World Vegan Day: una ricorrenza sempre più importante

Il 1° novembre si è celebrato il World Vegan Day, una ricorrenza che assume sempre maggiore importanza in tutto il mondo. Chi ce lo dice? Ce lo dice The Fork, tra le principali app di prenotazione online di ristoranti, diffusissima, che ha deciso di approfondire il fenomeno Vegan con un sondaggio. In Europa, il nostro Paese ha registrato l'aumento più forte di prenotazioni presso i ristoranti che offrono anche piatti vegani e il maggior numero di ristoranti con opzioni vegane: il 22% dei ristoranti partner e prenotabili. Ce lo dice il rapporto di Rethinx,che spiega come le nuove tecnologie alimentari provocheranno il crollo dell’industria della carne e dei latticini entro il 2030. Ce lo conferma la sempre più ampia diffusione di Beyond Meat e prodotti simili.Come anche la scelta di Ikea (e non solo) di non inserire carne nel menu di Natale, ma una torta salata vegana. Ce lo dice Netflix, ormai irrinunciabile sistema di visione on-demand, che ha incluso The Game Changers, il fim che dimostra con con grande ricchezza di testimonianze e interviste come l’alimentazione 100% vegetale sia adatta anche a chi fa sport agonistico e ottima per tutti, tra le pellicole proposte agli abbonati. Ce lo dice l’attenzione su Greta e sulle istanze dei Fridays For Future, anche se il tema consumo carne è in sottofondo, ancora non ‘conclamato’ del tutto, comincia a emergere, in virtù (ahimè) della distruzione dell’Amazzonia. Un segno di pochi giorni fa si è avuto al Sinodo Amazzonico, quando durante una conferenza stampa, Karel Martinus Choennie, vescovo di Paramaribo, in Suriname ha dichiarato “Le foreste scompaiono perché il mondo ricco vuole mangiare carne”. Sono solo esempi fra i tanti che ci dicono che l’alimentazione Vegan sta uscendo sempre più dalla nebbia confusa e isolante della scelta individuale e sta entrando tra la folla. paola segurini    

Fois Gras vietato: New York sia d'esempio

Una data storica quella di ieri, 30 ottobre 2019, per i diritti degli animali. Il Consiglio Comunale di New York ha infatti votato e approvato il divieto di vendita e produzione di fois gras da alimentazione forzata (praticamente l’intera produzione).  La risoluzione è stata fortemente sostenuta, dalla sua presentazione a gennaio a ieri, dal gruppo ‘Voters for Animal Rights” in testa a una coalizione composta da oltre 50 altre organizzazioni no profit, tra cui Mercy for Animals, Peta, Humane Society US e Humane League. Dietro di loro la forza di centinaia di migliaia di attivisti. La crudeltà del Fois Gras è immensa e nota: l’oca viene alimentata con violenza fino a tre volte al giorno con un tubo di metallo inserito nell’esofago. Raggiunti i tre mesi, l’animale viene macellato per poterne prendere il fegato grassissimo e malato e ricavarne il ‘delizioso’ paté.  L’effetto del voto di ieri si vedrà concretamente nel 2022: le attività commerciali avranno infatti un periodo di tre anni per rimuovere il foie gras da listino e menu. Le sanzioni per chi trasgredirà andranno dai 500 ai 2.000 dollari e fino ad un anno di carcere. New York sia d’esempio. p.s.

Un dirompente cambiamento

In un rapporto intitolato "Rethinking Food and Agriculture 2020-2030", il Think Tank indipendente americano RethinkX spiega come le nuove tecnologie alimentari provocheranno il crollo dell’industria della carne e dei latticini entro il 2030. Entro il 2035, la domanda di questo genere di alimenti si sarà ridotta dall'80% al 90% e i volumi delle coltivazioni, come soia, mais ed erba medica, diminuiranno di più del 50% per il 2030. Per lo stesso anno, circa il 60% dei terreni utilizzati per allevamento, foraggi e mangimi sarà libero per altri usi. Lo studio spiega l’innovativo metodo della fermentazione di precisione (che consente di programmare i microrganismi per ottenere la produzione di molecole organiche complesse ed è già utilizzato per produrre le vitamine e tanti altri principi) e il modello di produzione definito Food-as-Software che stanno per rivoluzionare l'industria alimentare. Il principio portante è che invece di allevare un animale per scomporlo in pezzi e ricavarne prodotti alimentari, il cibo sarà costruito a livello molecolare secondo specifiche precise e un processo che va da piccolo a grande, non viceversa. Gli alimenti creati con il nuovo sistema avranno più benefici nutrizionali e presenteranno minori rischi per la salute in caso di patologie collegate al cibo, come quelle cardiache, l’obesità, il cancro e il diabete. Ciò rappresenterà anche un enorme risparmio in termini di costi sanitari. L'impatto sull'ambiente sarà del tutto diverso, RethinkX prevede che le emissioni di gas a effetto serra prodotte negli USA dagli animali allevati diminuiranno del 60 per cento entro il 2030. Entro il 2035, potrebbero scendere di quasi l'80%. I nuovi alimenti – o meglio, gli alimenti ricavati con questo metodo - si dimostreranno fino a 100 volte più efficienti in termini di utilizzo del suolo rispetto ai cibi di origine animale e richiederanno 10 volte in meno risorse idriche per la loro produzione. paola segurini    

Obiettivo FAO #FAMEZERO: con la scelta vegan si può

Quest’anno la FAO, nell’indire il tema della Giornata Mondiale dell'Alimentazione, ha voluto condurre l’attenzione su come raggiungere l’obiettivo #FameZero non significhi soltanto combattere la fame, ma anche nutrire le persone in modo corretto e preservare il nostro pianeta. Oggi, oltre 672 milioni di adulti e 124 milioni di giovani tra i 5 e i 19 anni sono obesi, e oltre 40 milioni di bambini al di sotto dei 5 anni sono in sovrappeso, mentre oltre 820 milioni di persone soffrono la fame. Gli alimenti nutrienti che costituiscono una dieta corretta non sono disponibili o accessibili per molte persone in tutto il mondo. Tra le indicazioni per iniziare a porre rimedio a questa situazione, diffuse per la ricorrenza, la FAO include l’aumento del consumo di frutta, verdura, legumi, noci e cereali integrali. Suggerisce anche di limitare il consumo di alimenti la cui produzione richiede un uso eccessivo di risorse naturali, come l’acqua, e di riflettere sull’impatto che il cibo che mangiamo ha sull’ambiente. Infatti, spiega l’opuscolo FAO per la giornata di quest'anno: i danni ambientali causati dal sistema alimentare potrebbero aumentare dal 50 al 90% nei Paesi a basso e medio reddito a causa del crescente consumo di alimenti trasformati e di carne. In termini di capacità di sostentamento, il 50% dei cereali e il 90% della soia prodotti a livello globale servono a nutrire gli animali degli allevamenti per ottenerne carne e latte; che con l’acqua che si consuma per avere un kg di carne di manzo (15.500 litri) potrebbero essere prodotti 4,5 kg di riso, quasi 12 kg di grano, 86 kg di pomodori, 52 litri di latte di soia e che la capacità di sfamare di un ettaro utilizzato per la produzione di uova, latte o carne è di 5-10 persone contro le 20-30 che mangerebbero con la stessa estensione di terreno coltivata con verdura, frutta, cereali o semi oleosi. Un importante e ampio studio dell’Università di Oxford  rileva che, solo per mantenere il riscaldamento globale sotto i 2°C, il cittadino mondiale medio dovrebbe mangiare il 75% in meno di manzo, il 90% in meno di maiale e metà del numero di uova, triplicare il consumo di legumi e quadruplicare i semi oleosi. Nei Paesi occidentali il consumo di carne bovina dovrebbe diminuire del 90% ed essere sostituito da cinque volte il quantitativo di legumi attualmente consumati. In termini di salute  dalle Linee guida pubblicate sul Journal of the Academy of Nutrition and Dietetics (organo della Academy of Nutrition and Dietetics, la società scientifica più influente a livello mondiale nel campo della nutrizione umana) si evince ancora una volta come l'alimentazione a base vegetale, ben pianificata e bilanciata,  sia non solo possibile in tutte le età della vita, ma anche auspicabile, per i numerosi vantaggi che apporta, anche in termini di prevenzione di malattie. Ora più che mai, in risposta anche all’obiettivo #Famezero, appare necessario facilitare il percorso verso un’alimentazione veg sana e variata, un’alimentazione che non prevede alcuna coltivazione o produzione destinata a nutrire gli animali ma, al contrario, libera terreni per seminare vegetali proteici destinati direttamente alle persone  Gli alimenti contenenti proteine vegetali, infatti, sono migliori per l'ambiente e promuovono la sicurezza alimentare, liberando aree oggi utilizzate per coltivare mangimi destinati agli animali, costretti per tutta la loro esistenza in allevamenti intensivi nei quali “vivono” il tempo necessario per arrivare al giusto peso, o fino a quando sono efficienti come “macchine per il latte”, per poi essere macellati. È il caso delle mucche “da latte” che in natura vivrebbero fino a 40 anni, mentre in allevamento vengono avviate al macello dopo soli 7/8 anni, ormai usurate e meno produttive.  In occasione della Giornata Mondiale dell’Alimentazione, LAV ha rinnovato a Governo e Parlamento le sue richieste, fortemente in linea con gli obbiettivi dichiarati dalla FAO per questa ricorrenza, di garantire un facile accesso a menu vegan bilanciati e vari anche fuori casa (ristorazione scolastica e pubblica) e di applicare misure di forte vantaggio fiscale per le proteine vegetali rispetto a quelle animali.

Zitti, per favore

Una ragazza di sedici anni che è più sotto pressione di quanto chiunque di noi possa probabilmente immaginare, insieme a un maiale che è ormai un mito. Greta ed Esther. Un’immagine di serenità ma colma di azione, di empatia, di futuro. Dietro a Greta c’è il vulcano di attenzione che la giovane svedese ha provocato sugli effetti del nostro camminare senza considerazione e in modo distruttivo sul Pianeta. Dietro ad Esther c’è la storia di tutti gli animali abusati e uccisi per la tavola, ma anche di quelli salvati, dell’intelligenza dei maiali e della loro gioia di vivere, non diversa da quella di tutti gli altri animali, come i due che si intravedono nella foto, il cane Phil e il tacchino Corno. Dietro a questa foto di gruppo c’è una sola missione, il lavoro di sensibilizzazione sulla necessità e sull’urgenza di cambiare rotta, per salvarli e per salvarci. La direzione? La scelta vegan. Ovvio. Tutto il resto: zitti per favore. paola segurini Foto: EsthertheWonderPig/Facebook

Emergenza clima: un disastro annunciato

La diagnosi dell’emergenza climatica è conclamata, ora è il momento della “cura” e nessuno può sentirsi escluso da questa responsabilità: ci aspettiamo che le politiche per il clima siano rigorose, tempestive e con una corsia preferenziale nell’agenda di Governo perché non c’è più tempo.   I dati scientifici sono inequivocabili e, sia a livello politico e collettivo che individuale, occorre modificare subito abitudini e scelte alimentari che per decenni hanno incentivato il consumo di carne, spacciandolo come benessere, che è tra i principali responsabili dell’impatto sul clima, con conseguenze drammatiche sugli animali allevati e mandati al macello.   I milioni di persone che hanno manifestato in tutto il Mondo hanno puntato l’obbiettivo sull’importanza dei prossimi giorni per il futuro del Pianeta: politiche ambientali, scienza, economia devono lavorare per un “bene comune”, e possono farlo lasciandosi guidare da scelte etiche, non dettate dai centri di potere che ancora oggi negano o minimizzano l’emergenza clima. I numeri che parlano da sole e le nostre richieste alle istituzioni: leggi il Comunicato Stampa LAV.

L'Amazzonia non è poi così lontana

In molti, anche in Italia, sono preoccupati degli effetti di disastri come quello che sta devastando l’Amazzonia e l’ecosistema. Mai come in questo momento è necessario avere il coraggio di ammettere ogni responsabilità per i danni provocati anche in zone del Pianeta distantissime: in Amazzonia si disbosca per far spazio ad allevamenti di bovini e l’Italia è tra i maggiori importatori di Zebù dal Brasile (come quelli nella foto)  Si tratta di carne congelata, utilizzata per produrre la bresaola, promossa come eccellenza alimentare e per lo più prodotta con animali importati, che vengono trasformati in un alimento consigliato spesso dai nutrizionisti. Nel 2015 il consorzio ha prodotto 12mila 272 tonnellate di Bresaola della Valtellina IGP a cui bisogna aggiungere quella senza il marchio di Indicazione Geografica Protetta, circa il 30% in più....[continua]

Bimbo presunto vegano? Apriti cielo!

Sono ancora in corso gli accertamenti da parte dei medici sul bambino di Nuoro ricoverato per denutrizione, ma è bastato il solo sospetto che il suo stato derivi dall’alimentazione vegana per scatenare l’ennesimo attacco generalista a questa scelta alimentare, senza neppure prendere in considerazione le migliaia di bambini vegani in piena forma, né le evidenze scientifiche o le linee guida autorevoli, che confermano come un’alimentazione subase 100% vegetale sia adatta a tutte le età, se ben pianificata e bilanciata, proprio come l’alimentazione onnivora.   E’ il bambino presunto vegano infatti a fare notizia, mentre non fa assolutamente notizia il fatto che obesità e sovrappeso colpiscano in Italia un bambino su 3, e rappresentino casi continui di malnutrizione in eccesso, causando problematiche quali accumulo di grasso a livello del fegato, incremento dell'insulina, con possibile evoluzione verso un diabete di tipo 2, aumento del colesterolo, e/ o dei trigliceridi e dell'acido urico, rialzo della pressione arteriosa, problemi ortopedici, disturbi psicologici.   Su questo caso si è espresso anche il Senatore Lello Ciampolillo, che sul proprio profilo Facebook, afferma di aver parlato con la direttrice ASSL di Nuoro, che avrebbe negato che i medici abbiano identificato l’alimentazione vegan come ragione del malessere del bimbo, e avrebbe addirittura chiesto la smentita della notizia.   E se fosse l’ennesimo caso di disinformazione? La possibilità di una fake-news pompata ad arte è dietro l’angolo: lo stesso Senatore Ciampolillo nel 2016 scoprì, con una telefonata all’ospedale Gaslini di Genova, che una bambina ricoverata per denutrizione non era affatto vegan, come invece affermavano i media. E come questo, anche in altri casi l’alimentazione vegana non era la causa della malnutrizione, quanto invece patologie legate all’assorbimento dei nutrienti, che nulla avevano a che fare con la scelta alimentare dei genitori.   Tutti i genitori possono fare errori, tutti i giorni, nell’alimentazione dei propri figli, ma ciò non fa quasi mai notizia, solo nel caso di scelta vegan il tam-tam si diffonde immediatamente ovunque! Ma in generale i genitori, onnivori e non, dovrebbero rivolgersi ad un professionista competente che li guidi nello svezzamento, senza ricorrere a pericolosi “fai da te”.   Ed è bene che anche i professionisti della sanità siano aggiornati: sono uscite un anno fa le <<Linee guida per la pianificazione di diete a base vegetale nell’infanzia, dallo svezzamento all’adolescenza>>, pubblicate sul Journal of the Academy of Nutrition and Dietetics (organo della Academy of Nutrition and Dietetics, la società scientifica più influente a livello mondiale nel campo della nutrizione umana) in cui si dimostra ancora una volta come l'alimentazione a base vegetale - ben pianificata e bilanciata come lo devono essere tutte le diete - non solo sia possibile in tutte le età della vita, ma anche auspicabile per i numerosi vantaggi che apporta.  

The Game Changers è in arrivo!

Che Lewis Hamilton facesse sul serio, in materia di alimentazione veg, lo sospettavamo. Questo mese, tuttavia, ne abbiamo avuto le prove. Il 2 settembre ha aperto a Londra il primo punto vendita della catena Neat Burger, di cui il pluricampione è partner, in cui si commercializzano i prodotti di Beyond Meat, l’azienda americana che sta rivoluzionando l'industria del fast food con gustosi piatti veg, diretti principalmente agli onnivori, legati al sapore di carne. Ma non è tutto....[continua]

Fichi i fichi!

Oltre ad essere davvero gustoso, il fico è un alleato del nostro benessere. Sono tanti, infatti, i benefici per la salute del nostro organismo. E' lassativo: la polpa dei fichi presenta al suo interno dei piccoli semi e delle mucillaggini che contribuiscono a farne un frutto depurativo e protettivo per intestino e stomaco. Contiene  antiossidanti: alcuni fichi ne sono più ricchi di altri, ma la maggior parte di essi contiene polifenoli, che aiutano a combattere lo stress ossidativo, ottimi anche consumati secchi E' antinfiammatorio: ha doti antinfiammatorie, soprattutto per le vie respiratorie e urinarie. Agisce anche dall’esterno sui tessuti. Molto efficaci risultano essere gli impacchi a base di polpa, da applicare localmente su ascessi, eruzioni cutanee e acne. Aiuta in caso di carenza di potassio: grazie alla presenza di potassio, fungono da integratore, aiutando a contrastare i sintomi tipici quali crampi muscolari, stanchezza e vertigini. Oltre al potassio, ferro e calcio, i fichi sono anche ricchi di vitamina B6: tre fichi ne contengono 0,18 mg, pari al 9% del fabbisogno giornaliero; sono anche ricchi di vitamine del gruppo A, B1, B2, PP, C. E' integratore in diete 'povere': adatte nell’alimentazione di inappetenti, convalescenti, bambini e anziani. Essendo energetici, sono di aiuto anche a soggetti sottoposti a stress fisici per recuperare energie.   Una curiosità: per gli induisti e i buddisti i fichi sono il simbolo della conoscenza e della verità.   Dr. Michela Kuan   ----------------------------   CROSTATA CON CRUMBLE ALLE NOCCIOLE Ingredienti per la frolla 280 g di farina integrale 20 g di fecola di patate scorza di un limone 85 g di olio di semi di girasole 90 g di sciroppo d’agave 1-2 cucchiai di latte di soia (o altro latte vegetale) 1 pizzico di sale per il ripieno 450 g di fichi 2 cucchiai di sciroppo d’agave succo di ½ limone 3 cucchiai di albicocche frullate 3 cucchiai di granella di nocciole FROLLA Per preparare la frolla mescolate in una ciotola la farina, la fecola di patate, la scorza di limone e un pizzico di sale. Aggiungete in seguito lo sciroppo d’agave e l’olio di semi di girasole e iniziate a impastare, aggiungendo 1 cucchiaio di latte di soia alla volta fino a quando otterrete un panetto omogeneo. FARCITURA Pelate i fichi (a eccezione di due grandi che serviranno per la decorazione), poi schiacciateli in una ciotola fino ad ottenere una purea, che andrete a condire con i due cucchiai di sciroppo d’agave e il succo di limone. Lavate bene i due fichi tenuti da parte e tagliateli a fettine. PREPARAZIONE CROSTATA Tenete da parte 1/6 della frolla per il crumble e stendete il resto su un foglio di carta da forno con un mattarello fino ad ottenere un rettangolo grande a sufficienza per foderare la tortiera. Trasferite la frolla nello stampo aiutandovi con la carta forno e pareggiate i bordi eliminando la pasta in eccesso. Bucherellate il fondo della crostata con una forchetta, ricopritelo con la purea di albicocche (o marmellata senza zuccheri), versate infine quella di fichi e completate con uno strato di fichi tagliati a fettine. In ultimo formate delle briciole con la frolla rimasta e distribuitela sulla superficie della crostata insieme alla granella di nocciole, lasciando intravedere leggermente i fichi sottostanti.Infornate a 180°C per 40 minuti tenendo la griglia sul livello più basso del forno in modo da assicurarvi che la base della crostata cuocia e si asciughi per bene. Una volta pronto sfornate il vostro dolce e lasciatelo raffreddare prima di servirlo tagliato a fette.    

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