Latte: altro che mucche felici
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/ Pubblicato: 13/11/2019 da admin
Vacche da latte in agonia e lasciate morire, fosse comuni, condizioni igienico-sanitarie raccapriccianti con bovini malati, tra escrementi, infestati da vermi, e cisterne di raccolta del latte invase da blatte: accade nella civilissima Italia, non nel medioevo ma in questi giorni, nel cremonese. (Continua)
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In un mondo di pubblicità con le mucche felici, quelle che muggiscono di gioia passeggiando sui prati verdi, che regalano il latte come se fosse un gadget prodotto solo per nutrire grandi e piccini della specie umana, non può non causare un sobbalzo di stupore il video che promuove una nuova barretta al cioccolato 100% vegetale - a base di latte d'avena e cacao - immessa sul mercato dall'azienda Katjes.
La novità, trasposta in grafica da Gerald Scarfe, disegnatore delle memorabili copertine degli album dei Pink Floyd, è l'evocazione - neanche troppo celata - dell'utilizzo delle mucche, tutt'altro che felici, come vere e proprie macchine da latte.
Schierate come un esercito di fanti buttati alla guerra, eccole nel video - non esente al suo lancio da reazioni delle categorie commerciali coinvolte - che vale davvero la pena vedere. La realtà degli allevamenti di bovine da latte - ingravidate artificialmente a ritmo continuo per 4 o 5 anni (poi eliminate per calo di produttività, contro un'estensione naturale della loro di vita di 20-25 anni), private subito del vitellino che succhierebbe il prezioso fluido corporale a lui destinato dalla natura, costrette a produrre fino a 60 litri di latte al giorno - è pressoché quella. E anche peggio, perché molto automatizzata e legata a macchine installate sulle 'macchine' a quattro zampe. Che però sono esseri senzienti, come noi,
E allora ben venga, in un ambiente grafico surreale e di grande effetto, quello giusto per farsi ricordare e notare, il cioccolato “fresco e senza mucche” come si afferma nello spot, prezioso veicolo del messaggio che “ogni vita è preziosa, e le mucche non sono macchine per il latte, nemmeno per il cioccolato”.
Grazie. Erano anni che vi aspettavamo, con la vostra verità sulle mucche da latte.
paola segurini
World Vegan Day: una ricorrenza sempre più importante
Il 1° novembre si è celebrato il World Vegan Day, una ricorrenza che assume sempre maggiore importanza in tutto il mondo. Chi ce lo dice?
Ce lo dice The Fork, tra le principali app di prenotazione online di ristoranti, diffusissima, che ha deciso di approfondire il fenomeno Vegan con un sondaggio. In Europa, il nostro Paese ha registrato l'aumento più forte di prenotazioni presso i ristoranti che offrono anche piatti vegani e il maggior numero di ristoranti con opzioni vegane: il 22% dei ristoranti partner e prenotabili.
Ce lo dice il rapporto di Rethinx,che spiega come le nuove tecnologie alimentari provocheranno il crollo dell’industria della carne e dei latticini entro il 2030. Ce lo conferma la sempre più ampia diffusione di Beyond Meat e prodotti simili.Come anche la scelta di Ikea (e non solo) di non inserire carne nel menu di Natale, ma una torta salata vegana.
Ce lo dice Netflix, ormai irrinunciabile sistema di visione on-demand, che ha incluso The Game Changers, il fim che dimostra con con grande ricchezza di testimonianze e interviste come l’alimentazione 100% vegetale sia adatta anche a chi fa sport agonistico e ottima per tutti, tra le pellicole proposte agli abbonati.
Ce lo dice l’attenzione su Greta e sulle istanze dei Fridays For Future, anche se il tema consumo carne è in sottofondo, ancora non ‘conclamato’ del tutto, comincia a emergere, in virtù (ahimè) della distruzione dell’Amazzonia. Un segno di pochi giorni fa si è avuto al Sinodo Amazzonico, quando durante una conferenza stampa, Karel Martinus Choennie, vescovo di Paramaribo, in Suriname ha dichiarato “Le foreste scompaiono perché il mondo ricco vuole mangiare carne”.
Sono solo esempi fra i tanti che ci dicono che l’alimentazione Vegan sta uscendo sempre più dalla nebbia confusa e isolante della scelta individuale e sta entrando tra la folla.
paola segurini
Fois Gras vietato: New York sia d'esempio
Una data storica quella di ieri, 30 ottobre 2019, per i diritti degli animali. Il Consiglio Comunale di New York ha infatti votato e approvato il divieto di vendita e produzione di fois gras da alimentazione forzata (praticamente l’intera produzione). La risoluzione è stata fortemente sostenuta, dalla sua presentazione a gennaio a ieri, dal gruppo ‘Voters for Animal Rights” in testa a una coalizione composta da oltre 50 altre organizzazioni no profit, tra cui Mercy for Animals, Peta, Humane Society US e Humane League. Dietro di loro la forza di centinaia di migliaia di attivisti.
La crudeltà del Fois Gras è immensa e nota: l’oca viene alimentata con violenza fino a tre volte al giorno con un tubo di metallo inserito nell’esofago. Raggiunti i tre mesi, l’animale viene macellato per poterne prendere il fegato grassissimo e malato e ricavarne il ‘delizioso’ paté.
L’effetto del voto di ieri si vedrà concretamente nel 2022: le attività commerciali avranno infatti un periodo di tre anni per rimuovere il foie gras da listino e menu. Le sanzioni per chi trasgredirà andranno dai 500 ai 2.000 dollari e fino ad un anno di carcere.
New York sia d’esempio.
p.s.