La Società Scientifica di Nutrizione Vegetariana (www.scienzavegetariana.it) ha diffuso i risultati di un nuovo studio condotto dai ricercatori della Cleveland Clinic's Heart and Vascular Institute.
Il team ha sottoposto a indagini cardiologiche un gruppo di 2595 pazienti, suddivisi in tre gruppi (onnivori, latto-ovo-vegetariani e vegani), e ne ha valutato i livelli di carnitina, di TMAO (trimethylamine-N-oxide) e il rischio cardiovascolare.
 
Lo studio ha evidenziato come nei soggetti che presentano più elevati livelli di TMAO, livelli plasmatici più elevati di carnitina risultino associati con un maggior rischio di cardiopatia, infarto, ictus cerebrale e morte.
 
La carnitina è una sostanza che si trova nel muscolo e interviene nell'utilizzo dell'energia da parte del muscolo stesso. Oltre ad essere presente nelle carni (=muscolo animale) è ampiamente utilizzata dagli sportivi come integratore e viene persino aggiunta ad alcune bevande “energizzanti”.
 
 
La carnitina è virtualmente assente nelle diete vegetariane (sia latto-ovo che vegane),  L'organismo umano - spiega la SSNV - è in grado di produrre da solo la carnitina che gli serve, nella quantità adeguata, a partire anche da fonti vegetali, quindi essa non è una sostanza essenziale nell'alimentazione.

Questo studio ha mostrato che non solo la carne non è necessaria, ma anzi, maggiori sono le quantità assunte, maggiore è il rischio cardiovascolare.
 
Per saperne di più vai al sito di SSNV.