mezza età che mangiavano due porzioni di frutta al giorno risultavano del 16% meno stressate di chi non ne consumava. La stessa associazione vale per la verdura: le donne che mangiavano da tre a 4 porzioni di verdura al giorno avevano il 18% in meno di probabilità di essere stressate.   Il benessere psicologico ha radici profonde nello stile di vita e nella nutrizione di ciascuno e il controllo della componente infiammatoria, infatti mangiare il giusto quantitativo di frutta e verdura fresca garantisce un buon introito di vitamine, sali minerali, antiossidanti e fibra, elementi essenziali per il benessere di corpo e mente.   Non dimentichiamo, però, che non si dimagrisce, né si sopravvive bene, di sola insalata e che il giusto quantitativo di proteine, così come i giusti grassi buoni sono essenziali garantire salute e forza. Giugno è un mese ricco di prelibatezze e dagli alberi pendono succose e dolci more di gelso, bianche o nere, sono in realtà drupe simili alle comuni more di rovo, ma con forma oblunga.    Costituite dall’85% di acqua, sono ricche di fibre e zuccheri come fruttosio e glucosio, e per questo prolungano il senso di sazietà. Sono anche una buona fonte di calcio e fosforo e sono ricche anche di vitamina C. Inoltre, al pari dei frutti di bosco, anche le more di gelso sono ricche di resveratrolo, un potente antiossidante.   Se avete la fortuna di poterle consumare fresche sono perfette da sole o come complemento acidulo per le macedonie, potrete sbizzarrirvi anche nell’aggiungerle al vostro muesli per la colazione e nello yogurt. Provatele nell’insalata: un tocco di originalità perfetto per stupire. Le more di gelso sono ottime anche per preparare ricche marmellate da utilizzare in inverno, ecco qui  una ricetta per realizzarle.   Dott. Michela Kuan

Albicocche: buone e ricche

Quando pensate alle albicocche, immaginatele come una potente miscela compatta di sostanze benefiche. I principi nutritivi che nobilitano frutti dolci e vellutati sono soprattutto betacarotene e licopene, infatti queste sostanze ostacolano il processo mediante cui si formano le lipoproteine a bassa densità o colesterolo LDL (il cosiddetto colesterolo “cattivo”).   Tre albicocche contengono 3 grammi di fibra, pari al 12% del fabbisogno giornaliero, in cambio di un apporto calorico minimo; fibre utili per dimagrire e tenere sotto controllo la glicemia.  Hanno anche un forte potere antiossidante, dovuto alla vitamina A, che contribuisce ad arginare gli effetti dei radicali liberi contribuendo alla salute degli occhi, della pelle, dei capelli, delle gengive.   Una curiosità: un tempo le donne cinesi mangiavano albicocche per favorire la fertilità. L’intuito femminile ha preceduto ciò che la scienza avrebbe successivamente confermato: le albicocche sono ricche di minerali indispensabili per la produzione degli legati al sistema riproduttivo.   Per rinfrescare la mente, il corpo ma principalmente il palato, l’ideale è gustarle fresche nella variante di una delicata, ma saporita mousse.   Dott. Michela Kuan

Se il formaggio vegetale non esiste

La  Corte di Giustizia dell'Ue nella sentenza relativa ad una causa tra la ditta tedesca TofuTown e l'associazione Verband Sozialer Wettbewerb, non possono, in linea di principio, essere commercializzati con denominazioni come "latte", "crema di latte o panna", "burro", "formaggio" e "yogurt", che il diritto comunitario riserva ai prodotti di origine animale   Da ciò si deduce che il ‘formaggio’e il ‘burro’ vegetale’ non esisteranno, come nomi, più. Anche se seguiti da una specifica che ne chiarisce l’origine non animale, o comunque ne diversifica la ricetta, come ad esempio "burro di Tofu" .   Questa la notizia di oggi, che ha tutta l'aria di essere una 'reazione al grande successo delle alternative vegetali nel mercato europeo.   Certamente qualche soluzione si troverà, che sia accettabile per il diritto comunitario e sufficientemente chiara per i consumatori.   In ogni caso  l’avanzata dei prodotti vegan è inarrestabile e ha caratteristiche sempre più concrete: non la fermeranno un nome o un etichetta.   La gente ormai è sensibilizzata, conosce vantaggi etici, salutari e di gusto e sa leggere, anche tra le righe!    ps

Nuovo grande studio conferma pericolosità carne

Dopo le affermazioni dell’ OMS che alla fine 2015 hanno illuminato - in modo abbagliante e impossibile da ignorare – i danni che il consumo di carne rossa e processata inducono sull’organismo, e dopo le dichiarazioni dell'American Institute for Cancer Research e del World Cancer Research Fund (qui) ecco risuonare parole analoghe anche quest’anno. Un’altra volta, un grande studio, un ente prestigioso e una pubblicazione autorevole. Una ricerca ampia e profonda, effettuato su circa 537 mila partecipanti, suddivisi in cinque fasce a seconda del quantitativo di carne consumata settimanalmente. L’ambiente dell’indagine è stato il National Cancer Institute di Bethesda, negli USA e i risultati sono apparsi qualche giorno fa sul British Medical Journal. Il team di scienziati americani ha verificato come il consumo di carni rosse e processate si correli con un aumento medio di mortalità del 26% per tutte le cause e per nove cause specifiche. La connessione più forte è emersa con i decessi da epatopatia cronica (aumenta del 230% nei forti consumatori di carni rosse) ma altre condizioni cliniche nefaste, come tumori, malattie cardiache e respiratorie, ictus, diabete, infezioni, demenza di Alzheimer, patologie renali ed epatiche croniche mostrano il loro legame con questi cibi.  Il lavoro svolto sottolinea come le carni rosse contengano il ferro eme, molto ossidante e che favorisce la formazione di sostanze cancerogene nell'intestino e in quelle processate abbondino i pericolosi e nitriti/nitrati. Tra gli altri motivi di rischi ci sono i contaminanti dei mangimi animali (e lo sviluppo di antibiotico-resistenza) e le ulteriori sostanze cancerogene che si producono con i metodi di cottura delle carni, Last but not least, il professor John Potter, docente di epidemiologia del Centre for Public Health Research, Massey University (Wellington, Nuova Zelanda) e autore dell’editoriale che accompagna lo studio, sottolinea l’impatto disastroso che il consumo di carni rosse ha sul Pianeta, ad evidenziare che anche questo aspetto non è da tralasciare quando si parla di salute. Uno studio dopo l'altro, un organismo scientifico autorevole dopo l'altro e la sostanza dei risultati e degli avvertimenti appare sempre la stessa: cambiare menu è obbligatorio, da qualsiasi parte si guardi, ed è una scelta inevitabile e di buon senso, il minimo richiesto a persone responsabili e intelligenti. Attendiamo il contrattacco (donchisciottesco) di chi – fortunatamente  – continua a perdere terreno. paola segurini

Combattere la fame nervosa

I ritmi impossibili della nostra società ci portano a correre, accumulare stress e mangiare con pasti improvvisati che non nutrono ma innescano circoli viziosi tra fame e voglia di qualcosa di “peccaminoso”. I principi cardine per non cadere in questo sistema che ci porta a combattere costantemente contro voglie di qualcosa di proibito sono due.   Punto fondamentale seguire il saggio consiglio delle nonne: non saltare mai la colazione, anzi abbondare con frutta fresca, muesli, latte di cereali vari e/o una bella fettona di pane nero con cioccolato ultra fondente e noci.    Altro punto cruciale è ricordarsi che quando si introducono carboidrati bisogna sceglierli sempre integrali (quelli veri non il pane bianco con macchie scure che non è altro che crusca –scarto alimentare- impastato con grassi per alzare il prezzo) componendo la pietanza con delle proteine, il trucco più semplice per farlo? Aggiungere semi! Che si tratti di un’insalata, una macedonia o delle preparazioni al forno, una semplice manciata di semi apporta la quota proteica in grado di tamponare il rialzo della glicemia e conseguente rilascio di insulina.   Tra le meravigliose cose che la natura ci offre, i legumi – semi raccolti nei loro baccelli – presentano tutte queste caratteristiche, scopriamo quindi da vicino le fave che caratterizzano maggio e i profumi di questo colorato mese.   • Le fave sono molto ricche di proteine e di energia, così come altri legumi tra cui fagioli e lenticchie. Sono altrettanto ricche di fibra alimentare, che aiuta a proteggere la mucosa del colon, diminuendo i tempi di esposizione a sostanze tossiche. Presentano, inoltre, buone quantità di fitonutrienti, come gli isoflavoni e gli steroli vegetali.  • Contengono levodopa, un precursore di neurosostanze chimiche nel cervello come la dopamina, l’adrenalina e la noradrenalina. Ormoni legati al buon funzionamento dei movimenti nel corpo e dell’umore. • La presenza di vitamina B6 (piridossina), tiamina (vitamina B1), riboflavina e niacina funzionano come coenzimi nel metabolismo cellulare di carboidrati, proteine e grassi. • Infine sono ottime fonti di minerali come ferro, rame, manganese, calcio, magnesio, potassio.   Eccoqui la ricetta con le fave: polpettine golosissime.   N.B. Un trucchetto per ridurre il senso di fame è stimolare il punto posto sulla protuberanza cartilaginea che copre il condotto uditivo esterno, chiamata trago. Per un'efficace automassaggio è sufficiente stimolare con un dito la superficie esterna del trago bilateralmente e in maniera decisa ma mai dolorosa per 30-40 secondi più volte durante la giornata.   Dott. Michela Kuan    

Vegan Chef Contest: premiazione

Alberto Pampagnin, studente della classe 5 I pasticceria dell’Istituto “Cesare Musatti” di Dolo (VE) - vincitrice dell’edizione 2016-2017 del Vegan Chef Contest - è l'anima dello splendido dessert  Rosso Incanto che si è classificato primo al concorso. Questa mattina, insieme alla sua classe, ha partecipato alla lezione premio tenuta dallo Chef Martino Beria. Congratulazioni alle nuove leve della golosissima cucina Vegan!  P.S.

I fiori in tavola

  Belli, colorati, profumati e mettono allegria. Oltre ai noti fiori di zucca, sono tanti i petali commestibili che possono essere utilizzati in cucina per ottime frittelle o decorare e insaporire i vostri piatti, daranno un tocco di allegria ed eleganza che stupirà tutti a tavola. In particolare, in questo periodo, abbondano fiori di sambuco e acacia tra i colli, mi raccomando cogliete i grappoli da alberi che vivono in zone poco trafficate e cucinateli il più presto possibile.   Per preparazioni dolci consiglio: Camomilla – Utilizzata principalmente per farne degli infusi questi fiori hanno un sapore dolce e un buon profumo delicato. Provate ad aromatizzare dei biscotti o dei muffin. Garofano – I petali sono dolci e spesso vengono utilizzati per liquori e per guarnire biscotti e pasticcini. Ma sono sorprendenti nel risotto! Gelsomino – Conosciuti come ingrediente per aromatizzare il tè, è perfetto anche per la preparazione di biscotti o torte. Gerani – Con i petali dei gerani si preparano semifreddi, sorbetti, vini, liquori, ma sono ottimi anche sotto forma di marmellata. Menta – I fiori sanno di menta. Perfetto per semifreddi, gelati o sorbetti. E in estate delle bevande rinfrescanti. Rosa – Forse il fiore più utilizzato per preparare dolci e marmellate, sciroppi, liquori e cocktail. Ha un profumo delicato, ma un sapore più deciso. Sono ottimi anche per arricchire insalate e risotti. Viola – Come la rosa è tra le più conosciute ha un sapore delicato che ricorda la menta. Ideale per gelati, gelatine e confetture, ma anche per insalate e bibite. I petali possono anche essere canditi.   Mentre per quelle salate: Borragine – Di uno splendido colore blu acceso, è buonissimo in pastella. Fiori di zucca – Molto conosciuti nella tradizione culinaria italiana da fare ripieni o per una torta salata. Girasole – I petali sono commestibili nell’insalata daranno colore. Il germoglio può essere cotto a vapore, come un carciofo. Tarassaco – I suoi fiori e le sue foglie possono essere aggiunti ad insalate e risotti, hanno un sapore leggermente amarognolo.   Qui una ricetta che vale per tutti.   Dott. Michela Kuan

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