Se il formaggio vegetale non esiste
Categoria: Fatti non parole / Taggato:
/ Pubblicato: 14/06/2017 da admin
La Corte di Giustizia dell'Ue nella sentenza relativa ad una causa tra la ditta tedesca TofuTown e l'associazione Verband Sozialer Wettbewerb, non possono, in linea di principio, essere commercializzati con denominazioni come "latte", "crema di latte o panna", "burro", "formaggio" e "yogurt", che il diritto comunitario riserva ai prodotti di origine animale
Da ciò si deduce che il ‘formaggio’e il ‘burro’ vegetale’ non esisteranno, come nomi, più. Anche se seguiti da una specifica che ne chiarisce l’origine non animale, o comunque ne diversifica la ricetta, come ad esempio "burro di Tofu" .
Questa la notizia di oggi, che ha tutta l'aria di essere una 'reazione al grande successo delle alternative vegetali nel mercato europeo.
Certamente qualche soluzione si troverà, che sia accettabile per il diritto comunitario e sufficientemente chiara per i consumatori.
In ogni caso l’avanzata dei prodotti vegan è inarrestabile e ha caratteristiche sempre più concrete: non la fermeranno un nome o un etichetta.
La gente ormai è sensibilizzata, conosce vantaggi etici, salutari e di gusto e sa leggere, anche tra le righe!
ps
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Dopo le affermazioni dell’ OMS che alla fine 2015 hanno illuminato - in modo abbagliante e impossibile da ignorare – i danni che il consumo di carne rossa e processata inducono sull’organismo, e dopo le dichiarazioni dell'American Institute for Cancer Research e del World Cancer Research Fund (qui) ecco risuonare parole analoghe anche quest’anno.
Un’altra volta, un grande studio, un ente prestigioso e una pubblicazione autorevole. Una ricerca ampia e profonda, effettuato su circa 537 mila partecipanti, suddivisi in cinque fasce a seconda del quantitativo di carne consumata settimanalmente.
L’ambiente dell’indagine è stato il National Cancer Institute di Bethesda, negli USA e i risultati sono apparsi qualche giorno fa sul British Medical Journal.
Il team di scienziati americani ha verificato come il consumo di carni rosse e processate si correli con un aumento medio di mortalità del 26% per tutte le cause e per nove cause specifiche.
La connessione più forte è emersa con i decessi da epatopatia cronica (aumenta del 230% nei forti consumatori di carni rosse) ma altre condizioni cliniche nefaste, come tumori, malattie cardiache e respiratorie, ictus, diabete, infezioni, demenza di Alzheimer, patologie renali ed epatiche croniche mostrano il loro legame con questi cibi.
Il lavoro svolto sottolinea come le carni rosse contengano il ferro eme, molto ossidante e che favorisce la formazione di sostanze cancerogene nell'intestino e in quelle processate abbondino i pericolosi e nitriti/nitrati. Tra gli altri motivi di rischi ci sono i contaminanti dei mangimi animali (e lo sviluppo di antibiotico-resistenza) e le ulteriori sostanze cancerogene che si producono con i metodi di cottura delle carni,
Last but not least, il professor John Potter, docente di epidemiologia del Centre for Public Health Research, Massey University (Wellington, Nuova Zelanda) e autore dell’editoriale che accompagna lo studio, sottolinea l’impatto disastroso che il consumo di carni rosse ha sul Pianeta, ad evidenziare che anche questo aspetto non è da tralasciare quando si parla di salute.
Uno studio dopo l'altro, un organismo scientifico autorevole dopo l'altro e la sostanza dei risultati e degli avvertimenti appare sempre la stessa: cambiare menu è obbligatorio, da qualsiasi parte si guardi, ed è una scelta inevitabile e di buon senso, il minimo richiesto a persone responsabili e intelligenti.
Attendiamo il contrattacco (donchisciottesco) di chi – fortunatamente – continua a perdere terreno.
paola segurini
Famiglia vegan con bambini cercasi
Vogliamo rispondere in modo forte - e quindi con un’azione legale - ad Alessandro Cecchi Paone per le sue dichiarazioni in merito alla scelta vegan, viste nel corso della puntata del 10 aprile scorso della trasmissione ‘Quinta Colonna’. E' necessario come valenza legale avere con noi una famiglia con bambini vegan dalla nascita. C’è qualcuno tra voi che vuole essere dei nostri? Scrivete a cambiamenu@lav.it
LET IT BEEE: la musica deve cambiare
Il futuro inizia con la sensibilizzazione. Il futuro inizia con un gesto solidale a tavola e, perché no, con passi di danza in piazza.
Abbiamo danzato per agnelli e capretti in tante città italiane. Parole insieme a Carmagnola (video), grinta e dolcezza ad Alessandria (video), ritmo e sintonia ad Asti (video), danze popolari in chiave moderna a Bergamo, (video), etnico e 'classico' pop a Vicenza (video), urban a tutto spiano a Belluno (video), la verve del famoso Tequila a Firenze (video), rock and roll acrobatico a Roma (video) e grande entusiasmo di gruppo a Padova!
Un giorno di sole e di musica e ballo, in piazza per ricordare quanto sarebbe felice la vita di agnelli e capretti - e per esteso di tutti gli animali che le persone mettono in tavola - se potessero continuare a belare e a correre nei prati.
Proprio come in un ballo di libertà.
Due milioni e mezzo l'anno, tra agnelli e capretti, fatti nascere solo per diventare brandelli di carne da cucinare. 400.000 solo per Pasqua.
Ma noi non ci arrendiamo. E continuiamo a credere in un futuro di consapevolezza e considerazione per tutti i viventi, a discapito di tradizioni ormai indifendibili.
Solo scegliendo un’alimentazione senza crudeltà per gli animali sarà tutta un’altra musica.
Lasciali vivere, #cambiamenu!
paola segurini