Nuovo allarme riscaldamento globale
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riscaldamento globale
/ Pubblicato: 06/11/2013 da Paola Segurini
Già lo sapevamo, che bisogna Cambiare Menu. Ma ora dobbiamo diffondere ancora di più il nostro allarme per il Pianeta.
L’aumento della temperatura è provocato dai cosiddetti “gas serra” (di seguito GHG, dall’inglese Green House Gases), gas cioè, che per le loro caratteristiche chimico – fisiche sono in grado di intrappolare calore dell’atmosfera.
I principali gas serra nell’atmosfera terrestre sono: anidride carbonica (CO2), metano (CH4), ossido di azoto (NO2) e clorofluorocarburi (CFC). Anidride carbonica, metano e ossido di azoto sono prodotti naturalmente dai processi biologici, ma l’industrializzazione ci ha messo, negli ultimi decenni, la sua parte.
L’intensificazione sempre più spinta di agricoltura e zootecnia produconi livelli di GHG tali che gli ecosistemi non sono in grado di tamponare e così, liberati in grandi quantità nell’atmosfera, i gas hanno avuto e hanno tuttora come effetto un surriscaldamento del clima globale. I dati che emergono dagli studi effettuati sull’argomento dicono chiaramente che un modo rapido ed efficace di fermare l’aumento della temperatura globale è ridurre i numeri degli allevamenti intensivi.
Gli scenari emersi dalle bozze - trapelate in rete - del prossimo rapporto dell'Intergovernmental Panel on Climate Change che sarà presentato a marzo rafforzano la necessità di pensare alla diminuzione drastica del consumo di carne.
Le conseguenze drammatiche che il riscaldamento globale avrà, sono descritte qui.
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Domani sarà un Mercoledì importante, è il 2 ottobre. Cade nel corso della Settimana Vegetariana Internazionale, è l’anniversario della nascita del Mahatma Gandhi ed è la Giornata Mondiale della Non Violenza. Il ‘piccolo avvocato’ indiano ha dimostrato al mondo come sia possibile favorire grandissimi cambiamenti positivi solo partendo dalla modifica del nostro comportamento individuale. Il MercoledìVeg, e la campagna Cambiamenu sono stati ideati su questa base, perché non violenza significa soprattutto creazione di stili di vita differenti e alternativi, che ridiano dignità a tutti gli esseri. Anche agli animali. Seguiteci su Facebook (MercoledìVeg) e su Twitter (@mercolediveg) per vedere come celebreremo il nostro fantastico 2 ottobre!!
Se sapessi come si sente una mucca, mangeresti carne?
Nell’ambito di studio sugli effetti e sull’utilizzo della realtà virtuale, in un laboratorio nel campus dell'Università di Stanford, in California, alcuni studenti hanno sperimentato le sensazioni che proverebbero se fossero bovini destinati al macello. Indossando un speciale casco da realtà virtuale, si sono cimentati nel camminare a quattro zampe, mentre in uno specchio li rifletteva come fossero manzi o vitelloni. Pungolati con gli strumenti elettrici in uso nei mattatoi, si sono mossi su un terreno che riproduceva le vibrazioni del loro peso e del peso di tutti gli altri compagni di sventura. Infine sono stati condotti verso il passo finale.
Il secondo step dell’esperimento ha visto l’annotazione, da parte degli studenti coinvolti, di ciò di cui sono cibati la settimana successiva alla loro ‘morte virtuale’, per verificare se la 'messinscena' avesse condotto ad un ridotto consumo di carne, grazie al loro ‘diventare’ animali da reddito destinati alla tavola.
I risultati della sperimentazione non sono ancora noti, ma dalle domande a cui gli studenti hanno risposto è emersa - secondo il leade del team di scienziati che l'ha organizzata - empatia intensa con gli animali e alcune ‘sensazioni’ come questa: "Una volta abituato, ho cominciato a sentirmi davvero come se fossi una mucca, come se stessi davvero andando al macello e, all’ultima pungolata, ero tristissimo perché sentivo di andare verso la morte".
Potrà essere un passo, questo della realtà virtuale utilizzata per scopi empatici e volti a rendere consapevoli i protagonisti della ricerca di quale sia davvero l’impatto delle loro azioni sugli animali e sul pianeta? Lo sapremo quando saranno resi i risultati, intanto qui l'articolo su Scientific American, con la descrizione di un interessante prova che riguarda il 'sentirsi' alberi.
Foto: Wikimedia Commons/*christopher*
Perché siamo Veg* ce lo dice l'Eurispes
L'annuale incontro con il Rapporto Italia di Eurispes ci porta notizie buone. In particolare l'aumento delle persone che dimostra di voler alimentarsi diminuendo o annullando la crudeltà sugli animali.
Perdonando con uno sberleffo il redattore, che definisce 'completa' l'alimentazione onnivora, e quindi sottintendendo che quella senza carne e pesce non sia completa, guardiamo con soddisfazione all'incremento del numero che ci riguarda. E alle informazioni utili su chi siamo.
Focus: il profilo del vegetariano. Il 6% degli italiani ha fatto la scelta di diventare vegetariano (4,9%) o vegano (1,1%). Pur essendo un segmento minore rispetto al 94% che persegue l’alimentazione completa, è in aumento di due punti percentuale rispetto alla rilevazione dello scorso anno. Sono soprattutto le donne ad essere disposte a praticare questo stile di vita, in virtù di una più spiccata sensibilità per gli animali (il 66,7% vs 30,8% degli uomini), mentre gli uomini scelgono di essere vegetariani o vegani prevalentemente per il benessere fisico e della salute (42,3% vs 28,2% delle
donne). La scelta di seguire uno stile di alimentazione che preclude l’uso di prodotti di origine animale è seguita soprattutto dai giovani-adulti di età compresa tra i 25 e i 34 anni per rispetto degli esseri viventi (52,2%) e perché fa bene alla salute (39,1%).
Particolare interesse destano anche le osservazioni sui comportamenti di sensibilità ambientale, di consapevolezza dell'impatto dell'industria agroalimentare e sulla necessaria diminuzione del consumo di carne, in particolare quella rossa: gli Italiani cominciano a fare 1+1!
(Scheda 51)
PS