In un rapporto intitolato "Rethinking Food and Agriculture 2020-2030", il Think Tank indipendente americano RethinkX spiega come le nuove tecnologie alimentari provocheranno il crollo dell’industria della carne e dei latticini entro il 2030.

Entro il 2035, la domanda di questo genere di alimenti si sarà ridotta dall'80% al 90% e i volumi delle coltivazioni, come soia, mais ed erba medica, diminuiranno di più del 50% per il 2030. Per lo stesso anno, circa il 60% dei terreni utilizzati per allevamento, foraggi e mangimi sarà libero per altri usi.

Lo studio spiega l’innovativo metodo della fermentazione di precisione (che consente di programmare i microrganismi per ottenere la produzione di molecole organiche complesse ed è già utilizzato per produrre le vitamine e tanti altri principi) e il modello di produzione definito Food-as-Software che stanno per rivoluzionare l'industria alimentare.

Il principio portante è che invece di allevare un animale per scomporlo in pezzi e ricavarne prodotti alimentari, il cibo sarà costruito a livello molecolare secondo specifiche precise e un processo che va da piccolo a grande, non viceversa.

Gli alimenti creati con il nuovo sistema avranno più benefici nutrizionali e presenteranno minori rischi per la salute in caso di patologie collegate al cibo, come quelle cardiache, l’obesità, il cancro e il diabete. Ciò rappresenterà anche un enorme risparmio in termini di costi sanitari.

L'impatto sull'ambiente sarà del tutto diverso, RethinkX prevede che le emissioni di gas a effetto serra prodotte negli USA dagli animali allevati diminuiranno del 60 per cento entro il 2030. Entro il 2035, potrebbero scendere di quasi l'80%. I nuovi alimenti – o meglio, gli alimenti ricavati con questo metodo - si dimostreranno fino a 100 volte più efficienti in termini di utilizzo del suolo rispetto ai cibi di origine animale e richiederanno 10 volte in meno risorse idriche per la loro produzione.

paola segurini