A piccoli passi il cambiamento

A piccoli, ma decisissimi, passi avanza il cambiamento. E cammina a partire dagli asili nido. Il 24 luglio scorso il TAR di Bolzano ha accolto il ricorso di una mamma che, nell’atto di richiesta di pasti vegani per il proprio figlio, si era vista imporre la produzione di un certificato di buona salute del bimbo, unito ad esami clinici periodici. Al suo rifiuto, il piccolo era stato espulso dalla dirigenza scolastica del Comune. Con ricorso al TAR, nel mese di febbraio la signora ha impugnato la determinazione dirigenziale, chiedendone l’annullamento e, in via urgente, la riammissione del figlio al nido. Il 17 febbraio il TAR, accogliendo la richiesta di sospensiva,  ha sospeso il provvedimento, obbligando la P.A. a riammettere il bimbo fino a definizione della vertenza nella successiva udienza di discussione collegiale. Il 20 maggio si è svolta l’udienza di discussione presso il TAR di Bolzano, dopo il deposito degli scritti e dei documenti difensivi di ambo le parti La difesa avversaria si è concentrata sul fatto che la dieta vegana sarebbe pericolosa per un minore, specie in età prescolare, e che le direttive ministeriali (Linee guida della ristorazione scolastica) non troverebbero applicazione, in quanto rivolte alla “scuola” e non al “nido. La signora si è difesa dimostrando  la superiorità dell’alimentazione vegetale rispetto a quella “onnivora” per la salute di tutti, e, nel merito della determinazione impugnata, ha spiegato come questa andasse  contro norme costituzionali e direttive ministeriali, imponendo un onere aggiuntivo iniquo, operando una discriminazione, e, dulcis in fundo, come  l’espulsione fosse sproporzionata e illegittima. Con la sentenza depositata il 24 luglio  il TAR, ha accolto il ricorso stabilendo che “di fronte all’assenza di una disposizione che imponga l’obbligo di presentare un certificato medico in caso di opzione della scelta della dieta di tipo vegano, l’Amministrazione non può neppure legittimamente prevedere una “reazione” o sanzione in caso di sua inosservanza”. Il TAR ha quindi annullato la determinazione dirigenziale impugnata, condannando il Comune di Merano al pagamento delle spese legali. 'La sentenza del TAR' dichiara l’Avvocato Carlo Prisco, legale della mamma, 'pone una pietra miliare nel riconoscimento del diritto all’alternativa alimentare etica (vegetariana e, nel caso di specie, vegana), ribadendo ciò che chi opera nel settore già sa, cioè che è un diritto di origine costituzionale che trova peraltro applicazione sulla scorta di direttive ministeriali’.   Non occorre alcuna certificazione per ottenere il pasto vegano a qualsiasi età e i genitori vegani non possono essere oggetto di discriminazioni, neppure mediante l’imposizione di condizioni o adempimenti ulteriori o differenti rispetto a quelli richiesti a tutti gli altri. ‘Questa pronuncia’ spiega il difensore ‘sarà d’aiuto in tutti i casi futuri in cui istituti e pubbliche amministrazioni cercheranno di impedire ai cittadini di esercitare il proprio diritto a compiere scelte alimentari etiche.’ Piccoli passi, per piccoli protagonisti di grandi e positivi cambiamenti. paola segurini

La mensa vegan è un diritto

Le famiglie dei bambini vegani pagano la ristorazione scolastica tanto quanto quelle dei bambini non vegani. Il Ministero della Salute con Regioni e Comuni hanno stabilito da sei anni la fornitura di pasti alternativi e nessuna certificazione medica per alimentarsi senza ingredienti di origine animale. Ma, secondo una ricerca della LAV, nonostante la crescita della domanda, molte Amministrazioni locali come Roma non prevedono ancora cibi dedicati ai vegani limitandosi a dare contorni o, seppure dispensati, cercano in alcuni casi di scoraggiarne l’utilizzo come fa la Regione Emilia Romagna (che non ha modificato le sue Linee Guida pur essendo precedenti a quelle nazionali) o richiedono, in maniera discriminatoria, certificati medici per una scelta che medica non è, come fanno Comuni comeTorino Parma Bologna e Rimini  o addirittura pretendono un consenso informato di scarico di responsabilità come fa il Comune di Ferrara. Per questo la LAV, forte anche di una pronuncia del TAR di Bolzano che nel maggio 2015 ha costretto il Comune di Merano a riammettere al nido una bambina la cui mamma si era rifiutata di accreditare la propria scelta etica vegana con un certificato medico, ha chiesto con una lettera al Ministro della Salute Lorenzin di inviare una Nota chiarificatrice a Regioni e Comuni in applicazione delle “Linee di Indirizzo Nazionale per la Ristorazione Scolastica” che sono state siglate anche dagli Enti locali nella Conferenza Unificata del 29 aprile 2010, e pubblicate nella Gazzetta Ufficiale dell’11 giugno successivo, che a pagina 22 recitano testualmente: “Vanno assicurate anche adeguate sostituzioni di alimenti correlate a ragioni etico-religiose o culturali. Tali sostituzioni non richiedono certificazione medica, ma la semplice richiesta dei genitori”. La richiesta è supportata da un’interrogazione parlamentare di cui la deputata Beatrice Brignone si è fatta promotrice, nella quale si citano anche due casi positivi, quelli di Milano e La Spezia che, in ottemperanza alle Linee Guida nazionali, riconoscono i pasti vegani e senza alcuna dichiarazione medica.

Proposta di legge Savino: e il cibo spazzatura?

La Proposta di Legge presentata dalla deputata Savino (PDL) a metà luglio, nella quale si prospetta l'ipotesi di reato per i genitori che privano i figli di elementi nutritivi essenziali alla crescita, ha raggiunto le pagine dei giornali e il web, in questo agosto in cui si ricerca lo scoop. Abbiamo risposto approvando il tentativo di favorire una maggiore informazione e consapevolezza alimentare tra le famiglie italiane, per evitare che i bambini possano essere vittime di un’alimentazione squilibrata o priva di elementi nutritivi essenziali, ma senza innescare un ingiusto clima da caccia alle streghe nei confronti della scelta vegana, che rischia di creare solo disinformazione e confusione. La Proposta di Legge è stata presentata l’11 luglio scorso PDL_Savino alla Camera dei Deputati dall’onorevole Elvira Savino (PDL), con il titolo: “Introduzione degli articoli 572-bis e 572-ter del codice penale, concernenti il reato di imposizione di una dieta alimentare priva di elementi essenziali per la crescita a un minore di anni sedici”, Precisiamo che la scelta alimentare vegan dalla primissima infanzia all’adolescenza se praticata avvalendosi della consulenza (come per tutti i piccoli)  di professionisti specializzati, in quadri clinici che non prevedano controindicazioni, è sana, equilibrata e bilanciata oltre che etica: su questa scelta vengono alimentati troppi pregiudizi, che oltre a fare disinformazione, rischiano di limitare le libertà personali e il diritto costituzionale (art.32) alla salute - come è possibile che si adotti invece maggiore indulgenza verso i cosiddetti cibi spazzatura (es. quelli troppo ricchi di zuccheri, sale, grassi, fritti, con conservati o coloranti artificiali, ecc.)?” Nella premessa al testo degli articoli della PdL n.3792 dell’On. Savino, in cui è prassi spiegare le motivazioni per cui si è giunti a proporre le modifiche al Codice, si stigmatizzano in effetti l’alimentazione vegetariana e vegana  (basandosi su una manciata di casi di cronaca riportati dalla stampa e sempre smentiti  dai fatti), quindi  la scelta alimentare  di  un numero di persone che raggiunge, secondo l’ultimo Rapporto Eurispes, più dell'8% degli italiani e comprende intere famiglie e generazioni cresciute bene. Non si tengono inoltre presenti autorevoli pareri accademici internazionali, basati perciò su grandi numeri, come quello l’American of Nutrition and Dietetics  (già ADA) - una delle più autorevoli fonti in materia di nutrizione, e  sulla stessa posizione si attestano American Academy of Pediatrics  e Canadian Paediatric Society - per la quale “le diete vegetariane correttamente pianificate, comprese le diete totalmente vegetariane o vegane, sono salutari, adeguate dal punto di vista nutrizionale, e possono conferire benefici per la salute nella prevenzione e nel trattamento di alcune patologie. Le diete vegetariane ben pianificate sono appropriate per individui in tutti gli stadi del ciclo vitale, ivi inclusi gravidanza, allattamento, prima e seconda infanzia e adolescenza”. La premessa, confusa e fuorviante, è solo l’introduzione al testo degli articoli della Proposta di Legge, i quali non nominano mai l’alimentazione vegan, che non è una dieta, ma parlano di punizioni di vario grado per i genitori che impongono una “dieta alimentare priva di elementi essenziali per la crescita sana ed equilibrata del minore".  La scelta vegana ben pianificata non è mai priva di elementi essenziali, possono esserlo invece molte altre. Ben venga l’affermazione, anche in sede legislativa, dei doveri di corretta alimentazione dei minori da parte dei genitori, che porterà ad una maggiore attenzione di tutti i genitori. Ci auguriamo che, supportati anche dal sempre crescente allarme degli enti preposti, ogni intervento in questa materia sia compiuto con la massima obiettività e competenza, estendendo eventuali ipotesi di reato anche alla malnutrizione per eccesso, alla disattenzione o ignoranza di base, che conducono alla somministrazione di cibi 'spazzatura', i quali portano a numeri - questa volta davvero  molto alti - di giovanissimi con alterazioni di peso e metabolismo e quindi con rischi per la salute: l'Italia infatti è ai primi posti in Europa per obesità infantie, con il 20,9% di bimbi in sovrappeso e il 9,8% obeso* *dati del sistema nazionale di sorveglianza “Okkio alla Salute”, gennaio 2015. da Comunicato Stampa LAV 8 agosto 2016

Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.

Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all’uso dei cookie.

Accetta