Gia i primi giorni d'agosto, secondo le informazioni date dagli Stati membri ai servizi della Commissione, i Paesi che avevano ricevuto lotti provenienti dalle aziende coinvolte dalla contaminazione da fipronil, insetticida dannoso per l'uomo, utilizzato per i parassiti delle galline ovaiole,  si trattava di Svezia, Francia, Germania, Regno Unito, Austria, Irlanda, Polonia, Romania, Danimarca, Slovenia, Slovacchia, Lussemburgo, Hong Kong e Svizzera. 
Erano state fermate per indagini 195 aziende in Olanda, 86 in Belgio, 5 in Francia e 4 in Germania, con un continuo balletto di cifre in merito al numero delle uova.
 
In Italia, dai riscontri incrociati, effettuati e comunicati dal Ministero della Salute, tra le liste di aziende coinvolte e di quelle che avevano spedito prodotti  nella penisola nei tre mesi precedentii, risultava da una segnalazione delle autorità francesi, pervenuta in data 8 agosto che una ditta di quel Paese avesse acquistato uova da uno degli allevamenti olandesi interessati e le avesse trasformate in ovoprodotti poi venduti  anche ad una nostra azienda, i cui articoli erano però stati ritirati prima della messa in commercio. 
 
Il Ministero aveva annunciato un monitoraggio.
 
Oggi,  21 agosto vengono diffusi di dati del monitoraggio: due i campioni positivi al fipronil in Italia. Si tratta dell'esito delle prime analisi effettuate dagli Istituti zooprofilattici nazionali su 114 dei campioni raccolti nell'ambito dell'attività di monitoraggio per la ricerca di eventuali contaminazioni su uova, prodotti derivati e alimenti che li contengono. 
Sono in corso ulteriori accertamenti in corso sui due positivi, per individuare le cause della contaminazione.
 
Ci preoccupiamo? Un modo per non preoccuparsì c'è: se si è fatta o si farà la scelta vegan, il problema (a livello individuale) della salubrità delle uova rispetto al fipronil sarà risolto.
 
Niente uova, niente insetticida nel piatto.
 
Rimangono però  l'enfasi e l'impegno quotidiano per la denuncia dello sfruttamento estremo delle galline ovaiole, utilizzate come macchine sfornatrici di un alimento che può essere oggi sostituito egregiamente in modo cruelty-free.
 
La strada è lunga, ma l'empatia è un sentimento forte che, nel tempo, trionferà, per le galline libere (e i loro pulcini).
 
paola segurini