2015: usciti dal nostro angolo, finalmente tra la ‘pazza folla’.

Ecco, questa frase riassume un anno che ha visto il moltiplicarsi della conoscenza del significato del termine vegan, la diffusione sempre crescente dei cibi pronti e senza ingredienti animali (nella grande distribuzione e nella piccola), il proliferare di ricettari, tutti ricchi e bellissimi, l’aumento delle opzioni vegan nella ristorazione, il diffondersi della possibilità di fare colazione al bar o in pasticceria, grazie all’ormai spesso presente latte vegetale e ai cornetti cruelty free.
E poi i festival, le kermesse estive e tutte le manifestazioni in cui si è parlato, mangiato, informato.

E’ stato l’inizio della rottura dei pregiudizi?
E’ il momento dell’apertura mentale e della consapevolezza?
Speriamo vivamente di sì.
Noi abbiamo operato con convinzione e intensità perché lo sia.

In particolare, ci siamo impegnati con i nostri eventi a Milano, poco prima della conclusione di EXPO2015, in prossimità del World Vegan Day, per sensibilizzare su alcuni aspetti delle motivazioni della scelta vegan.

Il potente monologo ‘La Carne è Debole’ (29 e 30 ottobre) del bravissimo Giuseppe Lanino, è stato la testa di ponte che portato in scena la durezza e l’impatto poliedrico degli allevamenti sugli animali, sull’ambiente e sulla nostra salute.
La prima Biblioteca Vivente sul tema Vegan* (31 ottobre) ha rappresentato un passo innovativo e coinvolgente verso la rottura dei pregiudizi su chi ha deciso di essere empatico con tutti gli esseri senzienti. Attraverso l’interazione con i Libri Umani (che ringraziamo ancora per la disponibilità a mettersi in gioco), le persone hanno potuto conoscere le storie, le ragioni, i principi, ma soprattutto l’entusiasmo e la carica positiva di diversi tipi di Vegani. Ognuno con il suo individualissimo percorso, che l’ha condotto a trovarsi lì, quel giorno di ottobre al mercato di Porta Genova, a spiegare, testimoniare e interagire.
E a tentare di scalfire – tramite la conoscenza diretta -  i pregiudizi cognitivi, vale a dire le deviazioni del processo del pensiero che portano a distorsioni, a un giudizio inesatto o a un comportamento illogico. Come quello degli animalisti o degli ambientalisti che mangiano carne e derivati animali, pur professando un generico ‘amore’ per gli animali e/o per l’ambiente.

Il nostro lavoro è tutto volto a favorire - in chi ha una tendenza all’empatia con gli altri esseri - quello che Melanie Joy, psicologa e ideatrice del termine ‘carnismo’, nel suo ultimo video, definisce come fondamentale e importante cambio di paradigma: vedere la carne non come un alimento ma come un brandello di animale morto, ucciso per noi.
Per poter acquisire questo nuovo sguardo, spiega Joy, dobbiamo uscire dalla nebbia condizionante in cui la società ci ha immerso. Quella nebbia che – in modo schizofrenico - giustifica il cibarsi di vitello,  ma non di cane o maiale o cavallo o coniglio, a seconda della cultura, quella che giustifica il mangiar animali come normale, naturale, necessario.

E, addensata dalla forza dell’istituzionalizzazione di questa pratica e dalla tradizione, la nebbia offusca la strada alla consapevolezza e mantiene forti le dissonanze cognitive.

Noi sappiamo che la carne è un animale morto, che carne significa vita in prigione e sofferenza, che la carne non può essere procurata senza ricorrere alla violenza, che ogni minuto nel mondo vengono uccisi 124.000 animali, dice la studiosa americana. Ma la maggior parte della gente non vuole saperlo, perché appunto, è condizionata dall’ideologia dominante, da comportamenti che le sono familiari, comodi.

La consapevolezza, insiste Joy, è la luce che splende nella foschia e libera il naturale splendore della nostra empatia.
La consapevolezza è la maggiore minaccia al carnismo, perché ci permette di effettuare scelte che riflettono i nostri veri sentimenti, invece che ciò che ci hanno propinato, condizionandoci: la storia insegna che la consapevolezza (frutto di informazione e libere scelte) apre la porta alle trasformazioni sociali.

E, per tornare al titolo di questo pezzo, il movimento vegan è uno dei movimenti di giustizia sociale che sta crescendo più in fretta, oggi.
Che bella cosa. Che grande emozione! Continuiamo così! Noi in LAV ce la mettiamo tutta.

Il 2016 sarà un altro anno bellissimo, è anche l'Anno dei Legumi (FAO).

Auguri e Ad Maiora!                                                  

paola segurini

*nella foto, il logo della Biblioteca Vivente Vegan, elaborato da ABCittà