Ci sono momenti i cui il mondo sembra davvero andare in direzione contraria al buon senso e alla logica. 
Lo scorso venerdì è stato uno di quelli: sono state diffuse le proposte per le nuove Linee di indirizzo per la ristorazione scolastica, per la ristorazione ospedaliera e assistenziale e per la ristorazione ospedaliera pediatrica che accorpano in precedenti versioni distinte e si occupano di tutti i contesti citati. In un tempo in cui si parla sia di inclusione, che di prevenzione, che di emergenza climatica, il documento a un enorme passo indietro. E si muove in modo ostruzionistico verso l’alimentazione veg. A scuola e non.

Considerata l’importanza sempre crescente che rivestono le scelte alimentari guidate da motivazioni etiche, filosofiche e culturali e di orientamento alla massima sostenibilità ambientale, il testo presentato alla Conferenza Unificata appare assolutamente in controtendenza, anche  rispetto a alle Linee Guida nazionali sulla ristorazione scolastica che non pongono alcuna discriminazione ma, anzi, a prevedono che “Vanno assicurate anche adeguate sostituzioni di alimenti correlate a ragioni etico-religiose o culturali. Tali sostituzioni non richiedono certificazione medica, ma la semplice richiesta dei genitori”.

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