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Obiettivo FAO #FAMEZERO: con la scelta vegan si può
Quest’anno la FAO, nell’indire il tema della Giornata Mondiale dell'Alimentazione, ha voluto condurre l’attenzione su come raggiungere l’obiettivo #FameZero non significhi soltanto combattere la fame, ma anche nutrire le persone in modo corretto e preservare il nostro pianeta.
Oggi, oltre 672 milioni di adulti e 124 milioni di giovani tra i 5 e i 19 anni sono obesi, e oltre 40 milioni di bambini al di sotto dei 5 anni sono in sovrappeso, mentre oltre 820 milioni di persone soffrono la fame. Gli alimenti nutrienti che costituiscono una dieta corretta non sono disponibili o accessibili per molte persone in tutto il mondo.
Tra le indicazioni per iniziare a porre rimedio a questa situazione, diffuse per la ricorrenza, la FAO include l’aumento del consumo di frutta, verdura, legumi, noci e cereali integrali. Suggerisce anche di limitare il consumo di alimenti la cui produzione richiede un uso eccessivo di risorse naturali, come l’acqua, e di riflettere sull’impatto che il cibo che mangiamo ha sull’ambiente.
Infatti, spiega l’opuscolo FAO per la giornata di quest'anno: i danni ambientali causati dal sistema alimentare potrebbero aumentare dal 50 al 90% nei Paesi a basso e medio reddito a causa del crescente consumo di alimenti trasformati e di carne.
In termini di capacità di sostentamento, il 50% dei cereali e il 90% della soia prodotti a livello globale servono a nutrire gli animali degli allevamenti per ottenerne carne e latte; che con l’acqua che si consuma per avere un kg di carne di manzo (15.500 litri) potrebbero essere prodotti 4,5 kg di riso, quasi 12 kg di grano, 86 kg di pomodori, 52 litri di latte di soia e che la capacità di sfamare di un ettaro utilizzato per la produzione di uova, latte o carne è di 5-10 persone contro le 20-30 che mangerebbero con la stessa estensione di terreno coltivata con verdura, frutta, cereali o semi oleosi.
Un importante e ampio studio dell’Università di Oxford rileva che, solo per mantenere il riscaldamento globale sotto i 2°C, il cittadino mondiale medio dovrebbe mangiare il 75% in meno di manzo, il 90% in meno di maiale e metà del numero di uova, triplicare il consumo di legumi e quadruplicare i semi oleosi. Nei Paesi occidentali il consumo di carne bovina dovrebbe diminuire del 90% ed essere sostituito da cinque volte il quantitativo di legumi attualmente consumati.
In termini di salute dalle Linee guida pubblicate sul Journal of the Academy of Nutrition and Dietetics (organo della Academy of Nutrition and Dietetics, la società scientifica più influente a livello mondiale nel campo della nutrizione umana) si evince ancora una volta come l'alimentazione a base vegetale, ben pianificata e bilanciata, sia non solo possibile in tutte le età della vita, ma anche auspicabile, per i numerosi vantaggi che apporta, anche in termini di prevenzione di malattie.
Ora più che mai, in risposta anche all’obiettivo #Famezero, appare necessario facilitare il percorso verso un’alimentazione veg sana e variata, un’alimentazione che non prevede alcuna coltivazione o produzione destinata a nutrire gli animali ma, al contrario, libera terreni per seminare vegetali proteici destinati direttamente alle persone
Gli alimenti contenenti proteine vegetali, infatti, sono migliori per l'ambiente e promuovono la sicurezza alimentare, liberando aree oggi utilizzate per coltivare mangimi destinati agli animali, costretti per tutta la loro esistenza in allevamenti intensivi nei quali “vivono” il tempo necessario per arrivare al giusto peso, o fino a quando sono efficienti come “macchine per il latte”, per poi essere macellati. È il caso delle mucche “da latte” che in natura vivrebbero fino a 40 anni, mentre in allevamento vengono avviate al macello dopo soli 7/8 anni, ormai usurate e meno produttive.
In occasione della Giornata Mondiale dell’Alimentazione, LAV ha rinnovato a Governo e Parlamento le sue richieste, fortemente in linea con gli obbiettivi dichiarati dalla FAO per questa ricorrenza,
di garantire un facile accesso a menu vegan bilanciati e vari anche fuori casa (ristorazione scolastica e pubblica)
e di applicare misure di forte vantaggio fiscale per le proteine vegetali rispetto a quelle animali.
Zitti, per favore
Una ragazza di sedici anni che è più sotto pressione di quanto chiunque di noi possa probabilmente immaginare, insieme a un maiale che è ormai un mito. Greta ed Esther. Un’immagine di serenità ma colma di azione, di empatia, di futuro. Dietro a Greta c’è il vulcano di attenzione che la giovane svedese ha provocato sugli effetti del nostro camminare senza considerazione e in modo distruttivo sul Pianeta. Dietro ad Esther c’è la storia di tutti gli animali abusati e uccisi per la tavola, ma anche di quelli salvati, dell’intelligenza dei maiali e della loro gioia di vivere, non diversa da quella di tutti gli altri animali, come i due che si intravedono nella foto, il cane Phil e il tacchino Corno. Dietro a questa foto di gruppo c’è una sola missione, il lavoro di sensibilizzazione sulla necessità e sull’urgenza di cambiare rotta, per salvarli e per salvarci. La direzione? La scelta vegan. Ovvio. Tutto il resto: zitti per favore.
paola segurini
Foto: EsthertheWonderPig/Facebook
Emergenza clima: un disastro annunciato
La diagnosi dell’emergenza climatica è conclamata, ora è il momento della “cura” e nessuno può sentirsi escluso da questa responsabilità: ci aspettiamo che le politiche per il clima siano rigorose, tempestive e con una corsia preferenziale nell’agenda di Governo perché non c’è più tempo.
I dati scientifici sono inequivocabili e, sia a livello politico e collettivo che individuale, occorre modificare subito abitudini e scelte alimentari che per decenni hanno incentivato il consumo di carne, spacciandolo come benessere, che è tra i principali responsabili dell’impatto sul clima, con conseguenze drammatiche sugli animali allevati e mandati al macello.
I milioni di persone che hanno manifestato in tutto il Mondo hanno puntato l’obbiettivo sull’importanza dei prossimi giorni per il futuro del Pianeta: politiche ambientali, scienza, economia devono lavorare per un “bene comune”, e possono farlo lasciandosi guidare da scelte etiche, non dettate dai centri di potere che ancora oggi negano o minimizzano l’emergenza clima. I numeri che parlano da sole e le nostre richieste alle istituzioni: leggi il Comunicato Stampa LAV.
L'Amazzonia non è poi così lontana
In molti, anche in Italia, sono preoccupati degli effetti di disastri come quello che sta devastando l’Amazzonia e l’ecosistema. Mai come in questo momento è necessario avere il coraggio di ammettere ogni responsabilità per i danni provocati anche in zone del Pianeta distantissime: in Amazzonia si disbosca per far spazio ad allevamenti di bovini e l’Italia è tra i maggiori importatori di Zebù dal Brasile (come quelli nella foto)
Si tratta di carne congelata, utilizzata per produrre la bresaola, promossa come eccellenza alimentare e per lo più prodotta con animali importati, che vengono trasformati in un alimento consigliato spesso dai nutrizionisti. Nel 2015 il consorzio ha prodotto 12mila 272 tonnellate di Bresaola della Valtellina IGP a cui bisogna aggiungere quella senza il marchio di Indicazione Geografica Protetta, circa il 30% in più....[continua]
Antibiotici negli allevamenti: 50% del totale
Noi di LAV sappiamo bene che, a causa delle condizioni di sovraffollamento in cui sono costretti a vivere gli animali negli allevamenti intensivi, e delle mutazioni indotte per una crescita esasperata ai fini della loro massima “produttività”, si rende praticamente indispensabile un uso massiccio di antibiotici.
Una prassi necessaria per mantenere in vita (e per macellarli al momento in cui rendono di più) animali che in questo tipo di sistema si ammalano con estrema facilità e che comporta innegabili rischi anche per la salute umana. Le conseguenze? Leggile qui ...
La carne distrugge la foresta amazzonica
La scorsa settimana, quando i media internazionali hanno iniziato a concentrarsi sugli incendi in Amazzonia, per chi come noi cerca da tempo di sensibilizzare sul collegamento tra consumo di carne e disastri causati dal riscaldamento globale, c’è stato un crescendo di stupore, quasi di incredulità. Il mondo si stava finalmente accorgendo della gravità della situazione, il mondo che prima non vedeva, non sentiva, non parlava.
Noi di LAV abbiamo iniziato a lanciare l’allarme nel 2001, pubblicando dossier, scendendo in piazza con campagne dedicate e promuovendo l’informazione e la sensibilizzazione dei cittadini. Ma, quasi sempre, eravamo i “soliti animalisti”.... continua
22 agosto: World Plant Milk Day
Oggi, 22 agosto, cade il World Plant Milk Day, la giornata mondiale dei 'latti' vegetali. La ricorrenza, di recente creazione, vuole portare l’attenzione sull’importanza e sull’innegabile (ormai) potenza delle bevande 100%veg come elementi cardine di un’alimentazione salutare e cruelty free.
I dati parlano da soli, come sempre. A giugno, due autorevoli entità come la Plant Based Foods Association e The Good Food Institute hanno emesso un report in cui si dimostra come negli Stati Uniti – patria del ‘latte anche durante i pasti” - le vendite al dettaglio di alimenti vegan sono cresciute dell'11% nell'ultimo anno, portando il valore di mercato totale del settore a 4,5 miliardi di dollari.
I principali driver delle vendite di questi allimenti continuano ad essere le bevande, poi i prodotti ‘lattiero-caseari’ come formaggio, yogurt e gelato, tutti 100% veg. Le bevande di questo genere sono cresciute del 6 % nell'ultimo anno, raggiungendo il 13 % dell'intera categoria del latte, lo yogurt di origine vegetale è cresciuto del 39%, mentre lo yogurt convenzionale è diminuito del 3%.
Da aprile 2017, negli USA, le vendite totali di prodotti alimentari a base 100% vegetale sono aumentate del 31%,
In Italia? Basta guardare la varietà dell’offerta, nei supermercati ma anche nei piccoli esercizi commerciali e nei bar.
Alla soia, tradizionale alternativa al latte animale, si affiancano sempre più spesso avena e riso e poi mandorle e tanti altri. Ci voleva tanto a capirlo che sono alimenti sani, gustosi, versatili e meno impattanti in tutti i sensi?
Il cambiamento lo vediamo tutti i giorni, per fortuna.
Ma il 100% vegetale non deve essere un lusso: il contrasto tra l'Iva agevolata al 4% applicata al latte vaccino e di altri animali e l’Iva al 22% (la stessa che si impone ai beni di lusso) imposta sui ‘latti’ vegetali, simili risulta un’evidente incoerenza e una forte ingiustizia, che limita nell'acquisto.
Riusciremo, anche con la forza della massa critica a farla abbassare? Noi ci crediamo e porteremo aventi questa istanza.
Intanto... W i 'latti' vegan!
paola segurini
IPCC: scelta veg contro i cambiamenti climatici
Lo diciamo da almeno 10 anni, sembravamo degli allarmisti, oppure dei fanatici che consultavano letteratura scientifica non attendibile. O che pensavano ‘solo agli animali’.
Siamo stati costanti e coerenti, siamo andati avanti, siamo stati visionari nel senso inglese del termine. Abbiamo fatto bene, abbiamo cominciato a far capire.
Il rapporto speciale “Cambiamento climatico e territorio” compilato dall’Intergovernamental Panel on Climate Change (Ipcc), il comitato scientifico dell'Onu sul clima, e diffuso a Ginevra l’8 agosto sottolinea, ancora una volta, come il riscaldamento globale farà aumentare la siccità e le precipitazioni estreme in tutto il mondo, compromettendo la produzione agricola e la sicurezza alimentare.
Il nuovo e ampio contributo scientifico – scritto da 107 scienziati dopo aver analizzato oltre 7000 studi - sarà documento chiave per prossimi negoziati internazionali: la Conferenza delle parti della Convenzione delle Nazioni Unite per la lotta alla desertificazione (COP14) a Nuova Delhi, in India, a settembre e la Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (COP25) a Santiago del Cile, a dicembre.
Tra i metodi per gestire i rischi e migliorare la resilienza agli eventi estremi, l’Ipcc cita le scelte alimentari sostenibili, che sono parte integrante di un'azione coordinata e necessaria di contrasto al cambiamento climatico.
Il rapporto sottolinea la necessità immediata di adottare un’alimentazione bilanciata sempre più a base vegetale, poiché l’allevamento e il ciclo di 'produzione' della carne, inclusa la deforestazione, sono causa del cambiamento climatico quasi quanto lo sono i combustibili fossili.
Ecco. Appunto. E’ ora di andare con decisione verso il cambiamento. Gli indugi non salveranno nessuno.
paola segurini
Earth Overshoot Day: il futuro ha una scadenza breve
Quest'anno l'Earth Overshoot Day, il giorno in cui l'utilizzo di risorse naturali supera la quantità delle stesse che la Terra può rigenerare in 365 giorni, cade il 29 luglio (due anni fa era il 2 agosto e lo scorso anno il 1°). Il Global Footprint Network ci spiega che la data è sempre più vicina all'inizio dell'anno solare. Da oggi la popolazione mondiale consuma ciò che non si può permettere di consumare, e va ‘in rosso’ rispetto alla sostenibilità. Il fatto che l’Earth Overshoot Day caschi il 29 luglio significa che in media l’umanità sta usando attualmente la natura 1,75 volte più velocemente di quanto gli ecosistemi del nostro Pianeta siano in grado di rigenerare. L'Italia aveva già esaurito le risorse il 15 maggio.
Le conseguenze del sovrasfruttamento stanno diventando sempre più evidenti in termini di deforestazione, erosione del suolo, perdita di biodiversità o accumulo di anidride carbonica nell’atmosfera (che causa il cambiamento climatico ed eventi meteorologici estremi).
Siamo o non siamo ormai consapevoli di come stiamo ipotecando molto seriamente il futuro dei nostri figli? Cosa possiamo fare?
La ricorrenza di oggi ci indica come sia indispensabile compiere azioni volte a spostare avanti, verso la fine dell'anno solare, la data (#movethedate) dell'Earth Overshoot Day, magari verificando quanto 'pesiamo' tramite il calcolatore dell'Impronta Ecologica.
E poi? La scelta vegan a tavola, è un comportamento facile e virtuoso e rappresenta una delle soluzioni più potenti e attuabili immediatamente per ridurre l’utilizzo delle già scarse risorse e impattare meno sull'ambiente.
Non ci sono scuse: se il Pianeta è una solo, sono le nostre possibilità di cambiare ad essere numerose: la capacità di sfruttarle in tempi brevi, dirigendole verso scelte alimentari individuali forti, con cambiamenti decisi e ora molto facilitati dalle innumerevoli offerte del mercato, rappresenta la chiave per avere un futuro degno del nome, che, se no, sarà un futuro con scadenza a breve termine, per tutti. Animali inclusi.
paola segurini
Soyalism: inchiesta sulla distruzione
Da pochi giorni è disponibile in visione su RAI Play, Soyalism, il documentario che, avvalendosi di riprese molto efficaci, di numerose interviste e di una fruibilissima animazione grafica – in cui si semplificano processi complessi – spiega con chiarezza la produzione agroalimentare e in particolare la filiera della carne di maiale. L’inchiesta mette in luce e denuncia le conseguenze del sistema industrializzato, controllato a livello globale da un pugno di gigantesche aziende occidentali e orientali.
Soyalism - di Enrico Parenti e Stefano Liberti - è un viaggio che dagli Stati Uniti giunge in Cina, poi torna in America Latina e infine approda in Africa, rivelando come le vittime questo mostruoso meccanismo siano - oltre, ovviamente e in primo luogo, agli animali - le popolazioni locali povere e impossibilitate a ribellarsi. Senza contare la distruzione e l’inquinamento di aree amplissime del Pianeta e il consumo, sconsiderato e privo di una minima lungimiranza, di risorse. Per non parlare della sovranità alimentare.
In sostanza: i nuovi equilibri alimentari globali – che vedono per esempio un aumento vertiginoso della domanda di carne in Cina, oltre al previsto aumento della popolazione mondiale – stanno imponendo un modello produttivo insostenibile che – se non viene fermato – distruggerà un numero enorme di ecosistemi.
Essenziale e allo stesso tempo vasto nelle sue accuse, Soyalism è da vedere. Fosse solo per capire e far capire.
paola segurini
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