Vegan a scuola: un altro passo avanti!
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/ Pubblicato: 06/05/2016 da admin
Passo avanti proprio nel giorno della manifestazione pro-carne 'bisteccheallariscossa' organizzata per arginare la ormai naturale diminuzione del consumo da parte degli italiani.
Una Nota della Direzione Generale per la sicurezza degli alimenti e la nutrizione del Ministero della Salute, diffusa ieri a compimento dell’impegno preso dal Sottosegretario De Filippo il 12 aprile alla Camera, in risposta a un’interrogazione della deputata Beatrice Brignone fatta presentare dalla nostra associazone, che con la presente Campagna “Cambiamenu” fa conoscere i benefici morali, nutritivi, sociali della scelta vegana.
“Iniziative di Regioni che impropriamente sconsigliano la scelta vegetariana e vegana e di Comuni che richiedono certificazioni mediche o comunque un’assunzione di responsabilità supplementare alle famiglie che scelgono l’alimentazione vegetariana o vegana, sono in contrasto con quanto stabilito dalle Linee Guida di Indirizzo nazionale per la ristorazione scolastica sottoscritte sei anni fa anche da Regioni e Comuni, pubblicate in Gazzetta Ufficiale, che recitano testualmente: Vanno assicurate anche adeguate sostituzioni di alimenti correlate a ragioni etico-religiose o culturali. Tali sostituzioni non richiedono certificazione medica, ma la semplice richiesta dei genitori".
Il comunicato integrale è qui.
Paola Segurini
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Guarda tutte le notizie >>Lettera al Sindaco di Senigallia
Al Sindaco di Senigallia - Maurizio Mangialardi
Egregio Sindaco,
ho letto con stupore la sua risposta alle famiglie che hanno chiesto pasti vegani per la refezione scolastica dei figli. Sostanzialmente lei dice che se riconosce i vegani poi lo dovrà fare per le altre almeno venti scelte alimentari diverse da quella onnivora e questo ha un costo economico e organizzativo.
Aldilà che queste sette famiglie pagano il servizio tanto quanto le altre, il suo Dirigente comunale non potrà non aver informato Lei e la Giunta che questo riconoscimento non è una facoltà ma un obbligo che i Comuni si sono impegnati a rispettare firmando, il 29 aprile 2010, in sede di Conferenza Unificata con Regioni e Ministero della Salute, le “Linee di indirizzo nazionale per la refezione scolastica”, redatte anche con il contributo dell’Istituto Nazionale per la Ricerca e la Nutrizione (a proposito di eventuali dubbi sugli aspetti nutritivi della scelta vegana in qualsiasi età) pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale n.134 dell’11 giugno 2010, che recitano – a pagina 22:“Vanno assicurate anche adeguate sostituzioni di alimenti correlate a ragioni etico-religiose o culturali. Tali sostituzioni non richiedono certificazione medica, ma la semplice richiesta dei genitori”. Tale prescrizione è stata ribadita da una recente Nota del Ministero della Salute diffusa il 25 marzo scorso.
Tra le motivazioni etiche che comportano la richiesta di menu alternativi con sostituzioni che “vanno assicurate” (adeguate, bilanciate e di buon livello nutrizionale) è compresa anche la scelta vegana, vale a dire l'alimentazione che esclude carne, pesce e altri alimenti derivati dall’uccisione di animali, latte e suoi derivati, uova, miele e qualsiasi altro alimento di origine animale.
Risulta in continua crescita il numero di persone che in Italia scelgono di optare per questo genere di alimentazione (l’8% della popolazione è vegetariana e l’1% è vegana, in base al Rapporto Italia 2016, pubblicato da Eurispes) e che numerosi sono i vantaggi – verificati da una moltitudine di studi e dai principali Istituti Scientifici – in termini di prevenzione e tutela della salute che una simile scelta comporta.
La validità della scelta vegana in ambito scolastico è stata inoltre recentemente confermata dalla sentenza n. 245/2015 del Tribunale di Giustizia Amministrativa di Bolzano. Tale pronuncia ha infatti revocato il provvedimento di rifiuto d’iscrizione presso un asilo nido di un bambino per il quale i genitori avevano richiesto l’alimentazione vegana, deciso dalla Direttrice dell’Ufficio istruzione e scuole del Comune di Merano, che aveva ingiunto alla madre di “consegnare una attestazione del pediatra di libera scelta dalla quale risultasse lo stato clinico del bambino e l’assenza di carenze nutrizionali” stabilendo che, in caso i genitori non avessero provveduto, “il bambino non avrebbe potuto più frequentare la struttura”.
La sostanziale correttezza di una simile interpretazione è riprovata dalla presenza di altri Comuni, quali La Spezia e Milano, che prevedono, al contrario al momento di Senigallia, la possibilità di ottenere pasti senza ingredienti animali per i propri bambini e senza necessità di presentare un parere medico. E altri Comuni grandi e piccoli offrono la scelta vegana, da Rimini a Gradara. Chieda a loro come fanno per i menu (che sono meno complicati di quello che può pensare, dalla pasta e fagioli alla pasta al pomodoro, dai burger di seitan al riso e piselli, alle crocchette di tofu, e sul nostro sito www.cambiamenu.it potrà leccarsi i baffi) e scoprirà che questo aggravio di costi e organizzazione – al pari dei pasti per bambini ebrei o mussulmani – non è, peraltro, rilevante.
Signor Sindaco, ho avuto il piacere di conoscerla in due conferenze dell’attivissimo Rotary Club di Senigallia, con relative cene, vegane. Ho lì appreso della sua formazione erboristica e quindi aperta all’innovazione così come alla valorizzazione della tradizione, come fa proprio la scelta vegana.
Non solo. Lei ha in casa, un Istituto Professionale per la Ristorazione come il “Panzini” che con un corso da noi patrocinato alcuni mesi fa assieme a docenti di Scienze dell’Alimentazione ha intrapreso una specializzazione proprio in menu senza carne e altri ingredienti animali, un’opportunità di lavoro ed espansione della ricettività turistica di Senigallia.
Le Marche con la vicina Romagna è inoltre una delle culle della produzione alimentare specializzata in vegani e anche la Grande Distribuzione Organizzata si sta orientando con offerte a buon prezzo.
Noi le mettiamo a disposizione, gratuitamente, la competenza di almeno una biologa nutrizionista.
Insomma trasformi questo non problema in un’opportunità, positiva, dal prossimo anno scolastico. Per “la città di tutti” come recita il suo ultimo slogan elettorale. Di tutti.
Gianluca Felicetti
Presidente LAV
Avanti con forza nei diritti dei Vegan
Procede il nostro cammino di tutela dei diritti delle famiglie e dei singoli che scelgono di optare per un menu vegan nella refezione pubblica, in questo caso scolastica. Ecco una conferma del Ministero della Salute. Non è necessaria alcuna certificazione medica per poter far accedere un bambino a un menu alternativo come quello senza ingredienti animali nella ristorazione scolastica. Basta, come per tutti gli altri bambini, di una dichiarazione dei genitori.
E dopo una prima Nota alle Regioni inviata dal Ministero qualche giorno fa affinché vengano rispettate le Linee Guida Ministero-Regioni-Comuni in vigore dal 2010, “nei prossimi giorni ne faremo ancora più determinate e puntuali”. Lo ha detto ieri in Commissione Affari Sociali alla Camera il Sottosegretario Vito De Filippo (pagina 158 dei Resoconti Camera) in risposta all’interrogazione presentata dall’On. Beatrice Brignone (Possibile).
Qui il nostro comunicato stampa odierno.
paola segurini
La mensa vegan è un diritto
Le famiglie dei bambini vegani pagano la ristorazione scolastica tanto quanto quelle dei bambini non vegani. Il Ministero della Salute con Regioni e Comuni hanno stabilito da sei anni la fornitura di pasti alternativi e nessuna certificazione medica per alimentarsi senza ingredienti di origine animale. Ma, secondo una ricerca della LAV, nonostante la crescita della domanda, molte Amministrazioni locali come Roma non prevedono ancora cibi dedicati ai vegani limitandosi a dare contorni o, seppure dispensati, cercano in alcuni casi di scoraggiarne l’utilizzo come fa la Regione Emilia Romagna (che non ha modificato le sue Linee Guida pur essendo precedenti a quelle nazionali) o richiedono, in maniera discriminatoria, certificati medici per una scelta che medica non è, come fanno Comuni comeTorino Parma Bologna e Rimini o addirittura pretendono un consenso informato di scarico di responsabilità come fa il Comune di Ferrara.
Per questo la LAV, forte anche di una pronuncia del TAR di Bolzano che nel maggio 2015 ha costretto il Comune di Merano a riammettere al nido una bambina la cui mamma si era rifiutata di accreditare la propria scelta etica vegana con un certificato medico, ha chiesto con una lettera al Ministro della Salute Lorenzin di inviare una Nota chiarificatrice a Regioni e Comuni in applicazione delle “Linee di Indirizzo Nazionale per la Ristorazione Scolastica” che sono state siglate anche dagli Enti locali nella Conferenza Unificata del 29 aprile 2010, e pubblicate nella Gazzetta Ufficiale dell’11 giugno successivo, che a pagina 22 recitano testualmente: “Vanno assicurate anche adeguate sostituzioni di alimenti correlate a ragioni etico-religiose o culturali. Tali sostituzioni non richiedono certificazione medica, ma la semplice richiesta dei genitori”.
La richiesta è supportata da un’interrogazione parlamentare di cui la deputata Beatrice Brignone si è fatta promotrice, nella quale si citano anche due casi positivi, quelli di Milano e La Spezia che, in ottemperanza alle Linee Guida nazionali, riconoscono i pasti vegani e senza alcuna dichiarazione medica.