Fa' la cosa giusta per gli animali

Il 23, 24 e 25 marzo non prendere impegni e vieni a Milano! Parteciperemo per la prima volta a Fa' La Cosa Giusta, la Fiera degli stili di vita sostenibili e del consumo critico.  Animali in famiglia, ricerca senza animali e scelta vegan sono solo alcuni dei temi che affronteremo insieme ai tanti ospiti che verranno a trovarci. Ecco i nostri eventi veg, entrambi SABATO 24 MARZO: ORE 14.30/PIAZZA FUNNY VEGAN - LET IT BEEE: A PASQUA CAMBIA MUSICA E MENU! Un piccolo flashmob danzante e la presentazione del Menu di Pasqua LAV 2018, con i docenti di Funny Vegan Academy. ORE 15/PIAZZA ECO OFFICINE (PADIGLIONE 4)  - LA SCELTA VEGAN RENDE PIÙ FELICI! Durante questo incontro scopriremo insieme quanto può essere bello vivere in armonia con gli altri animali e con il Pianeta. Interverranno:  Giuseppe Lanino, attore e autore del monologo ‘La carne è debole' Michela Montagner, maratoneta e autrice del blog Run Veg Paola Segurini, responsabile area Scelta Vegan LAV  Modera: Lorenzo Lombardi, giornalista televisivo  Il venerdì e il sabato alle 18 ti aspettiamo allo stand LAV per conoscerci meglio e goderci insieme un aperitivo. Vegan ovviamente!  

LET IT BEEE: lasciali vivere!

In piazza per ricordare quanto sarebbe felice la vita di agnelli e capretti  - e per esteso di tutti gli animali che le persone mettono in tavola - se potessero continuare a belare e a correre nei prati.ro inizia con la sensibilizzazione. Il futuro inizia con un gesto solidale a tavola e, perché no, con passi di danza in piazza.Proprio come in un ballo di libertà.  I volontari LAV hanno creato dei flash mob 'danzanti' per agnelli e capretti (e per tutti gli altri animali) ecco Asti (video),  Firenze (video) e Carmagnola (video). Poi Vicenza, sotto la pioggia (video). Due milioni e mezzo l'anno, tra agnelli e capretti, fatti nascere solo per diventare brandelli di carne da cucinare.Ma noi non ci arrendiamo. E continuiamo a credere in un futuro di consapevolezza e considerazione per tutti i viventi, a discapito di tradizioni ormai indifendibili. Solo scegliendo un’alimentazione senza crudeltà per gli animali sarà tutta un’altra musica. Lasciali vivere,  #cambiamenu! Qui il Menu di Pasqua 2018.      

I facili allarmismi dei media su gravidanza e B12

Il diffondersi a ritmi incalzanti dell’alimentazione 100% vegetale, con la conseguente crescita dell’offerta di prodotti e servizi per chi sceglie uno stile di vita guidato da motivazioni etiche forti – ma anche da una generale attenzione ad altri aspetti positivi che una simile decisione comporta – sta destabilizzando molti poteri economici abituati a governare le scelte dei consumatori. Non stupisce quindi il regolare presentarsi di comunicazioni allarmistiche, facilmente diffuse da titoli sensazionalistici che, ad una attenta lettura, si rivelano come minimo fuorvianti e basate su dati che possono essere letti in modi assai diversi.  E' successo anche dei giorni scorsi, in un rimbalzo di titoli e articoli che imputavano alla ‘dieta’ veg in gravidanza la responsabilità di provocare danni neurologici al neonato, a causa della carenza di vitamina B12 (cobalamina) nella mamma. La Società Scientifica di Nutrizione Vegetariana chiarisce come i risultati preliminari dello studio citato dai media siano incompleti, e come la carenza di vitamina B12 sia comune tra le mamme onnivore, poiché tra le cause di tale mancanza rivestono un ruolo sempre più importante difetti di assorbimento e l'uso di farmaci che interferiscono con l'assorbimento della vitamina in questione. Paradossalmente, rispetto a ciò che fa tanto preoccupare il pubblico e gridare all’allarme sanitario chi è in cerca di facili clic, le donne (in gravidanza e non) che optano per un’alimentazione a base vegetale, sanno benissimo di dover integrare la B12, in quanto si tratta di un comportamento importante della dieta veg ben pianificata, come insegnano i professionisti e la letteratura medica nota a chi opta per questo genere di alimentazione, adatto a tutte le fasi della vita. Fra qualche anno, spiega ancora SSNV, "si giungerà al punto che la carenza di B12 sarà meno diffusa nei veg (informati e che integrano correttamente) che negli onnivori (convinti di non avere il problema)", e vedremo, allora, come titoleranno gli organi di stampa. paola segurini    

Rapporto Italia 2018: veg il 7% degli italiani

Ormai costante la presenza nella nostra società di coloro che scelgono di mangiare veg. Lo conferma il Rapporto Eurispes 2018 per cui sono il 7% gli italiani vegetariani o vegani, oltre 4 milioni di persone. Le lievi variazioni annuali, quindi, non intaccano la tendenza che conferma la percentuale tra il 7 e l’8% di italiani orientati verso un’alimentazione senza carne.  E migliora anche l'offerta pensata per loro: su un totale di 222.490 ristoranti censiti da Tripadvisor, il 24,3% dichiara di offrire un menu vegetariano e il 17,2% uno vegan, mentre la maggior parte dei vegetariani e vegani Italiani (60,8%) non trova difficoltà nel reperire prodotti, adatti alla propria scelta alimentare, vicino casa. Sia la ristorazione pubblica che la grande e media distribuzione, quindi, si stanno adattando alle richieste dei consumatori. Rispetto alla motivazione, più di un veg su cinque (20,5%) effettua questa scelta per amore e rispetto degli animali. Molti altri (38,5%) sono vegetariani/vegan perché ritengono che ciò favorisca un buono stato di salute. In questo senso, con riferimento all’Italia, ricordiamo che l’adeguatezza nutrizionale delle ‘diete’ a base vegetale ben bilanciate è stata riconfermata anche nel 2017 da un autorevole studio commissionato dalla Società Italiana di Nutrizione Umana (SINU) - organismo che riunisce studiosi e esperti in campi legati all’alimentazione.  

Alimentazione Veg: nuovo prestigioso riconoscimento

La Società Italiana di Nutrizione Umana - il medesimo organo che elabora i LARN (Livelli di Assunzione di Riferimento di Nutrienti ed energia per la popolazione italiana) - ha riunito un gruppo di lavoro costituito esperti. Il risultato è un documento importantissimo, in cui si approvano le diete Veg ben pianificate, che includano una fonte affidabile di vitamina B12.   Il Position paper on vegetarian diets from the working group of the Italian Society of Human Nutrition pubblicato su un'autorevole rivista internazionale come la NMCD invita inoltre le istituzioni preposte e fare più educazione alimentare su questo tema.   Un momento 'storico', per chi ogni giorno si muove per difendere i diritti di chi sceglie questo genere di alimentazione. Quello pubblicato oggi è infatti  un nuovo e fondamentale testo di sostegno, che si rivelerà utilissimo in svariate occasioni.   Passi avanti!   paola segurini

15.000 scienziati: alimentazione vegetale per salvare il Pianeta

Già nel 1992, in tempi quasi insospettabili rispetto a oggi, la Union of Concerned Scientists aveva diffuso il “World Scientists’ Warning to Humanity”, un appello firmato da 1.700 esponenti della comunità scientifica internazionale, tra cui molti premi Nobel.  Nel documento si sosteneva che l’impatto delle attività umane sulla natura avrebbe causato danni  potenzialmente irreversibili al Pianeta A 25 anni di distanza, in occasione della conferenza mondiale delle Nazioni Unite sul clima (COP23) in corso a Bonn, William J. Ripple, ricercatore della Oregon State University e gli oltre 15mila scienziati firmatari - provenienti da 184 paesi - hanno deciso di fare il punto sulla situazione attuale, aggiornando il documento originale e trasformandolo in un rapporto pubblicato ieri sulle pagine di BioScience e intitolato“A Second Notice” (un secondo avviso).  “L’umanità non sta adottando le misure necessarie e urgenti per salvaguardare la nostra biosfera in pericolo”, spiegano gli autori. "Si è fatto troppo poco per  limitare i danni provocati  al pianeta con cambiamento climatico, deforestazione, mancanza di accesso all'acqua, sovrappopolazione e animali in estinzione". Dalle ricca base di dati - provenienti da agenzie governative, organizzazioni no profit e da singoli studi - si evince  con chiarezza come la situazione sia tutt’altro che confortante e le cifre contenute nell'articolo dicono, per esempio, che dal 1992 sono aumentati del 20,5%, gli animali ruminanti 'da reddito'.   "È anche il momento di riesaminare e modificare i nostri comportamenti individuali" insistono i ricercatori, "anche limitando la nostra riproduzione (l’ideale sarebbe a livello di rimpiazzamento) e diminuendo drasticamente il consumo pro capite di combustibili fossili, CARNE e altre risorse". Tra le indicazioni che il documento pone come azioni che faciliterebbero il raggiungimento della sostenibilità c’è (ovviamente) la promozione del cambiamento alimentare, che va orientato verso i cibi vegetali. L'appello è chiaro, l'hashtag anche #ScientistsWarningtoHumanity. paola segurini

Uova al fipronil? Vegan è la soluzione

Gia i primi giorni d'agosto, secondo le informazioni date dagli Stati membri ai servizi della Commissione, i Paesi che avevano ricevuto lotti provenienti dalle aziende coinvolte dalla contaminazione da fipronil, insetticida dannoso per l'uomo, utilizzato per i parassiti delle galline ovaiole,  si trattava di Svezia, Francia, Germania, Regno Unito, Austria, Irlanda, Polonia, Romania, Danimarca, Slovenia, Slovacchia, Lussemburgo, Hong Kong e Svizzera.  Erano state fermate per indagini 195 aziende in Olanda, 86 in Belgio, 5 in Francia e 4 in Germania, con un continuo balletto di cifre in merito al numero delle uova.   In Italia, dai riscontri incrociati, effettuati e comunicati dal Ministero della Salute, tra le liste di aziende coinvolte e di quelle che avevano spedito prodotti  nella penisola nei tre mesi precedentii, risultava da una segnalazione delle autorità francesi, pervenuta in data 8 agosto che una ditta di quel Paese avesse acquistato uova da uno degli allevamenti olandesi interessati e le avesse trasformate in ovoprodotti poi venduti  anche ad una nostra azienda, i cui articoli erano però stati ritirati prima della messa in commercio.    Il Ministero aveva annunciato un monitoraggio.   Oggi,  21 agosto vengono diffusi di dati del monitoraggio: due i campioni positivi al fipronil in Italia. Si tratta dell'esito delle prime analisi effettuate dagli Istituti zooprofilattici nazionali su 114 dei campioni raccolti nell'ambito dell'attività di monitoraggio per la ricerca di eventuali contaminazioni su uova, prodotti derivati e alimenti che li contengono.  Sono in corso ulteriori accertamenti in corso sui due positivi, per individuare le cause della contaminazione.   Ci preoccupiamo? Un modo per non preoccuparsì c'è: se si è fatta o si farà la scelta vegan, il problema (a livello individuale) della salubrità delle uova rispetto al fipronil sarà risolto.   Niente uova, niente insetticida nel piatto.   Rimangono però  l'enfasi e l'impegno quotidiano per la denuncia dello sfruttamento estremo delle galline ovaiole, utilizzate come macchine sfornatrici di un alimento che può essere oggi sostituito egregiamente in modo cruelty-free.   La strada è lunga, ma l'empatia è un sentimento forte che, nel tempo, trionferà, per le galline libere (e i loro pulcini).   paola segurini  

Earth Overshoot Day: il consumabile è già consumato

Quest'anno l'Earth Overshoot Day, il giorno in cui l'utilizzo di risorse naturali supera la quantità delle stesse che la Terra può rigenerare in 365 giorni, cade il 2 agosto. La ricorrenza si sposta ogni anno e, purtroppo, cade sempre più presto, perché l’utilizzo umano è sempre più elevato. Quest’anno, il 2 agosto, la popolazione mondiale ha già consumato tutto il consumabile. Nel 2015 il giorno era  il 13 agosto, mentre nel 2000 era stato a fine settembre. Secondo il Global Footprint Network, l’organizzazione di ricerca internazionale che ha dato avvio al metodo di misura dell’Impronta Ecologica per il calcolo del consumo di risorse, l’umanità sta usando la natura a un ritmo 1,7 volte superiore rispetto alla sua capacità di rigenerazione. È come se ci servissero 1,7 Pianeti  per soddisfare il nostro fabbisogno di risorse naturali. I costi di questo crescente squilibrio ecologico stanno diventando sempre più palesi nel mondo e si manifestano in termini di deforestazione, siccità, scarsità di acqua dolce, erosione del suolo, perdita di biodiversità e accumulo di anidride carbonica nell’atmosfera. E se non bastasse il nefasto indietreggiare di questa data, continuano ad arrivare notizie negative in tema di riscaldamento climatico.  Su Nature Climate Change è stato pubblicato uno studio che riporta le previsioni di un gruppo di esperti il 2100. Le conclusioni dell’analisi sono assai destabilizzanti. L’obiettivo della conferenza di Parigi del 2015 (non superare 1,5 gradi di aumento delle temperature)  ha l’infima probabilità dell’1% di essere raggiunto. L'ipotesi più realistica, in base alla ricerca in questione, è che l'aumento si attesti attorno ai 3,2 gradi.E lo scenario si pone come serissimo, come vediamo con il caldo torrido di questi giorni. Insomma, spendiamo più risorse di quelle che abbiamo e non riusciamo a fermare il riscaldamento globale, dove andremo a finire? E’ urgentissimo intraprendere azioni volte a spostare indietro la data (#movethedate) dell'Earth Overshoot Day, cominciando con il calcolare la nostra Impronta Ecologica per individuare le condotte dannose e orientarci verso azioni costanti che siano virtuose. E’ noto ormai come tra i comportamenti divoratori di risorse, l'alimentazione occupi un posto di tutto riguardo. Valutare il passaggio a uno stile di vita vegan è il passo da fare. Anche perché facendolo si possono ridurre le emissioni di un quantitativo che va dal 25% al 55%, rispetto al massimo del 35% a cui possono condurre altri cambi di alimentazione, tra cui l’opzione vegetariana, o la riduzione del consumo di carne rossa. Il nostro Pianeta è uno solo, sono le nostre possibilità di cambiare a essere molteplici, e la capacità di sfruttarle in tempi brevi, dirigendole verso scelte sostenibili a tavola, rappresenta la chiave per un futuro prosperoso e non catastrofico. paola segurini

Cagliari: nuovo passo avanti nella tutela dei bimbi vegan

L'alimentazione 100%vegetale, seguita a partire dalla nascita, non pregiudica la crescita e non è biasimevole. Un pronunciamento del Tribunale di Cagliari ha decretato che, se correttamente applicata secondo le indicazioni nutrizionali degli specialisti, la scelta vegan è adatta ai bimbi.  Noi lo sapevamo. Lo dice la letteratura scientifica. L'Academy of Nutrition and Dietetics conferma da oltre 15 anni che "[...] le diete vegetariane correttamente pianificate, comprese le diete vegetariane totali o vegane, sono salutari, adeguate dal punto di vista nutrizionale e possono conferire benefici per la salute [...] e sono appropriate per individui in tutti gli stadi del ciclo vitale inclusa prima e seconda infanzia".  Tuttavia la vicenda che Vegolosi ci racconta qui viene ad essere un'ulteriore dimostrazione di come i professionisti della medicina pediatrica siano a volte frettolosi nell'attribuire sintomi generici alla scelta vegan che i genitori fanno per i loro figli. E sbagliano. E il Tribunale corregge la rotta, considerata l'evidenza. In sostanza siamo di fronte ad  un nuovo passo avanti nella tutela dei diritti dei vegani, ad una famiglia rasserenata, ad un bimbo che cresce ben. Un buon modo per iniziare luglio. Paola Segurini  

Carne lavorata in menu ospedali? No

Nei giorni scorsi l’AMA (American Medical Association), che riunisce 200.000 medici, ha finalmente diffuso una dichiarazione ufficiale con cui chiede agli ospedali di fornire pasti 100 % vegetali e di togliere dai menu le carni lavorate. La risoluzione è patrocinata anche dalla Medical Society of the District of Columbia e dall'American College of Cardiology. Si tratta di un passo importante per il mutamento della cultura alimentare, che nei luoghi deputati alla cura della salute non eccelle per salubrità. Neanche in Italia. L’importante organizzazione invita gli ospedali statunitensi  a tutelare la salute dei pazienti, del personale e dei visitatori, fornendo una varietà di alimenti sani, inclusi pasti 100% vegetali e pasti a basso contenuto di grassi, di sodio e di zuccheri aggiunti, in cui non compaiano carni lavorate e ci siano bevande salutari.  Numerosi studi scientifici dimostrano che l'alimentazione 100% vegetale può prevenire e persino curare le malattie cardiovascolari, il diabete e l'obesità. Noi lo sappiamo. La raccomandazione dell'AMA di togliere le carni lavorate dai menu risponde alle raccomandazioni dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, che nel 2015 ha definito le carni lavorate cancerogene per l’uomo. L'American Institute for Cancer Research e il World Cancer Research Fund, esaminando 85 studi, effettuati su 17,5 milioni di adulti, hanno rilevato infatti che ha più probabilità di avere un cancro allo stomaco chi assume tre porzioni di alcol al giorno, 50 grammi di carni lavorate o mangia cibi conservati con il sale. Si tratta appunto delle carni  trasformate ''attraverso processi di salatura, polimerizzazione fermentazione, affumicatura, o sottoposte ad altri processi per aumentare il sapore o migliorare la conservazione''.  La maggior parte di esse contiene maiale o manzo, ma possono anche contenere altri tipi di carni rosse,o prodotti derivati come il sangue. Esempi di carni lavorate includono gli hot dog, il prosciutto, le salsicce, la carne in scatola, le preparazioni e salse a base di carne. Pensiamoci  bene a questa presa di posizione dell’AMA, perché  più sono i medici e gli ospedali che sostengono la nocività delle carni (lavorate e non) e ne favoriscono la diminuzione più facile e vicino è il cambiamento. Per tutti. Anche da noi.   Paola Segurini

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