Cavolini di Bruxelles per prevenire il tumore
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/ Pubblicato: 14/01/2015 da Paola Segurini
I cavolini di Bruxelles sono una gustosa miniera di proprietà benefiche per il nostro corpo, infatti questi morbidi germogli sono tra le migliori fonti di glucosinolati, elementi fondamentali per rallentare e prevenire l’invecchiamento del corpo.
Alcuni studi hanno dimostrato come le molecole contenute in queste crucifere possano bloccare lo sviluppo neoplastico e indurre la morte delle linee cellulari tumorali.
A questo si aggiunge un’efficace azione antiulcera, antianemica, disintossicante.
Se questo non vi basta concludo con un’altra piccola chicca: migliorano la circolazione e la salute del sistema nervoso e osteoarticolare.
Se questo non vi basta concludo con un’altra piccola chicca: migliorano la circolazione e la salute del sistema nervoso e osteoarticolare.
Inutile o addirittura dannoso assumere i principi isolati sotto forma di integratori!
La natura ha creato e selezionato l’alimento nel suo insieme dove l’effetto terapeutico è dovuto alla sinergia tra tutti i componenti, quindi teniamoci lontano da pastiglie e compresse frutto di un business che lucra sulla salute e sediamoci a tavola per tutelare il nostro futuro.
Qui una ricetta per utilizzare al meglio questa verdura.
Dott. Michela Kuan
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Sempre più veg e connessi
Nei giorni scorsi è uscito il Rapporto Coop 2014 "Consumi & distribuzione" redatto dall'Ufficio Studi di Ancc-Coop con la collaborazione scientifica di Ref. Ricerche e il supporto d'analisi di Nielsen.
Il Rapporto è un approfondito contributo di analisi e riflessione che Coop, leader della distribuzione italiana ma, soprattutto soggetto collettivo rappresentativo di oltre otto milioni di consumatori, diffonde per permettere una migliore comprensione dei cambiamenti in atto nel nostro modo di acquistare.
Si tratta di uno strumento utile anche per le nostre istanze e per il nostro lavoro di informazione e sensibilizzazione su uno stile di vita il più cruelty-free possibile, e per il mio ruolo di analisi della tendenza in campo alimentare.
In poche parole, nell’introduzione, si riassume il trend comportamentale: diminuisce la spesa per carne, bevande e persino quella per pane e cereali, mentre cresce moderatamente quella per l’acquisto di frutta e ortaggi.
E già ci va bene.
Un intero capitolo è poi dedicato alle abitudini alimentari emergenti e ci spiega come nel corso degli ultimi anni i cambiamenti demografici, l’evoluzione degli stili di vita e il i relativi mutare degli atteggiamenti culturali relativi all’alimentazione si siano tradotti nell’affermazione di nuovi trend di consumo.
Le scelte e preferenze degli italiani possono essere analizzate lungo alcune direttrici principali: la ricerca del benessere e della salute, l’attenzione all’ambiente e alla sostenibilità, l’affermarsi di criteri etici nella scelta dei prodotti.
Stendendo un velo pietoso sulla scelta del termine ‘rinunce’, che porta con sé un’aria di sofferenza quasi penitenziale, e non rispecchia la nostra volontà di orientarci verso altri cibi, ignorando con orgogliosa consapevolezza quelli di origine animale, vediamo dal grafico qui riportato, come stia aumentando il numero di persone che cercano i termini vegetariano e vegan su internet.
E riporto integramente il brano del Rapporto (pag. 164) che ci tocca da vicino.
È boom di vegetariani e vegani: gli italiani che non mangiano carne e pesce sono il 6,5% della popolazione (dati Eurispes), mentre coloro che escludono totalmente dalla propria dieta l’uso di prodotti animali e dei loro derivati sono lo 0,6%. Nel complesso oltre il 7% della popolazione.
Di diversa matrice le ragioni che stanno alla base di questa nuova tendenza dell’alimentazione: quasi un terzo (31%) dei vegetariani ha scelto questo regime alimentare per un senso di rispetto nei confronti degli animali, un quarto (24%) per le proprietà salutistiche e dietetiche, un altro 9% per limitare i danni all’ambiente delle attività di allevamento.
Nel 2015 si rafforzeranno stili alimentari emergenti: diete bio, veg, gluten free e per le intolleranze alimentari segneranno incrementi a due cifre.
E' crescita esponenziale del biologico, ma non solo, scopriamo che gli italiani sono fruitori dei consumi alimentari etici, in senso lato, e che si rendono conto di come anche la spesa al supermercato possa diventare l’occasione per sostenere giuste cause. Negli ultimi anni il consumatore, ci dice la Coop, ha radicalmente cambiato le sue preferenze: oggi il responsabile degli acquisti del nucleo familiare è più consapevole e presta attenzione alla reputazione dell’azienda e alle caratteristiche del ciclo produttivo.
A guidare i cambiamenti è l’impatto prorompente della tecnologia nell’esperienza di vita quotidiana - illustrano gli autori dell’analisi - il processo di acquisto tende ad essere influenzato sempre più da internet e dall’iperconnettività. La diffusione di dispositivi a portata di mano 24 ore su 24, consultabili al momento dell’acquisto, ha contribuito a rinnovare profondamente l’approccio alla spesa.
Il web è lo strumento che consente di cercare informazioni su prodotti (78% delle famiglie), per confrontarne i prezzi (74%) e scambiare opinioni con chi ha già effettuato l’acquisto (36%).Perdono di importanza i canali di comunicazione tradizionali, quelli che sino a ieri erano in grado di orientare le scelte dei consumatori: scende la fiducia nei confronti della pubblicità, nella tv e nei giornali, che oggi guida solo le scelte di un italiano su cinque, mentre si tende a ritenere più affidabili i suggerimenti di amici e parenti (44% e in ascesa) e le informazioni trovate su internet e sui sociali network (37%).
In questo panorama, è pienamente comprensibile l’aumento di visite registrato dal nostro sito Cambiamenu.it, che ha visto una crescita del 78,22% nel numero di nuovi utenti (che arrivano la prima volta al sito) nel 2014 rispetto al 2013.
In sostanza: aumento dei veg, maggiore consapevolezza etica e cresciuta interconnessione per consultarsi sugli acquisti da effettuare e sulle preferenze alimentari verso cui muoversi.
Ringraziamo la Coop per la diffusione dei dati, internet e i social media per la trasmissione delle informazioni, e noi stessi per l’impegno costante, e con risultati tangibili, in favore di una vita più consapevole della forza delle scelte individuali.
E avanti tutta!
paola segurini
I droni rivelatori
Le moderne aziende zootecniche, che hanno sostituito quasi del tutto le tradizionali fattorie, si impegnano a tenere lontano dagli occhi e dal cuore della gente le condizioni di allevamento degli animali, per quanto riguarda il loro benessere, l’impatto inquinante dell’attività e il trattamento delle risorse umane.
Ma se molto è invisibile ai nostri occhi, non tutto lo è per gli apparati volanti videoregistrazione. Sono i droni, i nuovi ‘grandi fratelli’ tecnologici che aiutano a rivelare le realtà celate.
Le riprese mostrate nel video a cui conduce il link in calce a questo pezzo sono il risultato dell’impegno di Mark Deveries, regista di Specisism - The Movie, un documentario - realizzato in modo molto intrigante, nel quale appare anche il nostro amato Tom Regan - che ha molto colpito l’opinione pubblica americana.
Dal 2012 al 2013 i suoi droni-spia hanno esplorato alcune zone (numerose e ampie) in cui sono installati gli allevamenti di maiali di Smithfield Foods.
La maggior parte degli animali utilizzati per i prodotti alimentari negli Stati Uniti viene allevata in fabbriche giganti, ben nascoste in aree remote. Smithfield è il più grande produttore di carne suina negli Stati Uniti (oggi di poprietà cinese): le sue aziende sono presenti in 26 stati USA, il più grande macello e l'impianto di lavorazione della carne del mondo sono suoi. La società alleva icirca 15 milioni di suini l'anno e ne ‘lavora’ circa 27 milioni.
I maiali sono confinati insieme in migliaia in capannoni identici con tetti metallici – si vedono bene nel video – con pavimenti strutturati in modo da permettere agli escrementi, al sangue, ai feti nati morti e ai residui di medicinali di confluire in ‘lagune’ artificiali. Il letame liquido vi rimane per un periodo che va da 6 a 12 mesi, per ‘maturare’, e poi viene spruzzato sui campi come fertilizzante. Le comunità che vivono in queste zone sono costantemente bersagliate da cattivi odori, piogge di ambigua (e nello stesso evidente composizione) e sintomi asmatici e simili. (Approfondisci)
Le condizioni degli animali sono oltre l’immaginabile, in un trionfo del fordismo applicato, in particolare le scrofe gravide, nelle loro gabbie gestazionali, dovrebbero far riflettere anche il più accanito consumatore di pancetta....
Non sarà così, ma la visione di queste riprese ci dà una motivazione in più per portare avanti la nostra quotidiana battaglia in favore della conoscenza di ciò che si nasconde dietro alla carne e al latte e della sensibilizzazione su un cambiamento sempre più urgente e necessario.
Qui il video (introduttivo al documentario)
paola segurini
Dalla parte delle chele
I crostacei sono al secondo posto tra le specie ittiche preferite dagli italiani, con circa 133 mila tonnellate di consumi, pari a 2,2 kg annui pro capite (Fonti: Ipsos e Istat). Tra essi aragoste ed astici, il cui utilizzo vede il picco durante le festività invernali.
Al dì là della crudele scelta di cibarsene e all'incredibilmente sadico modo di cucinarli, immergendoli ancora vivi in acqua bollente, non possiamo non continuare a sottolineare che spesso vengono contravvenute le modalità di 'conservazione' degli animali vivi in attesa dell'acquisto.
E' di pochi giorni fa la denuncia di un cliente di un supermercato dell’area fiorentina, che ha rilevato la presenza di astici impacchettati vivi sui banchi del negozio.
Ricordiamo che alcuni mesi fa il Tribunale di Firenze ha condannato un ristoratore di Campi Bisenzio, in provincia di Firenze, per aver detenuto astici e granchi vivi sul ghiaccio con le chele legate: 5000 euro di ammenda la pena comminata, oltre al pagamento delle spese legali.
La vicenda era scaturita da un esposto della nostra associazione, presentato nell'ottobre del 2012, che denunciava le condizioni di detenzione di alcuni crostacei all'interno di un ristorante di Campi.
Gli agenti della polizia municipale avevano quindi effettuato un sopralluogo, confermando quanto denunciato: all'interno di due diversi frigoriferi, infatti, furono rinvenuti astici e granchi vivi con le chele legate, esposti a temperature tra 1,1 e 4,8 gradi centigradi. La polizia municipale aveva quindi provveduto a informare la Procura della Repubblica di Firenze di quanto accertato.
La condanna, ai sensi dell'art. 727 del Codice penale, a carico del titolare del ristorante è stata la conseguenza. Il Tribunale di Firenze ha confermato anche a livello giuridico la teoria sostenuta da sempre più esponenti del mondo scientifico secondo la quale le aragoste mantenute sul ghiaccio sono in uno stato di malessere e stress e pertanto chi li sottopone a tali condizioni causa loro una sofferenza punibile ai sensi della legge 189\04.
Questa sentenza ha dimostrato chiaramente che le norme sul maltrattamento possono riguardare tutti gli animali, compresi i crostacei, e che è necessaria una spinta all'applicazione della legge anche in questo ambito. Anche con questi animali.
Non dimentichiamocene.